Fontana Luigi di Pietro e Loss Orsola, nato l'11 aprile 1891, a Canal San Bovo (Trento). Secondo di otto figli, dopo aver frequentato le scuole elementari lavora come contadino e boscaiolo. Allo scoppio della I guerra mondiale è arruolato nell’esercito austro-ungarico. Nel gennaio 1917 sposa Ceccon Teresa, divenendo padre nel 1919 di Felicita, e poi il 18 settembre 1921 di Severino, che sarà con lui volontario in Spagna. La difficile condizione economica del dopoguerra, lo costringe ad emigrare dal 1922 in cerva di lavoro in Francia. Nel febbraio 1929 a Nevers (Nièvre) perde la moglie. Nell’agosto 1930 è nella zona di Dijon dove rimane sino al maggio 1932, quando si fa rimpatriare. La figlia Felicita si trasferisce a Milano come domestica, mentre lui col figlio Severino si trasferiscono nel marzo 1938 a Sant’Ambrogio in Val di Susa in Piemonte. Trova lavoro come tagliapietre, ma licenziato dopo una settimana, si trasferisce a Rivarolo Canavese (Torino) dove il figlio lavora in un’azienda agricola. A giugno, rimasti entrambi senza lavoro, emigrano clandestinamente in Francia raggiungendo da Courmayeur, Chamonix dopo quattro giorni di cammino. Qui i due si separano e Luigi va a Lione a lavorare come manovale, mentre Severino lavora come contadino e poi imbianchino a Cruseilles (Alta Savoia). L’11 agosto 1938 vengono arrestati insieme perché privi di documenti e ricevono un ordine di espulsione. Forse in mancanza di alternative si rivolgono al console spagnolo a Tolosa e decidono di partire per la Spagna. Traversati a piedi i Pirenei, giungono il primo settembre a Figueras e poi a Barcellona. Il 21 settembre vengono dichiarati entrambi inabili al servizio, proprio quando viene annunciato dal governo repubblicano il ritiro dei volontari internazionali. Padre e figlio sono allora avviati al centro di smobilitazione di Torellò (Gerona). Sembra che al crollo del fronte catalano, Luigi Fontana accetti, con altri ex volontari internazionali, di riprendere le armi nella Agrupaciòn de Fuerzas Internacionales, nel tentativo di rallentare l’avanzata delle forze franchiste, consentendo a centinaia di migliaia di profughi di trovare scampo in Francia. Nel febbraio 1939 passa in Francia ed è internato ad Argelès-su-Mer e successivamente a Gurs. Tra marzo e luglio 1940, Luigi ed il figlio vengono iscritti in Italia nella Rubrica di Frontiera per l’arresto. Dal campo esce per arruolarsi col figlio nella 255. CTE (Compagnia di Lavoro per Stranieri), per lavori per l’esercito nel Doubs. In seguito all’invasione tedesca, la Compagnia viene sciolta e Luigi è internato nel campo di Saint-Cyprièn, mentre il figlio trova scampo in Svizzera. Liberato alcune settimane dopo raggiunge a Auanzes (Creuse) il figlio che nel frattempo è rientrato in Francia. Nell’ottobre 1940, padre e figlio sono arrestati dalla polizia francese perchè privi di documenti e condannati a sei mesi di detenzione per non ottemperanza del decreto di espulsione. Al termine della pena nel maggio 1941 i Fontana sono trasferiti al campo di Vernet-d’Ariège da dove fanno richiesta di rientrare in Italia. Severino rientra il 14 settembre e Luigi una decina di giorni dopo. Arrestati alla frontiera sono interrogati nel carcere di Trento dove negano di essere stati in Spagna ed in mancanza di prove sono scarcerati e rientrano a Canal del Bovo. Luigi tiene un atteggiamento indifferente al regime, mentre Il figlio Severino è chiamato alle armi e risulta disperso nella ritirata del Don in Unione Sovietica. Dopo l’armistizio dell’8 settembre Luigi Fontana entra nell’agosto 1944 nel battaglione “Gherlenda” col nome di battaglia di “Beretta” divenendo a 53 anni il partigiano più anziano della formazione. Inviato in paese a seguito di un rastrellamento che aveva privato il gruppo di viveri, Luigi Fontana è assassinato il 14 ottobre 1944 in un’osteria della frazione di Ronco di Canal San Bovo (Trento), mentre è insieme al fratello, da una pallottola proveniente dall’esterno. Gli esecutori del fatto non saranno mai identificati. A Fontana nel dopoguerra sarà comunque assegnato il diploma Alexander di partigiano combattente.