Roggla Ferdinando di Antonio e Stofferin Anna, nato il 30 maggio 1903 a Caldaro (Bolzano). Carrettiere, antifascista. A soli quattro anni rimane orfano del padre. Dopo aver frequentato la scuola elementare inizia a lavorare come carrettiere. Svolger il servizio militare dal marzo 1923 all’ottobre 1924 nel 2. Reggimento Alpini, Battaglione “Dronero” di stanza a Saluzzo (Cuneo). Ritornato a Caldaro lavora come carrettiere per una ditta edile. Quando la ditta fallisce nel 1928 emigra clandestinamente in Austria stabilendosi a Lienz, nel Tirolo orientale. Nel 1930, di nuovo senza lavoro, dopo alcune peregrinazioni si fa rimpatriare dal consolato di Vienna. Nel 1933 espatria di nuovo clandestinamente in Austria e si stabilisce a Innsbruck, dove lavora in una cantina di vini. Nel 1935, disoccupato, passa in Cecoslovacchia, dove a Brno lavora presso la LIDU (Lega Italiana per i Diritti dell’Uomo). Da lì passa in Jugoslavia dove è arrestato per mancanza di documenti e detenuto a Zagabria. Durante la detenzione matura l’idea di recarsi a combattere in Spagna. Rilasciato alla fine del 1936, attraverso l’Austria e la Svizzera, giunge in Francia a Moulhouse e poi a Metz, dove di presenta al Comitato d’aiuto per la Spagna. Portato a Perpignano, nel gennaio 1937 attraversa a piedi i Pirenei, giungendo a Figueras con altri cento volontari internazionali. Dopo un breve periodo di addestramento ad Albacete è arruolato nella XIII Brigata Internazionale e combatte sul fronte di Malaga dopo la caduta della città in mano franchista. Poi la Brigata partecipa sempre in Andalucia alla conquista del santuario di Santa Maria della Cabeza, dove un contingente di insorti con le loro famiglie, resiste a lungo all’offensiva governativa, prima della resa. Successivamente combatte in Estremadura a Campillo de Llerena. Nel luglio 1937, la XIII Brigata è impegnata nella Battaglia di Brunete nell’attacco a Villanueva de la Cañada. Le enormi perdite subite negli attacchi porta all’ammutinamento della brigata che viene disarmata e ritirata dal fronte per essere sciolta. Nella riorganizzazione Roggla è trasferito alla Compagnia Mitraglieri del 4. Battaglione “12 febbraio” dell’XI Brigata Internazionale. Combatte a Belchite e poi a Teruel venendo promosso caporale nel febbraio 1938. Partecipa poi all’ultima offensiva repubblicana sull’Ebro e il 20 settembre 1938 è fatto prigioniero dai franchisti. Le autorità italiane informate, inseriscono Roggla nella Rubrica di Frontiera per il provvedimento di arresto. E’ detenuto inizialmente nel monastero di San Pedro de Cardeña (Burgos), trasformato in prigione per i volontari internazionali. Successivamente è internato nel campo di prigionia di Miranda del Ebro, venendo impiegato in un battaglione di lavoro impegnato nella ricostruzione di Belchite. Il 30 settembre 1943, su richiesta dell’ambasciata tedesca, il sudtirolese è rilasciato dopo 4 anni di prigionia e opta per trasferirsi in Germania. Rientrato in Italia nel dopoguerra si stabilisce a Bolzano dove lavora fino al 1947, quando a seguito di una colluttazione con alcuni poliziotti nella Questura di Bolzano è ricoverato in ospedale e poi una casa di cura a Pergine Valsugana (Trento) dove muore l’11 agosto 1953.