Modotti Saltarini Assunta Adelaide Luigia di Giuseppe e Mondini Assunta, nata il 16 agosto 1896 nel quartiere di Borgo Pracchiuso di Udine. Operaia tessile e fotografa, comunista. Il padre, falegname e meccanico socialista, si sposta in varie città italiane, poi emigra in Austria nel 1898 ed infine, nel 1905, negli Stati Uniti, raggiungendo uno dei suoi fratelli. Tina a 12 anni lavora come operaia in una fabbrica tessile di seta per mantenere la famiglia durante i periodi di assenza del padre. A sedici anni, il 24 giugno 1913, si imbarca a Geniva sulla nave tedesca “Moltke” diretta a New York, raggiungendo il padre che nel frattempo si era stabilito a San Francisco, in California al 1924 di Taylor Street. Qui lavora come operaia in una fabbrica di camicie, ma inizia anche ad avvicinarsi agli ambienti artistici californiani, lavorando anche come indossatrice, modella, cappellaia e recita dal 1918 all’Opera di San Francisco per gli immigrati nella compagni “Bruno-Seragnali”. Memore della sua infanzia difficile, diventa volontaria del Comitato Italiano di Aiuto e, dopo lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, della Croce Rossa Italiana. Negli ambienti artistici di San Francisco Tina incontra nel 1915 il pittore Richey Rubaix de l'Abrie detto “Robo”. I due si sposano stabilendosi a Los Angeles. Qui iniziano a produrre batik e grazie all’esperienza di Tina in materia di tessuti e all’estro artistico di “Robo”, ottengono parecchie soddisfazioni e riconoscimenti e frequentano circoli intellettuali ed artistici. Nel 1920 Tina ottiene un ingaggio ad Hollywood per una serie di film e conosce Edward Weston uno dei maggiori fotografi dell’epoca, con cui intreccia una relazione. Nel 1922 Robo va in Messico e scrive a Weston di raggiungerlo con Tina, ma muore di vaiolo e Tina ne riceve notizia da un telegramma mentre è in viaggio per raggiungerlo. L’incontro con gli ambienti artistici e politici messicani spingono Tina a stabilirsi assieme a Weston, che diventa il suo maestro di fotografia. Tina incontra in quegli anni artisti famosi come Alfaro Siqueiros, Julio Romero e Diego Rivera, noti esponenti del muralismo. Quest'ultimo la ritrae in uno dei suoi più noti murales, alla Scuola Nazionale di Agricoltura a Chapingo. Tina matura nel frattempo una coscienza politica e aderisce alla Lega Anticapitalista Americana. Nel novembre 1926 Edward decide di rientrare definitivamente negli USA, Tina invece ormai separata da Weston, si ferma in Messico ed in quell'anno si iscrive al Partito Comunista messicano. Delle sue fotografie viene allestita una grande mostra alla Biblioteca Nazionale di Città del Messico, presentata dallo stesso Siqueiros. A questo punto Tina si unisce nel 1927 a Xavier Guerrero, muralista indio comunista, poi nel 1928 all'esiliato politico cubano Julio Antonio Mella, dirigente del Partito Comunista Cubano. In quel periodo prosegue la sua attività fotografica usando come soggetti operai e contadini. Conosce anche un giovane triestino dal lungo passato antifascista, Vittorio Vidali, che si trova anch'egli in Messico quale collaboratore della Liga Antimperialista. Il 10 gennaio 1929, mentre Mella sta tornando a casa assieme a Tina, viene assassinato per strada a colpi di pistola da sicari governo cubano. Il governo messicano strumentalizza l’episodio ed il partito comunista viene messo nei mesi seguenti fuori legge ed i suoi dirigenti costretti a entrare semi-clandestinità. Il 5 febbraio del 1930 anche Tina finisce in carcere e le si offre di restare in Messico se abbandona l'attività politica. La stessa offerta le viene fatta dall'ambasciata degli USA in virtù del suo primo matrimonio con un cittadino americano, ma Tina rifiuta. Viene così espulsa dal Messico ed imbarcata il 25 febbraio 1930 su un mercantile che fa rotta per l'Olanda. A bordo del cargo s’imbarca anche Vittorio Vidali e i due sbarcano a Rotterdam, da dove Tina prosegue per Berlino. Nella capitale tedesca Tina non riesce ad inserirsi e cosi dopo sei mesi accetta l'invito di Vidali a recarsi in Unione Sovietica. Lì lasciata al margine l'attività di fotografa si dedica alla politica, mentre l'intesa con Vittorio si consolida e vanno a vivere assieme. Dal 1932 inizia ad intraprendere sempre più spesso missioni clandestine di solidarietà. Si reca più volte in Polonia, Romania e Bulgaria a sostenere, con i fondi di Soccorso Rosso, gli