Doglio Settimio di Giuseppe e Leorossi Rosa nato a Borghetto d' Arroscia (Imperia) il 15 novembre 1915. Frequenta la scuola fino alla quarta classe elementare. Giovane contadino aiuta il padre nei campi. Richiamato alle armi il 20 gennaio 1936 al 2. Reggimento Artiglieria pesante campale di stanza ad Acqui (Alessandria). Nell’ottobre dello stesso anno è inviato con latri militari in provincia di Cuneo per la costruzione di strade militari. Dopo venti giorni, insofferente al regime fascista instauratosi in Italia, diserta, traversando la montagna e giungendo in Francia a Nizza (Provenza-Alpi-Costa Azzurra). Dopo 15 giorni prende residenza ad Avignone (Provenza-Alpi-Costa Azzurra). Lì conosce alcuni compagni con cui decidono di raggiungere la Spagna. Imbarcatosi su una piccola nave il 12 dicembre 1936, giunge a Valencia due giorni dopo. Si presentano allora alla sede del sindacato anarchico CNT (Confederaciòn Nacional del Trabajo) che il 24 gennaio 1937 li arruola come istruttori di miliziani spagnoli della Colonna “Iberia” di stanza a Valencia. Il 27 settembre 1937 si trasferisce a Barcellona, nella pensione Valencia, Calle Cambio Nuevo e il 6 ottobre si presenta per arruolarsi nella Caserma Carlo Marx, da dove viene inviato ad Albacete, sede delle Brigate Internazionali. Entra a far parte della XII Brigata Internazionale Garibaldi ed è assegnato a Quintanar de la Repùblica nel Battaglione di Istruzione. Non è chiaro il ruolo da lui svolto successivamente. Frequenta la scuola ufficiali raggiungendo il grado di tenente. In interrogatori dopo la cattura sosterrà di avere partecipato alla guerra nel Reparto Sanità del 1. Battaglione, come esperto di gas, ma è probabile che abbia cercato di alleggerire il suo ruolo qualificandosi come non combattente. In ogni caso in conseguenza della grande offensiva scatenata dai fascisti nella bassa Aragona, partecipa alle azioni di contenimento del nemico. Nei terribili giorni dal 15 al 30 marzo 1938, quando la situazione è oramai disperata e quando la XII Brigata viene praticamente disfatta durante gli scontri nella zona di Caspe e di Gandesa, il giorno 27 il Doglio è catturato dalle truppe legionarie di Mussolini insieme ad altri volontari. Dopo la cattura scampa alla fucilazione, ed è condotto a Saragozza dove viene rinchiuso nelle carceri locali. Consegnato al Governo italiano, è trasferito in Italia, processato e condannato a due anni e tre mesi di carcere per diserzione e per aver militato nelle milizie rosse. Inoltre deve scontare cinque anni di confino a Ventotene. Caduto Mussolini, viene liberato nell'agosto del 1943. Durante la Resistenza è catturato dai Tedeschi e fucilato a Ceva (Cuneo) il 15 marzo 1944. Il suo nome è riportato sul monumento ai partigiani caduti eretto a Pieve di Teco (Imperia).