Francioli Gaspare Giuseppe di Giuseppe e Luigia Bazzoni, nato il 15 giugno 1905 ad Arizzano (Novara, oggi Verbania). Contadino, muratore, comunista. Nell’emigrazione lavora anche come minatore e infine come impresario edile. E’ il maggiore di cinque figli. Il padre lavora in Francia e torna in Italia solo ogni due o tre anni. Anche due dei suoi fratelli vanno a lavorare in Francia: Giovanni a Epinay-sur-Seine e Carlo a Saint-Denis. Gaspare inizia a lavorare all'età di 10 anni nel suo villaggio durante la guerra. Espatriato clandestinamente in Francia attraverso la Svizzera nel 1924, lavora come minatore a Pas-de-Calais (Nord). Rientrato in Italia l’anno successivo per prestare il servizio militare, nel 1928 ritorna ancora clandestinamente oltralpe e si stabilisce a Lille (Nord). Nel 1930 aderisce alla MOI (Main-d’Oeuvre-Immigré), una organizzazione del movimento operaio voluta dal Partito comunista francese nell’ intento di organizzare i lavoratori stranieri immigrati, specie quelli comunisti. Tempo dopo si trasferisce nel circondario di Parigi, proprio quando il fascismo lo iscrive, sia pur tardivamente in Rubrica di frontiera per l’arresto. Sempre negli anni ’30 del 1900, in virtù di una legge del 1927 per agevolare la assimilazione dei lavoratori immigrati, consegue la naturalizzazione e la cittadinanza francese. E’ un militante molto attivo e durante gli scioperi del giugno 1936, in un rapporto della polizia politica italiana si legge che: “Durante questo periodo di scioperi, Francioli era molto attivo e girava la città in motocicletta per rintracciare i pochi operai che lavoravano clandestinamente. Avendo saputo che due operai stavano eseguendo riparazioni urgenti al 3° piano del nostro edificio [il Consolato italiano], scese personalmente dalla strada per controllarli e inviò una nutrita squadra di operai francesi per fermare i lavori, con il rischio di provocare gravi incidenti che fortunatamente siamo riusciti a evitare”. In quel periodo si dedica anche allo studio dell’esperanto. Parte per la Spagna repubblicana nella seconda metà di luglio del 1936 e con alcune decine di francesi, tedeschi, italiani e polacchi è uno dei primissimi combattenti internazionali a combattere in Spagna. Partecipa ai duri scontri di Irun (Gypuzkoa), sostenuti per difendere dall’attacco di una guarnigione ribelle gli importanti valichi stradale e ferroviario da e per la Francia. Dopo la caduta di Irun riesce a rientrare in Francia, ma già all’inizio di aprile del 1937 ritorna in Spagna con il consenso del Partito. Essendo la frontiera chiusa, la polizia descrive così il suo viaggio:” Ha preso il treno per Alès, poi ha viaggiato in pullman fino a Béziers. Ha soggiornato con altri volontari nelle case dei contadini vicino a Béziers (per un giorno o due), sparpagliandosi nella regione, senza dare troppo nell'occhio per non essere arrestato prima del confine. Poi sono partiti in pullman per Perpignan, alla Maison du Peuple. Erano una trentina: francesi del nord, belgi, austriaci, italiani e due ebrei della Palestina. Hanno preso l'autobus fino ai piedi dei Pirenei, poi sono partiti a piedi nella notte. Hanno ricevuto scarpe da montagna e una pagnotta di pane. Molti hanno rinunciato subito alle scarpe e hanno tenuto solo le espadrillas. Ma hanno dovuto attraversare un fiume completamente vestiti. Ne sono usciti tutti bagnati, quasi tutti avevano perso il pane, molti le scarpe da corsa. L'organizzazione era scarsa. La guida alpina perse tre quarti della truppa durante la notte. Verso mezzanotte cominciò a piovere. Alcuni camminavano a piedi nudi o in pantaloncini. Verso le due del mattino arrivarono in cima, in Spagna. Erano ancora molto affamati. [Alla fine hanno raggiunto una strada che portava a un villaggio dove hanno ricevuto un po' di cibo. Poi un pullman li ha portati a Figueras, dove si trovava il centro di accoglienza dei volontari.” Raggiunta Albacete (Murcia), base organizzativa e logistica delle Brigate Internazionali, frequenta un corso sottoufficiali di due mesi alla Scuola Militare di Pozorrubio. Ne esce inquadrato sergente nella XII Brigata Internazionale Garibaldi (2. Compagnia, 2. Battaglione). Nel luglio del 1937 combatte nella battaglia di Brunete (o del