Baldassarri Umberto, nato il 15 settembre 1900 in provincia di Trieste. Comunista. A 14 anni si reca a Budapest per frequentare la scuola macchinisti. Nel 1918 viene chiamato alle armi e mandato al fronte, dove si ammala di tubercolosi. Considerato un irredentista italiano, partecipa all’impresa di Fiume di D’Annunzio, e aderisce ai fasci da combattimento, dai quali però si stacca prima della marcia su Roma, avendo maturato diverse idee politiche. Nel 1921 risiede a Gorizia occupato alla Tipografia Sociale e vi rimane fino al 1923 per poi trasferirsi a Trieste ad occuparsi del giornale “Il Piccolo”. A Trieste aderisce ai circoli comunisti tanto da essere arrestato come sovversivo nel 1929. Lo stesso anno decide di espatriare e si porta in Svizzera, Francia, Lussemburgo e Belgio, attivo a Bruxelles nella Lega Italiana Antifascista nei gruppi comunisti. Poi si porta in Urss insieme a Stanislao Vilhar, dove vien ricoverato in un sanatorio in Crimea. Dimesso lavora a Mosca come linotipista per le pubblicazioni in lingue estere e poi diventa interprete presso il Commissariato all’Agricoltura. Lavora anche alla costruzione di dirigibili e in una fabbrica di cuscinetti a sfera. Frequenta anche la scuola di ingegneria. Allo scoppio della guerra in Spagna arriva nell'aprile-maggio del 1937, sotto il falso nome di Marco Dandolo e si arruola nella 2. compagnia del 1. battaglione della brigata Garibaldi. Marchetti ricorda che Baldassarri, grazie alla sua conoscenza della lingua russa, aveva consentito ad un pilota sovietico il cui aereo era stato abbattuto, di raggiungere le linee repubblicane a Huesca. Cade il 16 giugno 1937 a Huesca.