Ferrari Ernesto di Pietro e Galimberti Annunciata nato a Mozzanica (Bergamo) il 10 agosto 1909, comunista. Frequenta le prime tre classi della scuola elementare. Di professione meccanico d’auto a Treviglio, nel novembre 1928 viene chiamato alle armi, ma gli viene riconosciuto il titolo di ferma minima. Entra in contatto con il partito comunista Italiano dove svolge attività clandestina nella Gioventù Comunista ed è responsabile di cellula dal 1931 al 1934. Nel 1935, su disposizione del partito, espatria clandestinamente in Francia, a Parigi. Viene successivamente inviato a Mosca nel 1935 per partecipare al convegno internazionale della gioventù comunista. Qui lo coglie il richiamo alle armi per l’aggressione fascista all’Etiopia. Su consiglio di Togliatti rimane in Unione sovietica e frequenta la scuola leninista fino al 1936. Allo scoppio della rivolta franchista frequenta un corso rapido presso l’accademia militare Frunze e decide di partecipare con gli allievi più giovani della scuola leninista alla difesa della Repubblica Spagnola. Nel maggio 1937, all’età di 28 anni, raggiunge la Francia e assieme ad altri volontari si reca in Spagna su delle barche da pesca. Raggiunta Albacete il 28 maggio viene incorporato con il grado di tenente nell’artiglieria pesante Internazionale con il nome di Francesco Evoli nel 2. Gruppo di artiglieria dove è vice-comandante. Combatte a Villanueva del Pardillo e poi a Somosierra alla difesa degli approvvigionamenti idrici di Madrid. Di questo periodo Ferrari ricorda che di alcuni pezzi di artiglieria Skoda, gli erano arrivate solo le canne, mentre fusto e ruote erano andati perduti nel trasporto via mare a causa della guerra sottomarina dei sommergibili italiani. Fa allora montare le canne su tubi fissi a terra e così in qualche modo la batteria possa funzionare. Combatte a Villanueva de la Cañada, Valdemorillo, Somosierra e Buitrago. Dopo il ritiro dei volontari internazionali, deciso dal governo repubblicano nel settembre 1938, è avviato al campo di smobilitazione di Puebla Larga (Valencia). Da qui raggiunge per nave gli altri volontari italiani che si trovano nel campo di Torellò in Catalogna. Con gli altri internazionali passa in Francia nel febbraio 1939 e viene internato a Saint-Cyprien, ma con l'approvazione di Longo evade presto dal campo e si rifugia clandestinamente a Parigi. Trova un lavoro a Montreuil (Senna-Saint-Denis) in una officina di motori elettrici e vi resterà sino al momento dell’aggressione nazista all’Unione Sovietica. I contatti mantenuti con i compagni “illegali” della zona parigina gli consente di iniziare l’attività partigiana con un gruppo formato da reduci della Spagna di varie nazionalità, comandato da Pietro Pajetta. Sotto la direzione del rumeno Boczov, Ferrari diventa artificiere dei GAP e responsabile di tre depositi di armi. Nel 1943 cade nelle mani dei tedeschi e, dopo essere stato torturato, viene rinchiuso nel forte di Romainville. e poi internato nel campo di Compiegne. Di qui riesce ad evadere alla vigilia della deportazione in Germania e nell’agosto del 1944 partecipa all’insurrezione di Parigi. Rientrato in Italia dopo la liberazione, il 13 gennaio 1947 si sposa con Clementina Bussini e diviene funzionario della federazione del PCI di Bergamo, quindi a Roma presso la direzione fino al 1950. A Roma per qualche mese è l’autista personale di Togliatti. Nel 1959 torna Treviglio dove riprende il lavoro di meccanico. Il Consiglio Regionale Lombardo il 7 novembre del 1976 conferisce a Ernesto Ferrari la Medaglia d’Oro in occasione del quarantesimo anniversario della Guerra Civile Spagnola. Muore a Treviglio il 22 febbraio 1977.