Guadarrama); poi, tra estate e autunno, combatte ancora a Huesca, Farlete ed a Fuentes de Ebro (Aragona), dove il 18 ottobre 1937 è ferito in combattimento con la spalla sinistra perforata da un proiettile. Ricevute le prime cure in un ospedale delle retrovie, viene poi destinato a all’ospedale di Alcañiz (Teruel). Intanto, presenta la sua domanda di adesione al PCE (Partido Comunista de), dove verrà ammesso quasi un anno più tardi, nel corso del 1938. Ritornato guarito al reparto, a metà febbraio del 1938 partecipa alla improvvisata e sfortunata offensiva in Extremadura, lanciata per distrarre forze nemiche da un violento attacco atteso sui fronti di Aragona. Il mese successivo combatte ancora in Aragona, nel settore di Caspe, dove la Brigata viene richiamata con urgenza da una meritata fase di riposo, nel tentativo di contenere il violentissimo e atteso attacco nemico, iniziato a seguito della caduta di Teruel. Ferito una seconda volta il 28 marzo 1938 nel corso della drammatica ritirata verso il basso corso dell’Ebro, riporta la perforazione del polmone sinistro ed è ricoverato nella clinica delle Brigate Internazionali di Matarò (Catalogna), dove vi rimane degente per tutto il mese d’aprile. Prende infine parte all’ultima offensiva repubblicana sull’Ebro. Combatte a fianco di una unità francese della XIV Brigata Internazionale “La Marseillaise” per difendere il saliente di Gandesa, nella zona di Tortosa, non lontano dal delta dell’Ebro. Dopo essersi dovuto ritirare con il suo reparto, il 20 settembre 1938 riceve la sua terza e ultima ferita, questa volta al piede sinistro sui bassi ma scoscesi pendii di Sierra de Caballs, una delle ultime linee di resistenza repubblicane sul fronte dell’Ebro. Subito curato ad Alcañiz, nelle immediate retrovie del fronte, è poi ricoverato ospedale a Reus (Tarragona) e ad ottobre è degente nell’ospedale delle Brigate Internazionali di Moya (Catalogna). Nel frattempo in Italia è iscritto anche nel Bollettino delle ricerche-Supplemento sovversivi (schedina n. 0225/1938). Nel gennaio del 1939, dopo che le truppe di Franco hanno conquistato Barcellona, un ragazzino di 13 anni, solo nel caos della ritirata, si presenta nel suo ufficio. Francioli lo prende sotto la sua protezione e insieme attraversano il confine a La Junquera il 6 febbraio del 1939. Internato a Argelès-sur-Mer (Pirenei Orientali), dove il ragazzino che lo accompagna ritroverà il padre, e poi a Gurs (Basses Pyrénées), vi incontra un altro ossolano internato, Carlo Bacca. Rifiutato l’arruolamento nella Legione Straniera, esce dal campo in una CTE (Compagnies des travailleurs ètrangers), adibita a lavori di fortificazione alle frontiere marittime e terrestri, e al momento del crollo di giugno del 1940 viene catturato dai tedeschi a Caen. Internato in Germania in un campo di lavoro vi rimane fino al termine delle ostilità. Ritornato in Francia dopo la fine della II Guerra Mondiale, vive in una località nel Var. Il 27 luglio del 1946 si sposa a Tolone con la cittadina francese Fernande Denise Suzanne Canivez e diventa ben presto padre di due bambine, nati rispettivamente nel 1947 e nel 1952. Sotto la dittatura di Franco, si reca in Spagna per mostrare alla moglie e alle due figlie i luoghi della guerra. Nel 1988 torna a Barcellona per l'inaugurazione del monumento eretto sulla rambla de Canal in occasione del 50° anniversario della partenza dei volontari. È stato iscritto all' AICVAS (Associazione Italina Combattenti Volontari Antifascisti di Spagna) . Muore a La Seyne-sur-Mer (Var) il 3 novembre del 1992.

Annotazioni: Include dati della biografia di Gianpaolo Giordana aggiornata al aprile 2017, realizzata sulle seguenti fonti consultate: Archivio INSMLI – Milano (Fondo Archivio Aicvas), Archivio INSMLI – Milano (Fondo Aicvas, busta 3, fascicolo 126) , Archivio Centrale dello Stato – Roma (Casellario Politico Centrale, busta 2157, fascicolo 122622), Archivio del Comune di Arizzano (Verbania), Archives BDIC – Nanterre (MFM 880/37, Brigades Internationales, Fonds 545/472-3), Archivo General Militar – Avila (Spagna), Archivio del Centro Studi “Piero Gobetti” – Torino (Video – intervista realizzata da Paolo Gobetti il 9 marzo del 1975), Archives ACER-AVER – Ivry-sur-Seine (Francia)