Farina Emanuele di Angelo, nato il 27 ottobre 1900 a Genova. Interprete, socialista. Studia in un convento di Serviti e viaggia molto, specialmente in Sud America. Negli anni Venti frequenta a Milano ambienti antifascisti aderendo all’organizzazione giovanile del Partito Socialista. Nel 1925 vien sorpreso mentre affigge manifestini con il ritratto di Matteotti, ma riesce a sfuggire all’arresto pur essendo stato riconosciuto. Diventa noto alla polizia per il suo impegno politico. Nel 1928 sposa Lorenza Prane che dividerà molte delle sue vicissitudini. Il 12 agosto 1935 viene deferito alla Commissione milanese per il confino, Farina si porta a Torino per poi fuggire passando clandestinamente in Francia, dopo una tappa a Lugano in Svizzera. A Parigi conosce il milanese Luigi Bolgiani che lo introduce nel movimento Giustizia e Libertà. Comincia pertanto a scrivere per il giornale “Giustizia e Libertà”, firmato con lo pseudonimo di Gino Pratesi. La collaborazione si interrompe presto per dissidi con Aldo Garosci e Farina si riavvicina al Partito Socialista. Le sue condizioni economiche sono precarie e vive con l’aiuto dei compagni e con qualche traduzione. L’8 agosto 1936, a due settimane dall’inizio della sollevazione militare in Spagna, Farina si presenta al centro di reclutamento volontari di Rue Pasteur. Illustrando le non comuni competenze linguistiche (conosce perfettamente italiano, francese, spagnolo, inglese e tedesco), ottiene un contratto da interprete da 6000 franchi ed una assicurazione sulla vita che gira alla moglie. Il 7 agosto parte per Tolosa e riceve dall’Ambasciata spagnola un passaporto col nome spagnolo di Manuel Farinas Soliman. A Madrid entra nel gruppo della squadriglia España, come interprete del sui organizzatore, lo scrittore francese Andrè Malraux. Dopo una serie di dissidi, il contratto non gli viene rinnovato e passa a lavorare all’ambasciata francese a Parigi. A metà novembre del 1936 Farina rientra in Francia per andare a prendere la moglie e la figlia, ma viene fermato dalla polizia francese per contrabbando, accusa che viene fatta presto cadere. Rientra in Spagna a Valenza dove frequenta nell’agosto 1937 la Scuola di guerra, ottenendo il grado di tenente, con il quale viene assegnato alla 220. Brigata Mista. Combatte sul fronte dell’Andalusia rimanendo ferito alla fronte nell’estate del 1937. Una volta guarito dopo una lunga degenza a Valenza, il 30 novembre 1937 viene autorizzato al rientro in Francia a causa dei postumi della ferita che gli lascia una vistosa cicatrice. Secondo la figlia, successivamente sarebbe rientrato in Spagna, partendo da Valenza su una delle ultime navi alla fine della guerra. prima dell’arrivo dei franchisti. Internato dai francesi a Casablanca, rientra a Parigi dove riprende contato con i socialisti. All’inizio di ottobre del 1939, Farina si presenta alle autorità consolari italiane dichiarandosi disposto a rientrare in patria, ma le trattative non si concretizzano, per cui rimane in Francia trovando impiego come interprete in un ufficio di approvvigionamenti della Marina tedesca. Il 24 febbraio viene arrestato con l’accusa di spionaggio e liberato dopo sette mesi di detenzione per intervento del console italiano. Rientra in Italia a Milano, all’inizio del 1946 e si fa raggiungere dalla moglie e dalla figlia. Lavora come segretario del Centro studi PSLI di Milano. Muore il 31 marzo 1975.