Fusero Giuseppe, nato il 9 marzo 1902 a Genova. Montatore elettricista, socialista massimalista. Operaio alle officine Ansaldo, viene licenziato nel 1930 perché rifiuta di iscriversi al sindacato fascista. Espatria clandestinamente in Francia, dove esplica intensa attività antifascista. Il 31 agosto 1934 è iscritto nella Rubrica di Frontiera ed il 31 dicembre 1935 viene emesso il provvedimento d’arresto. Allo scoppio della guerra civile aderisce al comitato multipartitico di aiuto alla Spagna di Marsiglia, di cui fanno parte i comunisti Mazzino Chiesa e Ovidio Pessi, il repubblicano Carlo Alberto Bartolena, l’anarchico Rinaldo Purisiol, Umberto Ceccotti e Emilio Strafelini, il socialista Cesare Giorgi, gli antifascisti Emilio Croce e Italo Oxilia. Esso si proponeva di “organizzare gli aiuti di ogni genere ai partenti, nonché i loro viaggi in Spagna, sia via terra, sia via mare”, di inviare medicinali e armi al di sotto dei Pirenei, di formare i “quadri di una eventuale legione” antifascista italiana e di “venire in aiuto ai profughi in caso di vittoria delle forze ribelli”. Poi nell’estate 1936 si reca a combattere in Spagna. È arruolato il 29 luglio, o il 10 agosto secondo altra fonte, nella Sezione Italiana di Carlo Rosselli e Camillo Berneri aggregata alla Colonna Ascaso della CNT-FAI, con la quale combatte sul fronte di Huesca. Successivamente combatte come radiotelegrafista nella Colonna Lenin del POUM (Partido Obrero de Unificaciòn Marxista), un partito comunista antistalinista presente soprattutto in Catalogna. In una lettera del 1977 descriverà l’esperienza: “Ricordo che i compagni non erano armati in modo adeguato. I fascisti, da Huesca e da Monte Aragón, li cannoneggiavano sistematicamente, con un fuoco infernale… Nonostante la disparità di armamento, i nostri riuscirono a contenere e respingere i ribelli per giorni e giorni nel corso di scontri sanguinosi, in cui caddero molti compagni, fra i quali molti spagnoli… Poi fu ucciso un trotskista di Marsiglia [Robert de Fauconnet]. Infine morì Renzo Picedi… Della ‘Lenin’ facevano parte un marchigiano di nome Aldo [Gambedotti], legato al gruppo di Fosco, ‘Tosca’ [Cristofano Salvini], un trotskista toscano venuto dalla Francia, dall’aspetto sofferente, e un socialista di Verona [Paolo Psalidi], alto, stempiato, di cui mi sfugge il nome. C’era pure un pavese, che si chiamava Carlo [forse Carlo Dante Pini], e Marino [Roasino], un massimalista di meno di vent’anni, che si comportò in modo brillante… Con loro stava ‘Castello’ [Pietro Fancelli], uno dei nostri giovani, molto vivace, piccolino, bravo, spericolato, insisteva perché si scavasse un tunnel, che aveva progettato per conquistare Huesca” Nel settembre 1936, opera a Lerida come radiotelegrafista. Nell'ottobre 1936 è di nuovo al fronte. Partecipa ai moti di Barcellona che dal 3 al 7 maggio contrappongono il governo autonomo catalano (Generalitat) agli anarchici spalleggiati dal POUM. Nella repressione successiva viene arrestato, ma una volta rilasciato pare combatta con l'esercito Popolare dell'Est col grado di capitano. Nel gennaio 1939 poco prima della caduta di Barcellona risulta nascosto nella città, da dove riesce a rientrare in Francia. Nei primi mesi del 1939 è internato ad Argeles-sur-Mer il 18 febbraio 1939 e successivamente Gurs il 20 luglio 1939. Incorporato in una compagnia di lavoratori stranieri impegnati nella costruzione di fortificazioni al fronte per l'esercito francese. Nel 1941 è segnalato a Berlino, probabilmente dopo essere stato preso prigioniero dai tedeschi durante l'invasione della Francia. Dopo la guerra, l'8 aprile 1946 rientra in Italia. Deceduto il 25 marzo 1978 a Sanremo.