Rosano Bartolomeo di Francesco Matteoda e Rosano Gioanna, nato il 7 luglio 1902 ad Aséy/Acceglio, in Borgata Fréros/Frere, sita all’ imbocco del Vallone di Üníors/Unerzio, socialista. Di professione contadino e allevatore. Espatriato in Francia (data e modalità imprecisate), si stabilisce a Marsiglia (Bouches-du-Rhône) o nelle immediate vicinanze. Occupato come manovale in un’impresa cittadina, dal 1934 é attivo militante della Cgt (Confédération générale du travail). E’probabile che dopo il 1927, grazie ad una legge tendente a favorire l’assimilazione dei lavoratori stranieri, avesse richiesto ed ottenuto naturalizzazione e cittadinanza francese. Non sappiamo nulla sulla sua vita oltralpe in quegli anni ed i registri anagrafici e dello stato civile del Comune natio non aiutano con annotazioni a margine relative ad un eventuale matrimonio. Ciò che sappiamo con certezza è che, nell’inverno 1936-37, Bartolomeo Rosano lascia casa e lavoro per attraversare illegalmente i Pirenei ed andare a combattere nella Spagna repubblicana. Da gennaio é arruolato nell’esercito repubblicano spagnolo e, dopo un breve ma intenso periodo di addestramento in una località in prossimità di Albacete (altra fonte dice invece Quintanar de la Republica) viene inserito in un reparto della 12. Brigata Internazionale Garibaldi. Perdiamo il filo della sua vita fino alla metà di febbraio del 1938 quando prende parte alla sfortunata e velleitaria offensiva in Extremadura (decisa nel tentativo di alleggerire la pressione fascista sui fronti di Aragon, in direzione del Mediterraneo), condotta male e rivelatasi piuttosto costosa in termini di vite umane. Ferito in combattimento il 16 febbraio del 1938 (con tutta probabilità a Campillo), si risparmia il disastro di primavera in Aragona (nel settore di Caspe), quando i fascisti sfondano il fronte costringendo le Brigate Internazionali, quasi circondate, ad una drammatica ritirata verso il il basso corso dell’Ebro, mentre il nemico dilaga raggiungendo il Mediterraneo a Vinaroz. Ritorna ristabilito alla Brigata nell’estate del 1938, giusto in tempo per prendere parte alla battaglia finale lungo il corso dell’Ebro. E’ la battaglia più lunga delle guerra civile, combattuta da luglio alla fine di ottobre. Probabilmente a causa di una seconda ferita, sofferta nel corso della violenta controffensiva fascista (non sono tuttavia da escludere una malattia o altra infermità) a settembre risulta ricoverato alla clinica delle Brigate Internazionali di Vich (Catalogna). Probabilmente accantonato in qualche centro di smobilitazione (Torellò? Olot? S’Agarò?) dopo il ritiro dai fronti e la smobilitazione dei volontari delle Brigate Internazionali, Rosano riesce a lascia la Spagna (in un documento, conservato agli Archives BDIC, Bibliothéque de Documentation Internationale Contemporaine di Nanterre, Hauts-de-Seine, si dice che potrebbe avere lasciato la Spagna intorno alla metà di ottobre del 1938 per rientrare legalmente in Francia con documenti transalpini legali), nei giorni tragici della retirada (prima decade di febbraio del 1939). Internato dapprima nel Campo di Argelès-sur-Mer (Pirenei Orientali), poi a Gurs (Basses Pyrénées), ne esce soltanto arruolandosi in una Cte (Compagnie de travailleurs etrangers) addetta a lavori di fortificazione lungo i confini terrestri e marittimi della Francia. Al momento, nessuna ulteriore notizia.
Annotazioni: Biografia di Gianpaolo Giordana aggiornata ad aprile 2017, realizzata sulle seguenti fonti consultate: Archivio INSMLI – Milano (Fondo Archivio Aicvas), Archivio Istituto Storico Regionale “Parri” – Bologna, Archives BDIC – Nanterre (MFM 880/37, Brigades Internationales, Fonds 545/ 474), Archivio del Comune di Acceglio, Archivi del Tribunale di Cuneo
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