Sallustro Giuseppe di Francesco e Farinaro Maria, nato il 9 ottobre 1900 a Torre del Greco (Napoli). Incisore di cammei, anarchico. Nel 1926, sorpreso a Massa di Somma ad una riunione di dirigenti comunisti, è sottoposto a stretta vigilanza dalla polizia. Nell'aprile 1936 espatria, imbarcandosi clandestinamente sul piroscafo Rex, in rotta verso New York. Nel febbraio dell'anno successivo, con altri dodici compagni, raggiunge la Spagna e si arruola nella brigata Garibaldi. Assegnato alla Brigata Garibaldi e promosso tenente, guida una compagnia di mitraglieri, combattendo a Madrid, in Estremadura, Brunete, Farlete e Fuentes del Ebro. Passa nelle file degli anarchici, in seguito agli scontri tra comunisti ed anarchici nel maggio 1937. Il 10 aprile 1938 è degradato a soldato semplice per motivi ignoti, ma si batte sull’Ebro, in Aragona e Catalogna, finché gli viene restituito al suo grado. Il 5 settembre 1938 è ferito sul fronte di Corbera al torace, all’anca destra ed al braccio destro e rimane in ospedale a Vich fino a dicembre 1938. Smobilitato in seguito alla decisone presa dal governo repubblicano del ritiro dei volontari internazionali, nel febbraio 1939 rientra in Francia ed è internato nei campi di Argelès e poi di Gurs. Dai campi riesce finalmente a scrivere alla famiglia chiedendo di essere rassicurato sul loro stato di salute “come un assetato desidera e vuole una goccia d’acqua”. La vita da internato è dura ma Sallustro si dice forte e benché ignori quando tornerà libero sente che “la bufera è passata” e che “il sereno è ancora alquanto lontano. Con pazienza attende il giorno in cui “gli uomini saranno chiamati a dare il loro sapere all’Umanità” augurandosi di essere anch’egli attore. Gli eventi trascorsi non hanno scalfito nel dicembre 1939 la speranza posta nel cambiamento e gli ideali di libertà: “Il rettile orribile e schifoso [il fascismo] vive e sembra che la sua vita sia alquanto lunga, ma la sua fine è prossima…”. In Italia su richiesta del Ministero dell’Interno viene iscritto nel Bollettino delle Ricerche e nella rubrica di Frontiera. Rifiuta di arruolarsi nella Legione Straniera, opzione che gli viene offerta per ottenere la nazionalità francese. Finito a Saint-Omer nella Francia settentrionale, in una compagnia di lavoro per stranieri per lavori destinati all’esercito, dopo una visita medica è esentato per le condizioni di salute e lavora come cesellatore, consegnando metà del suo guadagno alla compagnia. Successivamente soggiorna a Combressol (Corrèze)e poi a Mont Ferrand (Puy-de-Dome). A maggio 1940 è internato a Vernet. Condotto al confine belga raggiunge Bruxelles e il 13 giugno si presenta al Console italiano chiedendo il rimpatrio. Arrivato in Italia il 24 giugno 1940, è arrestato alla frontiera e portato a Napoli. Deferito alla Commissione Provinciale viene assegnato a cinque anni di confino a Ventotene, dove giunge il 28 agosto 1940 e successivamente si ammala gravemente di tubercolosi, per cui è ricoverato per un anno all’ospedale degli Incurabili di Napoli. Nel maggio dell’anno successivo è ricoverato nel sanatorio “Villa Maria” a San Severino Rota (Salerno). Liberato il 21 agosto 1943 alla caduta del fascismo, nel Secondo dopoguerra è ancora attivo nel movimento fino al 1956. Muore a Torre del Greco il 4 ottobre 1981.

Annotazioni: Scheda biografica integrata con informazioni del Dizionario Biografico on line degli Anarchici Italiani https://www.bfscollezionidigitali.org/collezioni/6-dizionario-biografico-online-degli-anarchici-italiani