Fava Marcello di Silvio e Nizzoli Italina, nato il 6 dicembre 1882 a Quistello (Mantova). Venditore ambulante, anarchico. Frequenta le scuole elementari senza però ottenere alcun titolo di studio. Residente a Villafranca Veronese dal 1904, il 25 ottobre 1908 sposa Cavalieri Erminia. Con lei si traferisce a Milano dove esercita la professione di merciaio ambulante e giocoliere nei mercati e nei luoghi di pubbliche riunioni. Subisce anche alcune piccole condanne per reati comuni ed è sospettato dalla polizia di aver aderito al Partito Comunista. Allo scoppio della guerra mondiale non si presenta alla chiamata e pertanto subisce una condanna per diserzione. Successivamente emigra a Buenos Aires (Argentina, con regolare passaporto, ma dopo poco tempo rientra a Milano. Raggiunta la Cecoslovacchia, nel marzo del 1924 viene condannato a Praga per reati compiuti sotto il falso nome di Ronchi Marcello e subisce un’ulteriore condanna per reati comuni dal tribunale di Vienna il 24 aprile del 1926, espiata la quale viene espulso dall’Austria. Nel 1928 da Milano si porta a Parigi da dove viene espulso il 26 ottobre 1933, dopo varie vicissitudini con la legge e successivamente si porta in Spagna dove risiede il fratello Cesare. Nel giugno 1936 risulta risiedere con la moglie in una villa a Premià del Mar, vicino a Barcellona, a suo dire cedutagli grazie ad un pregiudicato oriundo romano Dario Sensi. Durante la guerra civile secondo fonti di polizia italiana si sarebbe arruolato nella Colonna Ascaso a maggioranza anarchica, forse nella Sezione Italiana di Carlo Rosselli. La moglie Erminia Cavalieri secondo la polizia abita a Port Bou dove coabita con l'anarchica Maria Vauthier detta “Pierina” che a sua volta fa parte della Sezione Italiana della Colonna Ascaso. Nel 1937 viene iscritto nel Bollettino delle Ricerche e nella Rubrica di Frontiera per il provvedimento dell’arresto quale combattente in Spagna. Alla fine del 1936 lascia la Spagna dirigendosi a Tolosa in Francia. dove vive fino al 26 marzo del 1937, quando viene arrestato dalla polizia francese per precedenti condanne. Espiati otto mesi di reclusione per inosservanza la decreto di espulsione, invece di uscire dal paese di stabilisce di nascosto a Parigi. Arrestato di nuovo il 26 febbraio 1938 sconta altri due mesi di prigione per l’ulteriore violazione del decreto di espulsione. Raggiunto dalla moglie fuggita dalla Spagna, rientra clandestinamente in Italia con l’aiuto di una guida di Mentone e ritorna a Milano. L’8 agosto 1939 viene arrestato e nonostante neghi la partecipazione alla guerra di Spagna, viene ugualmente confinato per quattro anni a Favignana, Ustica e Fraschette d’Alatri. Liberato nell’agosto 1943. Muore a Torino il 16 febbraio 1944. Vista la personalità complessa di Fava e la mancanza di documenti che lo confermino, la sua effettiva partecipazione alla guerra di Spagna resta alquanto incerta.