Manzini Renzo di Luigi e Bonfatti Elisa, nato il 10 settembre 1904 a Virgilio (Mantova). Contadino e muratore, comunista. Residente a Castelbelforte e poi a Mantova. Nel dopoguerra è un fervente attivista socialista e poi comunista dal 1921. Arrestato e condannato a due anni e sei mesi di carcere nel 1921 per un coinvolgimento nella morte del fascista Giuseppe Ferrari. Dimesso dal carcere nel novembre 1923, dopo aver assolto agli obblighi di leva, nel 1926 espatria clandestinamente in Francia stabilendosi a Beausoleil (Alpi Marittime) con tutti i suoi familiari. Qui prende parte a tutte le manifestazioni antifasciste. Si reca in Spagna il 14 agosto 1936 ed è arruolato con la Sezione Italiana di Carlo Rosselli e Camillo Berneri, aggregata alla Colonna Ascaso della CNT-FAI e combatte nello scontro di Monte Pelato. Nell'aprile 1937 passa alla brigata Garibaldi nella sezione sanitaria del 1. Battaglione. Passa poi alla 129. Brigata Internazionale operando sul fronte del Levante. Inserito nel 1938 nel Bollettino delle Ricerche e nella Rubrica di Frontiera per il provvedimento dell’arresto. Dopo il ritiro dei volontari internazionali, deciso dal governo repubblicano nel settembre 1938, è avviato al campo di smobilitazione di Puebla Larga (Valencia). Da qui raggiunge per nave gli altri volontari italiani che si trovano nel campo di Torellò in Catalogna. Tornato in Francia nel febbraio 1939 ed internato in un campo francese, viene tradotto in Italia nell'agosto 1943. Arrestato alla Frontiera è messo a disposizione del Tribunale Militare nella 4. Armata a Breglio. Poi se ne perdono le tracce.