Gasparri Menotti di Francesco (o Flaminio) e Francesconi Francesca, nato il 7 dicembre 1907 (o il 18 dicembre 1907) a Livorno. Vetraio, socialista poi comunista. Iscritto alla federazione giovanile socialista la lascia nel 1923 per iscriversi al Partito Comunista d’Italia. Alla vigilia del 1° maggio 1924 diffonde con un gruppo di compagni manifestini contro il fascismo, sfuggendo poi ad una squadra fascista. Fondatore di un gruppo comunista che opera a Livorno e Pisa, viene arrestato il 10 ottobre 1927 per diffusione della rivista "Avanguardia comunista”. Deferito al Tribunale Speciale è condannato il 25 maggio 1928 dal Tribunale Speciale a 1 anno di reclusione a Roma con sentenza. Rilasciato il 10 novembre 1929 a pena interamente scontata, viene diffidato. Iscritto nell'elenco delle persone da arrestare in determinate circostanze, è nuovamente denunciato per attività comunista nel 1931. A fronte dell’intensificazione della sorveglianza, tenta l’espatrio in Corsica il 18 giugno 1931, insieme ad altri 11 antifascisti. Le avverse condizioni del mare costringono l’imbarcazione a rifugiarsi nell’insenatura Bellavista di Gorgona ed il gruppo è arrestato il giorno 19. Riportato a Livorno è condannato a 10 mesi di prigione, ma la riduzione in appello a 6 mesi ne consente il rilascio il 16 dicembre. Espatria nel marzo 1932 in Francia stabilendosi a Parigi (secondo altra fonte nel 1933), dove usa i nomi di battaglia di “Scipioni” e “Alfredo Fiori” e partecipa alla devastazione dell’Associazione degli ex-combattenti italiani. In Italia viene iscritto nel Bollettini delle Ricerche e nella Rubrica di Frontiera per il provvedimento di arresto. Si trasferisce a Marsiglia con lo pseudonimo di Astarotte Puntoni. Dove svolge intensa attività comunista, distribuendo materiale ai marittimi italiani che fanno scalo al porto. In Italia vene incluso nella lista degli attentatori. La crescente sorveglianza da parte della polizia lo costringe a muoversi da una città all’altra, non riuscendo a lavorare per mancanza di documenti. Operato a Parigi di ulcera chiede al partito di esser mandato in Unione Sovietica perché totalmente privo di mezzi in Francia. Arrestato il 9 dicembre 1934 viene costretto ad espatriare in Belgio. Rientrato a Parigi nel gennaio 1935 continua a vivere tra mille difficoltà. Nel gennaio 1936 parte per l’Unione Sovietica e soggiorna a Mosca prima di essere ricoverato in un sanatorio del Caucaso. Lo scoppio della guerra in Spagna lo induce a rientrare in Francia dove si ferma fino al 22 ottobre 1936, quando parte per la Spagna. Raggiunta la base di Albacete si arruola nel Battaglione Garibaldi con il quale partecipa all’attacco al Cerro Rojo e alla difesa della Casa de Campo, guadagnandosi il grado di sergente. Cade in combattimento nella difesa di Madrid, a Casa de Campo, il 21 novembre 1936 (secondo altre fonti il 5 dicembre).