Fancelli Pietro di Michele e Prosperi Maria, nato il 15 maggio 1907 a Città di Castello (Perugia). Falegname e pubblicista, socialista massimalista. A 17 anni, nel giugno 1924, espatria in Francia per raggiungere la famiglia a Nizza. Rientrato nel 1927 in Italia per rispondere alla chiamata alle armi a Modena, appena congedato, ritorna in Francia. A Nizza svolge intensa attività antifascista ed è iscritto al partito comunista. A maggio del 1934 risulta iscritto in Rubrica di Frontiera e nel 1936 il provvedimento lo dichiara come "pericoloso comunista da arrestare" e lo inserisce nel Bollettino delle Ricerche. Il 12 agosto 1936 è già in Spagna a Barcellona da dove il 14 scrive alla sorella: ”…Non puoi immaginare la gioia che provo nel trovarmi in mezzo ad una moltitudine di persone che hanno i miei stessi ideali e con cui marciamo mano nella mano…stiamo combattendo per la vittoria del popolo spagnolo, che è allo stesso tempo la vittoria del proletariato internazionale…Per le strade di Barcellona si vedono solo migliaia di veicoli delle milizie operaie, che assicurano i rifornimenti di cibo alla popolazione. In Catalogna tutto è nelle mani del governo proletario…” Arruolato nella Colonna “Lenin” della milizia operaia del POUM, il 23 agosto, prima di partire per il fronte scrive all’amico Amedeo Caprini: “Stiamo attraversando la prima fase della rivoluzione, e non fermeremo davanti a quella, andremo fino in fondo, cioè dopo aver eliminato il fascismo, faremo la vera rivoluzione proletaria, cioè, una completa scomparsa della democrazia borghese, che è democrazia solo di nome…” . Combatte sui fronti di Huesca e Aragona dove viene ferito all'occhio sinistro il 12 maggio 1937. Per questa ragione e per i meriti militari è promosso ufficiale e rimane in Spagna almeno fino al 24 agosto del 1937. Dopo i tragici fatti di Barcellona che contrappongono tra il 3 ed il 7 maggio il governo autonomo catalano e gli anarchici spalleggiato dal POUM e la vittoria del governo inizia la repressione contro il POUM. Fancelli, abbandona Barcellona, e torna clandestinamente a Nizza, dove racconta, sdegnato, ai compagni quello che era accaduto prima, durante e dopo i fatti di maggio. A Nizza è ancora segnalato nel 1941 come attivo militante del partito comunista. Nessuna ulteriore notizia.