Diano Consolato Domenico di Bruno e Riggio Caterina, nato il primo agosto 1908 a Sils in Domleschg nel Canton dei Grigioni in Svizzera. Capomastro edile, comunista, anarchico. Originario di Motta S. Giovanni (Reggio Calabria) e domiciliato a Bocale (Reggio Calabria). Frequenta la scuola fino alla quinta elementare. Presta servizio militare dal 4 maggio 1929 al 4 settembre 1930 nel 68. Reggimento Fanteria. Espatria nel 1930 in Algeria dopo aver svolto il servizio militare. Qui è attivo politicamente, iscrivendosi al Partito Comunista e svolgendo attività antifascista, tra cui l’invio de ”L’Unità" in Italia. Espulso dalle autorità algerine, riesce a rimanere falsificando i documenti e traferendosi nella zona di Guatta. Il 5 ottobre 1936 è in Spagna, e viene incorporato nella 3. compagnia del battaglione Garibaldi, combattendo sui fronti della Città Universitaria di Madrid, Pozuelo, Mirabueno, Majadahonda, Boadilla, Jarama, Guadalajara, dove viene ferito, Fuentes del Ebro, Estremadura, Caspe ed Ebro. A Guadalajara è promosso tenente ed a Fuentes de Ebro comanda un reparto d'assalto. Gli viene concessa la medaglia al valore alla memoria con la seguente motivazione: ”Per aver salvato un miliziano ferito, balzando fuori dalle nostre linee, malgrado il fuoco nemico". Il 7 agosto 1937 il giornale della Brigata Garibaldi "Il Garibaldino", pubblica nel numero 7 la notizia del riconoscimento. Nel numero 15 del 6 ottobre 1938 troviamo un ritratto umoristico del volontario di Giacomo Calandrone con lo pseudonimo di Canapino: “Calabrese. Promosso tenente per merito di guerra. Ferito gravemente a Guadalajara. Decorato con una medaglia al valore, per aver salvato un miliziano ferito, balzando fuori dalle trincee, sotto iI fuoco nemico. Un eroe tra gli eroi garibaldini. Apparteneva alla 3. Compagnia, alla compagnia di Ferrari, alia leggendaria compagnia che seppe compiere dei prodigi di valore. Calmo, energico, buono. in trincea. era infaticabile. Non dormiva quasi mai; sostituiva i compagni stanchi ed ammalati, nei turni di guardia. Stupefacente, per energia e decisione. Tutti i compagni vi parlano di, lui con ammirazione. Non si scompone mai. Un giorno, la terza compagnia sul Monte San Cristobal. mentre vi effettuava il cambio. rimane temporaneamente staccata dal resto del Battaglione, senza mezzi di collegamento. I fascisti avanzavano in formazione quadrata. Qualcuno incominciò ad urlare: “I fascisti, i fascisti!" Diano Consolato, rispose calmissimo: “Ebbene... Che c'è di strano? Siamo qui per combattere contro di loro... Sparate, invece di gridare! Alle mitragliatrici.” Pronunciò i suoi comandi con un tono calmissimo, come se si trattasse di una semplice manovra militare. I fascisti venivano falciati dalle nostre mitragliatrici... Diano gongolava, esclamando:” Ebbene. vedete che non sono poi tanto terribili." Un episodio tra mille. Sempre in tutte le occasioni, Diano ha saputo mantenersi così calmo. Una palla nemica lo ferì a Guadalajara. La ferita non era grave, ma sopravvennero delle complicazioni, ad Orihuela. Sembrava dovesse morire... Ma Diano non voleva morire...Per la barba di Maometto, c'è ancora bisogno di lui nella terribile lotta spagnola... Il Battaglione è trasformato in Brigata, la Brigata abbisogna di quadri: non si può morire...”. Nel 1938 rimane ferito altre quattro volte. Esce dalla Spagna nel gennaio 1939 ed è internato ad Argelès, dove aderisce al gruppo anarchico "Libertà o Morte" e Gurs, ma poi evade ed è combattente con i Francs Tireurs et Partisans francesi. Nessuna ulteriore notizia.