De Peretti Renzo Antonio di Ugo e Labate Maria Egidia nato il 18 giugno 1915 a Greco Milanese (oggi Milano). Pellicciaio, antifascista. La famiglia è composta, oltre che dai due genitori, da quattro figli. In quanto agli studi, Renzo ha concluso il ciclo elementare. Fin da piccolo viene affidato alle cure della zia paterna Teresa, che abita a Nole in provincia di Torino. Quando comincia a lavorare, è impiegato in un laboratorio di pellicceria locale. Intorno ai diciotto anni ritorna a Milano a vivere nella casa paterna in via Correggio numero 16 e, per un po’ di tempo, collabora con il padre, anche lui pellicciaio. Poiché il lavoro scarseggia, nel 1934 decide di arruolarsi per il servizio militare anticipatamente. La ferma in questo caso dura due anni, la sua richiesta viene accolta e di conseguenza viene assegnato al 3° Reggimento Cavalleggeri “Alessandria” di stanza a Palmanova (UD). L’11 aprile del 1936 è congedato e ritorna a Milano: si ferma due mesi, ma, subito dopo, raggiunge il fratello Luigi, che abita a Bologna in via Augusto Anglebert numero 7. Vi resta per qualche tempo, per poi trasferirsi, sempre nella medesima città, in via Duca d’Aosta numero 90 presso certo Giuseppe Flamini. Anche qui resta poco tempo e sul finire del 1936 espatria clandestinamente in Francia, fermandosi a Mentone presso madame Juliette Ferro abitante in 6, Rue Longue, che in seguito affermerà di essere la fidanzata di Renzo. Verso la metà di gennaio del 1937 Renzo è raggiunto in questa località dagli amici e compagni Enzo Costantini e Adriano Ferrari. Da Mentone i tre raggiungono Parigi, prendono contatto con il Centro reclutamento dei volontari antifranchisti facente capo a Giustizia e Libertà, che fornisce loro i mezzi e indica i modi per raggiungere il territorio spagnolo con la raccomandazione di entrare a far parte del costituendo Battaglione “Matteotti”. Verso la metà di febbraio del 1937 i tre valicano la frontiera spagnola ed entrano in Catalogna. Raggiunta Barcellona, incontrano il comandante del Battaglione “Matteotti” Enrico Brichetti, fiduciario dell’OVRA, posto incautamente alla sua guida da Carlo Rosselli. De Peretti viene così arruolato nella 26ª Divisione 120ª Brigata Mista, 1° Battaglione “Matteotti” Compagnia mitraglieri. In questa formazione militare rimane fino ai primi del maggio successivo, senza tuttavia partecipare ad alcun combattimento. Sono i giorni delle drammatiche e fratricide vicende barcellonesi, nelle quali Renzo De Peretti e Adriano Ferrari cadono vittime. Si hanno due versioni circa la loro morte: la prima, ricostruita da Angelo Monti, responsabile del Battaglione “Matteotti” per i rapporti con i famigliari dei caduti, che testimonia che il 5 maggio 1937 i due miliziani sono arrestati dalle “Guardias de asalto” davanti all’Hotel Colon, dopo un sommario interrogatorio, sono fucilati il 3 maggio nella centrale Plaza del Angel; la seconda versione, sostenuta dalla polizia fascista, afferma che De Peretti e Ferrari sono fucilati in Barcellona il 3 maggio del 1937. Secondo quanto riportato dal periodico anarchico "Il Risveglio", del 26 giugno 1937, Ferrari e Renzo De Peretti sono fatti uscire disarmati a mani alzate dall'albergo in cui alloggiavano e come segno di "tradimento" portavano al collo fazzoletti rosso-neri della CNT. Al grido di:" Sono della Colonna Durruti, fuoco !", cadono a terra crivellati di colpi. Considerata la proverbiale efficienza dell’OVRA e degli organismi di repressione a essa collegati, è doveroso rilevare che è richiesta la pubblicazione nel “Supplemento Sovversivi” dei dati anagrafici e identificativi di Renzo in date successive alla sua morte, precisamente il 7 maggio e il 9 giugno, per il provvedimento di arresto. L’AICVAS nel dopoguerra richiede la reversibilità della pensione di guerra in favore della madre Labate Maria Egidia. Lascia parecchio stupiti il constatare che il Consiglio Regionale Lombardo, il 7 novembre del 1976, si dimentichi colpevolmente di assegnare la Medaglia d’Oro commemorativa alla memoria a Renzo De Peretti nel 40° anniversario della Guerra Civile Spagnola.