Marilungo Umberto di Angelo, nato il 25 novembre 1903 a Fermo (AP). Comunista. Terminate le scuole elementari. intraprende l'attività di marmista, con il ricavato della quale contribuisce al mantenimento della sua famiglia. Fin da ragazzo frequenta compagni dalle idee sovversive e dopo la scissione di Livorno del 1921, aderisce al Partito comunista. Diviene membro del direttorio della sezione giovanile del partito di Fermo. Lo scontro con il fascismo è durissimo né egli cerca di evitarlo, Il 20 settembre 1923 è prosciolto per mancanza di indizi dall'accusa di aver nel dicembre 1922 e in antecedenza, a Fermo e altrove, "concertato e stabilito di mutare violentemente con determinati mezzi, la costituzione dello Stato e la forma di Governo". Nel marzo 1925 è fermato dalla Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale a Monterubbiano perché diffonde giornali sovversivi. Nel gennaio 1926 è arrestato per aver partecipato a una riunione tenuta il 6 dello stesso mese in una casa contadina presso la contrada S. Filippo nel comune di Magliano di Tenna, nella quale si cercava di riorganizzare la sezione comunista del luogo. Malmenato e torturato si presenta al processo irriconoscibile e viene condannato a sei mesi di reclusione e a lire cento di multa. Considerato ormai individuo troppo pericoloso per esser lasciato in contatto con la popolazione, il 30 novembre dello stesso 1926 è condannato a cinque anni di confino da scontare alle Lipari, per organizzazione comunista. È prosciolto il 24 novembre 1931. II 29 dello stesso mese ritorna nelle Marche. A Fermo resta tranquillo per un breve periodo, poi inizia a riallacciare i contatti con i vecchi compagni. Sorvegliato speciale e ammonito, il 21 aprile 1932 in occasione dei natali di Roma, è fermato per misure di pubblica sicurezza. Il Prefetto di Ascoli lo vorrebbe ancora al confino. Impossibilitato a condurre la sua attività politica decide l’espatrio. Si reca a Roma da Tofoni insieme a Federico Ferri e di qui clandestinamente organizzano il passaggio in Francia attraverso la Svizzera (aprile 1934). Con il Ferri si stabilisce inizialmente a Parigi. ln Francia continua a mantenere i contatti con altri fuoriusciti italiani e frequenta i ritrovi dei sovversivi manifestando apertamente le sue idee comuniste. ln Italia è condannato a cinque mesi di carcere in contumacia e a tremila lire di ammenda per espatrio clandestino, All 'estero prende parte anche alle riunioni di Giustizia e Libertà. A Parigi è promotore dell'associazione "Fratellanza marchigiana" di cui segretario è Guglielmo Ricci e presidente Alessandro Bocconi. Sul finire dell'agosto 1936 parte per la Spagna con il gruppo di Giustizia e Libertà organizzato da Rosselli, con lui ci sono oltre ai marchigiani Guglielmo Rica e Federico Ferri anche Mario Angeloni. Aldo Garosci, Camillo Berneri, Pietro Nenni. Prima tappa Perpignano per poi proseguire per Barcellona. Il gruppo viene diviso in due scaglioni e i tre marchigiani Si ritrovano insieme. Inquadrato nella colonna Rosselli combatte sul Monte Pelato: sul finire del 1936, gravemente malato è costretto a rientrare a Parigi. Qui riprende attivamente la propaganda a favore di GL. Non fa ritorno in Spagna. Nell'estate del 1938 é espulso dalla Francia, con il motivo di non essere munito di permesso di soggiorno. Chiede allora al consolato italiano di Parigi il passaporto per recarsi in Belgio per cercare lavoro. Probabilmente il passaporto non gli viene concesso e il Marilungo continua clandestinamente a restare in Francia. Dopo l'occupazione tedesca lavora per quelle autorità militari quale manovale nel campo di aviazione di Villecoubly. Precedentemente aveva manifestato l'intenzione di arruolarsi nell' esercito francese. Rifugiatosi nella regione della Bretagna con la moglie Suzanne, partecipa alla resistenza francese. morto il 28 febbraio 1974 a Limeil Brevannes Val de Marne (Francia).

Annotazioni: Scheda biografica redatta da Roberto Lucioli per il volume Gli antifascisti marchigiani nella guerra di Spagna (1936-1939) [Ancona]: ANPI Marche/Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nelle Marche, stampa 1992 sulla base delle seguenti fonti: Comune di Fermo; Testimonianza del fratello Enrico (Irsmlm); Archivio Centrale di Stato. Fondo Casellario Politico Centrale; Archivio Associazione Italiana Combattenti Volontari Antifascisti di Spagna, Istituto Parri, Milano; A. Dal Pont S. Carolini L’Italia al confino 1926-1943, La Pietra, Milano 1983, p.1189; A. Maniera, Nelle trincee dell\\\'antifascismo Argalia, Urbino 1970, pp. 214-216