Bacca Carlo di Enrico e Brunelli Angela nato a Ginevra (Svizzera) il 18 luglio 1903. Barbiere, comunista. Rientrato a Intra (Novara oggi Verbania) dalla Svizzera all’età di 10 anni. Frequenta le scuole elementari ed alcuni corsi tecnici. Simpatizzante comunista fin dalla fondazione del Partito Comunista d’Italia. Il 27 settembre 1928 emigra a Milano. Nel corso del 1931 espatria in Svizzera e poi clandestinamente in Francia, dove si iscrive al PCF (Partito comunista francese). Operaio in gioventù, per vivere nell’emigrazione fa il barbiere e si iscrive alla sezione dei barbieri della CGT. Espulso dalla Francia nel 1933 perché privo di documenti validi, dopo svariate vicende cerca nel 1935 di tornare in Italia: arrestato alla frontiera e detenuto per 3 mesi, appena ritornato in libertà rientra clandestinamente in Francia, presumibilmente a Parigi. Il primo settembre 1936 parte volontario per la Spagna repubblicana dalla Gare d’Austerlitz insieme ad alcuni altri compagni. Appena oltrepassata la frontiera pirenaica il gruppetto é intercettato da miliziani anarchici (fra loro anche qualche italiano) che controllano la frontiera. Trattenuto dagli stessi dopo l’arrivo a Barcellona (Catalogna), riesce a sganciarsi ed a raggiungere la caserma “Carlos Marx” dove incontra Luigi Longo “Gallo”. Arruolato il 18 settembre 1936, parte per il fronte di Aragon con la Colonna Trueba/Del Barrio, la futura Divisione Carlos Marx, con cui si batte in Aragona a Robres e Tardienta. A metà maggio 1937, fruisce di 15 giorni di licenza, che trascorre in Francia. Il 29 maggio va in treno da Parigi a Marsiglia per imbarcarsi sulla nave “Ciudad de Barcelona” (costruita in Italia nei cantieri di Monfalcone), evitando i controlli della polizia francese grazie ai marinai e scaricatori antifascisti. Sulla nave su cui viaggiano 176 volontari di diverse nazionalità di cui 14 italiani, è costretto a nascondersi con gli altri nella sala mensa della nave fino alla partenza per sfuggire ai controlli del comitato di non intervento. La nave salpa alle nove di sera. Il giorno dopo, 30 maggio, la nave giunge in vista della costa spagnola. Alle 14 pomeridiane la nave viene silurata nelle acque antistanti Malgrat del Mar, dal sottomarino “General Sanjurjo” ceduto dagli italiani ai franchisti. Bacca che si trova in cabina, compreso il pericolo, riesce faticosamente a raggiungere il ponte, mentre la poppa della nave è già sotto il livello dell’acqua. Il piroscafo affonda rapidamente, fino a quando Bacca salta in mare e inizia a nuotare. L’attacco del sottomarino causa la morte di 50 dei 280 passeggeri e tra i 14 italiani solo 4 si salvano compreso Bacca. I naufraghi vengono salvati dai pescatori giunti da Malgrat del Mar, che hanno assistito impotenti alla tragedia. Raggiunta terra, é inviato per un periodo di addestramento a Madrigueras (Murcia), nei pressi di Albacete. Fa parte del Battaglione italiano Garibaldi e dal maggio del 1937 è integrato nella 12. Brigata Internazionale Garibaldi, incorporato nella Compagnia trasmissioni del 3, Battaglione. Nell’estate-autunno del 1937 combatte a Farlete, Belchite e Fuentes de Ebro in Aragona. Poi, nominato Commissario politico della 3. Compagnia trasmissioni, a metà febbraio del 1938 prende parte alla offensiva in Extremadura. Nel marzo del 1938, pur essendo momentaneamente a riposo, la Brigata vien richiamata d’ urgenza nel settore di Caspe (Aragona) nel tentativo di contenere la violentissima offensiva fascista scatenata in direzione del Mediterraneo e di Valencia (fine marzo-aprile del 1938). Poi la “Garibaldi” è obbligata a combattere anche nella durissima ritirata da Caspe nel basso corso dell’Ebro. E’ presente anche nella battaglia dell’Ebro, dove viene nominato commissario politico del 3. Battaglione dal 21 aprile al 3 giugno 1938. Dopo il ritiro dei volontari internazionali dai fronti, la smobilitazione e la Despedida, il commosso commiato dalla popolazione catalana alle Brigate Internazionali, Lasci la Spagna e secondo la testimonianza di Bacca: ” L’11 febbraio del 1939, verso le 16,00 del pomeriggio, io ed i miei compagni passammo la frontiera francese, tra una schiera di guardie mobili, che ci guidavano per una