Massinissa Faustino di Luigi e di Mora Clotilde, nato il 13 novembre del 1890 a Borgomanero (Novara), in Frazione Santa Cristina, antifascista. Di professione muratore. Celibe, soldato sopravvissuto alla 1ª Guerra Mondiale, dopo la conclusione del conflitto espatria in Francia (data e modalità di espatrio non note). Vive e lavora a Tolone (Var). Non abbiamo notizie sulla sua vita o sul suo impegno politico negli anni dell’emigrazione. Parte volontario per la Spagna repubblicana nella primavera del 1937 e dal 2 maggio fa parte della Compagnia mitraglieri, 3. Battaglione della 12. Brigata Internazionale Garibaldi. Con suo reparto partecipa a tutti i combattimenti susseguitisi nell’estate-autunno del 1937: Huesca (Aragona) a metà giugno, Brunete (battaglia del Guadarrama) a metà luglio; Belchite ed infine Fuentes de Ebro (entrambe in Aragona), nel corso dell’estate-autunno. Nel febbraio del 1938 partecipa all’ improvvisata e sfortunata offensiva in Extremadura, lanciata per distogliere i fascisti da una potente offensiva in Aragon. Nel successivo mese di marzo, richiamate d’urgenza sul fronte aragonese le Brigate Internazionali, Massinissa viene coinvolto nel caotico ciclo di combattimenti sostenuti per arginare la suaccennata e violentissima offensiva fascista verso Valencia e il Mediterraneo e per evitare l’accerchiamento e la distruzione dei reparti di internazionali. Contenuta la spinta fascista (che però riesce a sfondare e arriva al mare a Vinaroz, tagliando in due il territorio repubblicano). Continua a combattere anche nel corso della successiva, drammatica ritirata dal settore di Caspe (Aragona) al basso corso dell’Ebro. Partecipa infine alla conclusiva battaglia dell’Ebro (luglio-ottobre del 1938). Lascia la Spagna alla fine di ottobre, dopo il ritiro dai fronti dei volontari internazionali, la successiva smobilitazione e la despedida (il commiato dalle popolazioni catalane). Rientrato in Francia, viene arrestato il 20 ottobre del 1939, poiché considerato straniero indesiderabile. Viene rinchiuso nel campo di internamento del Vernet d’Ariège, anticamera del rimpatrio avvenuto nel corso del 1941. Tradotto in catene dal valico di confine di Pont Saint Louis a Novara, dopo un periodo di detenzione viene sottoposto al giudizio della Commissione provinciale novarese per il confino di polizia. Destinato per un periodo non noto prima a Pisticci e poi a Matera, torna in libertà dopo il 25 luglio del 1943 e la caduta del fascismo. Dopo l’8 settembre del 1943 é partigiano combattente nella Resistenza valsesiana, nelle file della 1. Divisione Garibaldi Fratelli Varalli. Catturato dalle SS e internato nel Campo di Fossoli, viene poi deportato in Germania, da dove riesce fortunosamente a ritornare in Italia alla fine della guerra. E’ deceduto a Milano il 6 settembre 1957.

Annotazioni: Biografia di Gianpaolo Giordana aggiornata ad aprile 2017, realizzata sulle seguenti fonti consultate: Archivio INSMLI – Milano (Fondo Archivio Aicvas), Archivio Centrale dello Stato – Roma (CONFINATI POLITICI), Archivio dell’ Istituto Storico della Resistenza e della Società Contemporanea “Piero Fornara” – Novara (in: “Resistenza Unita”, marzo-aprile 1975), Archives BDIC – Nanterre (MFM 880/.., Brigades Internationales).