Michele Giuseppe. Il 7 giugno 1934 la Polizia fascista lo segnala con scheda n.7044. Combatte nella I guerra mondiale. A 43 anni di età accorre in Spagna e nel gennaio 1937 risulta arruolato nella Compagnia italiana del Battaglione Dimitrov, nella XV Brigata Internazionale, di cui comanda la 5. Sezione. Giuseppe Minghetti, commissario Politico, descrive le circostanze della sua morte nei suoi “Racconti di guerra del Battaglione Dimitrov”: Michele Giuseppe […] è tra i migliori e noi tutti l’adoriamo. Egli ha saputo conquistarci con la prova del suo coraggio e della sua intelligenza. Egli appiana tutte le difficoltà politiche o militari con una bonomia tale che non si addice che a lui. Poco importa gli ordini che egli ci dà. Noi li eseguiamo, senza contestare, perché le sue conoscenze tecniche militari sono una garanzia che nessuno sbaglio sarà commesso. Egli ha 43 anni ed una grande esperienza nella guerra passata. Nel corso dei numerosi attacchi il nostro compagno era sempre alla testa della nostra sezione. Egli è bravo, ma di una bravura fredda e concentrata; la sua calma davanti il pericolo ci entusiasma; nel più forte della battaglia, fra l’intenso sibilare dei terribili proiettili assassini, egli resta imperturbabile, simile ad un blocco di granito, mentre un cuore generoso batte nel suo petto. A varie riprese ce lo ha dimostrato. Verso le 4 del dopo pranzo, si riceve l’ordine di avanzare. Come sempre il nostro comandante si slancia in avanti e noi facciamo fatica a seguirlo. I fascisti tirano come degli arrabbiati, noi gli rispondiamo allo stesso modo, e progrediamo lentamente ma sicuri. Michele ci ha già distanziati di un bel po’ ed è ad una decina di metri dalla trincea fascista piena di Mori e con una rivoltella in mano fa fuoco su di essi. Egli è lontano da noi quando si abbatte pesantemente al suolo. Una palla lo ha colpito nella testa. Noi piangiamo di collera, impotenti di poter portare il nostro aiuto. La mitraglia sputa fuoco da tutte le parti. Al crepuscolo i fascisti abbandonano le loro posizioni e noi strisciamo al posto dove è caduto il nostro compagno Michele. Egli è ancora là, noi lo trasportiamo indietro per dargli una sepoltura decente.” Michele cade il 14 febbraio 1937 nel terzo giorno di combattimenti a Morata de Tajuña nel corso della battaglia del Jarama. La notizia è ripresa anche dal libro "Nos combats". Il suo nome risulta anche tra i caduti del Jarama nel libro “Garibaldini in Ispagna”, pubblicato nel 1937 dal Commissariato delle Brigate Internazionali.