scorciatoia che scendeva fino a Cerbère, la prima città dopo il confine. Sotto un hangar raggiungiamo la folla dei rifugiati arrivati prima di noi, dai quali avevano già separati le donne ed i bambini. Ci tenevano lontani dalla popolazione che voleva portarci dei soccorsi e testimoniarci la loro simpatia. Il freddo era pungente. Avevamo fame e i feriti o ammalati necessitavano cure.” Internato nel Campo di Argelès-sur-Mer (Pirenei Orientali), così descrive la sua situazione: ”La mattina dopo verso le otto, cominciò la marcia dolorosa di quaranta chilometri, che doveva farci arrivare al nostro destino. Inutile dire che durante la marcia le soste si facevano sempre fuori dai centri abitati per evitare il contatto con le popolazioni. Finalmente, stanchi ed affamati, arrivammo in un luogo che non potemmo subito identificare, soprattutto per l’oscurità quasi totale in cui era sommerso. Dopo essere passati davanti ad una baracca debolmente illuminata, le guardie ci lasciarono dicendoci “Arrangiatevi”. Eravamo sulla spiaggia di Argelés sur Mer, dove i freddi venti dell’inverno, venendo dalla terra e dal mare, sollevavano nubi di sabbia umida che gelavano le ossa. Abbandonati dai nostri guardiani, cercavamo di distinguere tutto ciò che ci circondava, mentre il vento urlava. Qua e là piccole luci brillavano nell’oscurità della notte, mentre s’udiva qualche lamento e il pianto di un bambino. Ma il freddo vivo, la stanchezza della lunga marcia fecero sparire la nostra curiosità, onde cercare un riparo al corpo stanco ed intirizzito. Ci mettemmo a scavare un buco nella sabbia umida, poi, serrati l’uno contro l’altro, ci coprimmo con le nostre coperte. Dormire non era possibile. Quando l’alba rischiarò quella lingua di spiaggia, uscii dal rifugio con le ossa rotte. Lo spettacolo era più che rattristante, doloroso. La prima cosa che pensai fu ai poliziotti. Quando passammo la frontiera ci avevano detto con mal celata ironia: “non preoccupatevi, sarete ben ricevuti, perché la Francia fa per voi un grande sacrificio finanziario”. Le condizioni del campo narrate da Bacca sono tremende :”Vedemmo un recinto di fili spinati dietro i quali passeggiavano giovani neri armati di fucile e di una sciabola. Donne e bambini dormivano sulla sabbia. Da una baracca vidi uscire molta gente, più del doppio di quanto ne poteva contenere. Uomini donne, soldati, ragazzi e vecchie cominciavano ad animare quel triste luogo, chi correndo verso la spiaggia per i loro bisogni, chi cercando materiale per accendere un fuoco. Il vento si era calmato un po’, una orribile puzza veniva dalla spiaggia vicina portata dal vento del mare, che passando su una larga crosta di escrementi si diffondeva per il campo.” Trasferito tre mesi dopo al campo di Gurs (Bassi Pirenei), riesce ad uscirne solo dopo essere stato precettato in una CTE (Compagnie de Travailleurs Etrangers) destinata a lavori di fortificazione nel dipartimento dell’Aisne, non lontano dal confine franco-belga. Sorpreso dal crollo francese e dal dilagare nazista nel giugno del 1940, viene catturato e internato al Fort de Tourelles. Quando infine viene rilasciato partecipa alla Resistenza francese, prima nelle file dei FTP (Francs-Tireurs-et-Partisans) che combattono sull’altipiano del Vercors e poi con le formazioni organizzate dal PCF (le Milices Populaires), duramente impegnate nella battaglia per la Liberazione di Parigi. Dopo la fine della guerra vive prevalentemente a Nizza (Alpes Maritimes) e, per un breve periodo anche a Bar-sur-Loup, un delizioso paesino nell’entroterra di Grasse. Stabilitosi momentaneamente a Sanremo (Imperia), ben presto é di nuovo a Nizza. Iscritto al PCF, è attivo nell’AICVAS di cui diventa referente di zona. E’ deceduto a Nizza il 19 gennaio 1980.

Annotazioni: Biografia basata sulle informazioni raccolte da Gianpaolo Giordana aggiornata a maggio 2017, realizzata sulle seguenti fonti consultate: Archivio INSMLI – Milano (Fondo Archivio Aicvas), Archivio INSMLI – Milano (Fondo Aicvas), , Archivio dello Stato Civile – Comune di Verbania, Archives BDIC – Nanterre (MFM 880/.., Brigades Internationales) e sulla autobiografia inedita di Bacca, conservata nell\\\'Archivio ISREC – Novara