operai incarcerati per gli scioperi generali. Nel maggio del 1933 è per la prima volta in Spagna, a Madrid e Barcellona, dove prende contatto con il Soccorso Rosso spagnolo, ma viene arrestata a Madrid dalla polizia repubblicana ed espulsa. Lo stesso anno viene mandata con Vidali a Parigi a riorganizzare il Soccorso Rosso in quella nazione, Nell'autunno del 1934 Vidali riceve l’incarico di recarsi in Spagna a portare aiuto ai minatori asturiani incarcerati dopo la rivolta di ottobre, mentre Tina si ferma in Urss fino al 1935. Lo raggiunge in Spagna nel gennaio 1936, mentre è in corso la campagna elettorale per le elezioni di febbraio, vinte dai partiti che avevano dato vita alla coalizione di Fronte Popolare. In luglio ha luogo il colpo di stato contro il governo repubblicano ed ha inizio la guerra civile. Tina raggiunge Vittorio a Madrid da Granada dove si trovava in missione. Da questo momento con il nome di "Maria" o "Carmen Ruiz" è in prima fila nell'organizzare e dirigere le attività del Soccorso Rosso spagnolo per l'assistenza ai combattenti repubblicani ed alle loro famiglie. È madrina del Quinto Reggimento il famoso reparto di volontari guidato da Vittorio Vidali, ormai conosciuto come Comandante Carlos, e fa parte per un breve periodo del suo battaglione femminile come miliziana. Organizza in seguito l'attività dell’Hospital Obrero del quartiere di Cuatro Caminos a Madrid, posto a disposizione del Soccorso Rosso. Amministrerà anche l'ospedale esercitando le funzioni di commissario politico. A fine luglio organizza sotto le bombe l'evacuazione dell'asilo infantile situato sulla linea del fronte nel Guadarrama. Nel febbraio 1937 assieme al medico canadese Norman Bethune organizza l'esodo da Malaga sotto i terribili bombardamenti dell'aviazione italiana e tedesca che colpiscono le colonne dei profughi lungo la strada per Almeria. Nel giugno-luglio 1937 è presente come rappresentante del Soccorso Rosso al secondo Congresso degli Intellettuali in sostegno alla Repubblica spagnola. Nel 1938 è a Barcellona, città sottoposta a continui bombardamenti, ad organizzare l'accoglienza alle migliaia di profughi che fuggono dalle zone di guerra. In ottobre, mentre l'offensiva repubblicana sul fronte dell’Ebro era ormai esaurita e la conferenza di Monaco aveva mostrato l’isolamento internazionale ella Repubblica, dopo la sfilata d'addio degli uomini delle Brigate Internazionali a Barcellona, Tina apre a Valencia l’ultimo congresso del Soccorso Rosso. Nel febbraio del 1939, do la caduta del fronte catalano, Tina varca con i superstiti la frontiera francese nascondendosi a Parigi con Vidali, in diverse case di amici per sfuggire all'internamento, gestendo aiuti economici per i rifugiati spagnoli ed i brigatisti internazionali rinchiusi nei campi. Da lì vengono inviati negli Stati Uniti con il compito di aprire un nuovo centro del Soccorso Rosso a San Francisco. Parte prima Vittorio, che arriva felicemente. Tina, con un passaporto emesso il 21 gennaio 1939dalla repubblica spagnola con falso nome, parte due settimane dopo, il primo gennaio 1939, con la “Queen Mary” e viene invece è bloccata nel porto di New York, le viene impedito di sbarcare, e trasferita su un'altra nave con destinazione Veracruz. Ritorna cosi in Messico otto anni dopo esserne stata espulsa. Appare in quel periodo molto stanca ed invecchiata, e secondo alcuni è già al corrente della malattica cardiaca che la porterà alla morte. Dopo un periodo vissuto in semiclandestinità, Tina ottiene il permesso di soggiorno nel 1940 e viene raggiunta da Vittorio che si stabilisce con lei a Città del Messico. Tina Modotti partecipa con Vidali alla vita dei rifugiati politici, alle loro lunghe discussioni e delusioni, all'attesa di una sconfitta del fascismo che Tina non vedrà mai. Nel marzo del 1941 Vidali viene arrestato e Tina Modotti vive quell’episodio con il terrore di una incursione della polizia. Fino al suo rilascio resta rintanata in casa paralizzata dal terrore di un altro scandalo e della deportazione. Dopo aver festeggiato in Capodanno 1941 a casa di Pablo Neruda, la sera del 5 gennaio 1942, dopo una cena con amici, Tina esce lascia la casa dove era ospite per raggiungere Vittorio, dicendo che non si sente bene. Sale su un taxi e chiede di essere portata in ospedale. Nel trasporto viene colta da malore e muore a 46 anni prima dell’arrivo al pronto soccorso.