Dondeynaz Eugene di Pierre e Malvine Gastaldo, nato il 5 gennaio 1908 a Aosta. Antifascista, facchino (da un libretto di lavoro a lui intestato e rilasciato ad Aosta il 22 febbraio del 1937). Espatria clandestinamente in Francia nell’agosto successivo, con il chiaro intento di raggiungere la Spagna per arruolarsi nella Brigate Internazionali. Giunge nel paese iberico l'11 settembre 1937. Dopo il consueto passaggio da Albacete (Murcia), sede organizzativa, logistica e dei Comandi delle Brigate, dove formalizza l'arruolamento e la successiva destinazione, è soldato nella 4. Compagnia, 3. Battaglione, della XII Brigata Internazionale Garibaldi. Non si sa molto di questo volontario valdostano: possiamo supporre che il suo percorso in terra di Spagna non sia stato molto diverso da quello dell'unità in cui ha combattuto. In Italia, intanto, non appena nota la sua presenza nelle milizie rosse in Spagna, viene subito iscritto nel Bollettino delle Ricerche (schedina n. 0198 del 1938, con fotografia). Si presume sia stato ferito in combattimento (data e località non note, potrebbe trattarsi della battaglia dell'Ebro), poichè lascia la Spagna nell'ottobre del 1938 con un convoglio sanitario-uno degli ultimi- diretto in Francia. Il suo nome figura nel cosiddetto elenco di Roma; (un primo tentativo ad opera del senatore Edoardo D'Onofrio, membro della Direzione del PCI, di censire i combattenti antifascisti di Spagna), fra i veterani che avevano manifestato il desiderio di trovar rifugio in un paese amico quale il Messico. Non sappiamo se a Dondeynaz sia riuscita la traversata dell'Atlantico, ma ne dubitiamo (1). Ad ogni modo le sue tracce svaniscono in quell'autunno del 1938. Sola e purtroppo platonica eccezione, peraltro priva di conferme, una pratica AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all'estero), la n.470 del luglio 1990: ci dice che è rimpatriato (ma tace sia la data del rimpatrio che il paese di provenienza), che è celibe e che è ancora cittadino italiano. Null'altro, tranne che per una carta emersa casualmente dal fascicolo di Anilo Giorgi, già miliziano in Spagna nella Compagnia italiana del Battaglione Dimitrov (XV Brigata Internazionale), poi nella Garibaldi: un "comunista pentito"; (2), da alcuni ritenuto un infiltrato (ACS-Roma, elenco n.041357 K1B45, del 17 agosto del 1938). Questa carta, una sorta di confessione-delazione, accenna a un Dondeynaz, miliziano della 4. Compagnia e 3. Battaglione della Garibaldi, di anni 30 e statura robusta, molto colorito (in volto) e dedito al vino. In ogni caso, una conferma importante che aggiunge alcuni tasselli alla biografia molto scarna di Eugène Dondeynaz.


(1) La mancanza di registrazioni attendibili nei registri navali di un importante porto messicano come quello di Veracruz negano l’opportunitè di avere quei riscontri, quasi sempre molto precisi e dettagliati di chi invece sbarcava negli States e faceva la quarantena a Ellis Island.

(2) Nel secondo dopoguerra, via via che prendeva sostanza la cosiddetta “guerra fredda” com- parvero svariate miniere di memorie e di denunce dei crimini comunisti, vuoi nell’Europa orientale sotto influenza sovietica, vuoi nei paesi in cui, come Spagna, Francia, Italia, Jugoslavia e altri ancora, si era lottato armi in pugno contro dittatura e occupazione nazifascista. Memorie come quelle di Anilo Giorgi e altri furono platealmente sfruttate soprattutto nel periodo compreso tra elezioni politiche cruciali come quelle del 1948 e la fine degli anni ’50 del 1900