Martini Mario di Francesco e Guidi Teresa nato il primo maggio 1907 a Gorla (oggi Milano). Operaio, comunista. Nel 1927 Mario è iscritto al Partito Comunista d’Italia; in seguito frequenta per 9 mesi la scuola di partito ed entra a far parte della redazione del giornale “Falce e Martello”. Il 12 aprile 1928 alla Fiera di Milano in piazza Giulio Cesare si compie un sanguinoso attentato, in conseguenza del quale la polizia effettua centinaia di arresti soprattutto tra le file comuniste: fra gli arrestati c’è anche Mario che sarà rilasciato solo il 22 febbraio 1929, dopo l’assoluzione decisa dal Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato. Subito dopo espatria clandestinamente in Francia attraverso la Svizzera. Tra novembre 1929 e novembre 1936, perseguitato da provvedimenti di espulsione è costretto a peregrinare da un Paese all’altro, nello specifico Francia, Lussemburgo, Belgio e Svizzera sempre con documenti falsi intestati a “Marazzi Stefano”, “Moscardini Alfio” e “Stefano Bruno”; nel 1931 in Belgio subisce una condanna, per vagabondaggio e uso di documenti falsi, a tre mesi e dieci giorni, che sconta interamente. In questi anni lavora saltuariamente da muratore e manovale. Nel suo girovagare è sempre controllato dai Consolati italiani e dalla polizia politica fascista. Il due aprile 1937 Mario raggiunge la Spagna da Lione. Si arruola nelle Brigate Internazionali ad Albacete, inquadrato nel Battaglione “Garibaldi” con il quale il 24 aprile partecipa allo scontro di Casa de Campo a Madrid. Il primo maggio 1937 Mario entra a far parte della costituita XII Brigata Internazionale “Garibaldi”, che alla metà del mese successivo combatte nella battaglia di Huesca. Nel seguito è passato alla 42. Divisione per assumere l’incarico di commissario politico della Sezione Munizionamento. Nell’ottobre del 1937 una grave infermità lo costringe a rientrare in Francia. Fino a maggio del 1940 si sposta tra Parigi, Annemasse e Albi, poi il 2 maggio del 1940 è internato nel Campo del Vernet d’Ariège. Successivamente fa istanza di rimpatrio alla Delegazione Italiana di Tolosa, che l’accoglie, e il 29 luglio del 1942 è consegnato dai francesi alle autorità italiane al valico di Mentone. Nel settembre del 1942 é tradotto a Milano, rinchiuso nel carcere di S. Vittore, è sottoposto al giudizio della Commissione Provinciale per l’assegnazione al Confino di Polizia perché combattente antifranchista di Spagna. Tale provvedimento si concretizza in 5 anni da scontare alle le isole Tremiti. Nell’agosto del 1943 è liberato, rientra a Milano e, su indicazione del PCI, raggiunge la Val Sesia e l’Ossola dove partecipa alla Resistenza nelle file garibaldine comandate da Vincenzo Moscatelli “Cino”, commissario politico Eraldo Gastone “Ciro”. Dopo la Liberazione è segretario della Camera del Lavoro di Melegnano. Con la sua compagna Ester Suter Longa si trasferisce a Porlezza (Como), eletto consigliere comunale nelle file del PCI. Il Consiglio Regionale Lombardo il 7 novembre del 1976 conferisce a Mario Martini la Medaglia d’Oro in occasione del quarantesimo anniversario della Guerra Civile Spagnola. Si spegne in Valsolda (Como) il 26 giugno 1981.