Di Pasquale Vincenzo di Giovanni e Laboratore Stella, 18/7/1901, Scicli (Rg). Sarto, comunista. Soprannominato “Cacapezze”. Segnalato come attivo propagandista comunista nel primo dopoguerra tra i lavoratori del suo paese. Emigra nel 1922 prima a Tunisi, presso uno zio, e poi dopo pochi mesi in Francia a Parigi dove viene raggiunto dalla moglie, anche lei accesa socialista, e dal figlio. In Spagna si arruola nel battaglione Garibaldi nel settembre 1936. Ferito dai suoi commilitoni il 18 dicembre 1936, mentre apparentemente tenta di disertare, subisce l’amputazione del braccio sinistro all’ospedale n° 1 di Madrid. Dopo una permanenza in prigione, il 20 aprile 1938, viene processato dal Tribunale contro lo spionaggio e l’alto tradimento, prosciolto dall’accusa di diserzione e destinato a servizi sedentari. In seguito rientra in Francia nel gennaio 1939, stabilendosi a Livry Gargan (Senne-Saint-Denis). Presentatosi al consolato italiano di Parigi, fa atto di sottomissione al regime a suo dire per vendicarsi dei torti subiti in Spagna, come la lunga detenzione in prigione e la presunta fucilazione di un suo fratellastro accusato di spionaggio. Per vendicarsi di ciò afferma di possedere documenti utili per la polizia italiana. Tra l’altro chiede che il figlio possa arruolarsi nella Regia Marina, per sottrarlo all’influenza della moglie che vorrebbe naturalizzarlo francese. Non viene creduto e rimane all’estero almeno fino al 1942.