Nappi Antonio di Matteo e Tauz Oliva, nato il 12 giugno 1905 a Sissano di Pula/Pola (Croazia). Elettricista, comunista. Nel 1920, a soli 15 anni, inizia a lavorare in una officina meccanica di Pola. Attivo sin da ragazzo nelle organizzazioni della Gioventù socialista e poi comunista nella Bassa Istria. Nel 1922 si impiega nell’azienda dell’acqua e del gas, ma viene licenziato per motivi politici. Non trovando lavoro, si arruola volontario nella Guardia di Finanza nel 1924 e rimane nella scuola militare di Mantova fino al 1927. Finito il servizio militare torna Pola, dove si impiega come elettricista all’Arsenale. Avendo rifiutato l’iscrizione al partito fascista, passa ai cantieri di Monfalcone. Minacciato dai fascisti, rientra a Pola. Dopo numerosi scontri con i fascisti locali, emigra clandestinamente in Jugoslavia, ma è arrestato ed espulso. Si porta in Svizzera a Basilea, dove svolge attività politica con le organizzazioni comuniste di lingua italiana, assieme tra gli altri Giuseppe Marchetti e Giorgio Jaksetic. Passato in Francia si Stabilisce a Belfort (Borgogna), dove si trova un suo fratello, lavorando come muratore. Da lì passa in Germania a Friedlingen da dove si reca ogni giorno a lavorare a Basilea, sempre come muratore. In Svizzera prosegue la sua attività politica, sfruttando anche la conoscenza delle lingue. Spostato da partito a Parigi, nell'agosto del 1936 raggiunge la Spagna, via Parigi, arruolandosi nella centuria Gastone Sozzi, con la quale combatte a Pelahustàn, Cenicientos e Chapinerìa. Passa in seguito al battaglione Garibaldi ed alla brigata omonima, operando su tutti i fronti. Prende parte all'azione su Cerro Rojo e la battaglia a Casa de Campo, dove viene leggermente ferito dallo scoppio di una granata. Dopo Pozuelo, Mirabueno, Majadahonda, Arganda e Guadalajara, nel luglio 1937 viene assegnato al comando della 45. divisione. con funzioni di collegamento, per la sua conoscenza di diverse lingue, partecipando alle battaglie di Caspe e di Huesca. E' nominato dapprima sottotenente e poi tenente. Rientrato in Francia nel settembre 1938 quando si è esaurita la prima fase della battaglia dell'Ebro. A Parigi coordina le attività di assistenza ai feriti e ai fuoriusciti. Successivamente si porta in Svizzera, ma vien arrestato ed internato a Locarno. Nel luglio 1943 evade e riesce a rientrare a Pola, dove opera con il movimento partigiano jugoslavo, ma è arrestato dai tedeschi il 30 novembre 1943 è deportato in Germania a Dachau, matricola 59100, dove rimane dal dicembre 1943 sino alla fine della guerra. Rientrato a Pola nel 1953, per le sue idee internazionaliste si trasferisce a Monfalcone, dove muore nel 1959.