Roggero Giovanni di Marco e Bonico Margherita, nato a Monastero di Vasco (Cuneo) il 20 gennaio del 1873, in frazione Bertolini Soprani, antifascista. Di professione vetraio. Espatriato in Francia negli ultimi anni del 1800 (modalità non note), si stabilisce a Rive de Gier (Loire) fin quando, nel 1900, emigra in Spagna in cerca di un lavoro. Lo trova in una regione del Nord, nelle Asturias dove si stabilisce, si sposa e mette su famiglia. Nel 1903 infatti nasce a Gijón il primogenito Marcos. Le responsabilità familiari e la ricerca di un’occupazione adeguata alla sua formazione professionale lo spingono ad emigrare in una delle aree più industrializzate della Spagna dell’epoca, i Paesi Baschi (Euskadi). Si stabilisce con la famiglia a Lejona (Vizkaya), non lontana da Bilbao, dove nasce la maggior parte dei suoi figli infatti al primogenito seguono tre sorelle ed altri quattro fratelli, di tre dei quali, grazie ai solerti informatori annidati nei Regi consolati d’Italia, sono noti località e data di nascita (Juan nato a Lejona il 18 settembre 1911, José nato a Lejona l’11febbraio del 1914, Carmelo nato anch’egli a Lejona il 20 settembre del 1917 e un quinto fratello, il più giovane, di cui, come per le tre sorelle, ignoriamo luogo e data di nascita) . Per lungo tempo può esercitare il suo mestiere in una grande vetreria di Lamiago, nella stessa regione. Poi, negli anni della crisi economica mondiale e della grande depressione (intorno al 1930), perde il lavoro ed è costretto ad un altro trasferimento. Nel capoluogo trova occupazione agli altiforni di una industria siderurgica bilbaina dove, stando alle carte trasmesse in Italia dal Regio consolato non aveva mai preso contatto con le autorità e frequentava gli ambienti comunisti degli altiforni bilbaini. Negli anni della guerra civile nel nord-ovest spagnolo (in buona parte occupato dai sediziosi subito dopo il golpe del luglio 1936), ragioni meramente anagrafiche non gli consentono di combattere armi in pugno, ma tuttavia lavora per la Repubblica nella produzione bellica. Dopo la caduta del Fronte del Nord nei mesi finali del 1937 non gli succede niente fino a quando, all’inizio del 1939, la guerra non volge al termine. Solo allora i vincitori lo cercano: viene fermato ed imprigionato dai franchisti, successivamente internato a Irun (Gypuzkoa), strategico valico stradale e ferroviario al confine con la Francia. Sottoposto ad interrogatorio, ammette di aver lavorato in una fabbrica di munizioni. Decidono allora di consegnarlo alle autorità fasciste italiane, ma la possibilità di rimpatriarlo in tre- no attraverso la Francia è negata dalle autorità transalpine, che gli rifiutano l’ingresso. Viene allora trasportato in treno a Sevilla (Andalucia), poi a Cadiz dove viene imbarcato su un piroscafo, il Franca Fassio per essere tradotto in Italia. L’11 aprile del 1939, pochi giorni dopo la fine della guerra civile, sbarca nel porto di Genova. Tradotto in questura per esser nuovamente sottoposto ad interrogatorio, lo trovano in possesso di libretto di lavoro (rilasciatogli cinquant’anni prima dall’Ufficio P.S.di Mondovì), del foglio di congedo illimitato e del passaporto rilasciatogli l’anno prima, il 7 novembre del 1938, dal Regio consolato d’Italia di San Sebastian/ (Gipuzkoa). Dichiara di non conoscere il motivo della sua espulsione dal territorio spagnolo. ove risiede la famiglia composta dalla moglie e otto figli, ma lo conoscono bene tanto i franchisti (che non ignorano come quattro dei cinque figli maschi abbiano preso le armi per la Repubblica e siano ora detenuti a Bilbao in attesa di giudizio), quanto i fascisti italiani che l’hanno preso in consegna e che appena rimpatria-to gli negano crudelmente l’autorizzazione a tornare in Spagna per ricongiungimento familiare. Tenendo però conto dell’età e dello spaesamento di una persona che manca dall’ Italia da oltre quarant’anni, rinunciano ad infierire e si limitano a diffidarlo, rimettendolo in libertà al termine di qualche settimana di detenzione. Da allora, nessuna altra notizia: sembra non essere mai ritornato al paese, dove da lungo tempo si é anche persa memoria di lui.
Annotazioni: Biografia di Gianpaolo Giordana aggiornata ad aprile 2017, realizzata sulle seguenti fonti consultate: Archivio INSMLI – Milano (Fondo Archivio Aicvas), Archivio Centrale dello Stato – Roma (Casellario Politico Centrale, busta 4371, fascicolo 136707), Archivio del Comune di Monastero di Vasco (CN)
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