Mangraviti Placido di Lorenzo e Guerrera Angela, nato il 16 aprile 1900 a Ganzirri (Messina). Marittimo, comunista. Vive a Messina fino a 14 anni facendo il pescatore. A diciotto anni si traferisce a Genova e lavora su navi mercantili inizialmente italiani. Dal 1924 è imbarcato su navi estere soprattutto inglesi e americane come ingrassatore di macchine. Nel 1928 si trova negli Stati Uniti a New Orleans (Louisiana). L’anno successivo diserta da una nave spagnola, stabilendosi a New York. Lì manifesta sentimenti antifascisti e nell'aprile 1933 è espulso dagli Usa in quanto vi è entrato illegalmente. Rimpatriato in Italia tenta ancora di espatriare il mese successivo, ma viene fermato ad Imperia e condannato a tre anni di detenzione. Liberato espatria clandestinamente imbarcandosi nel porto di Genova su un piroscafo norvegese diretto ad Algeri. Il 3 febbraio 1934 Mangraviti parte da Tangeri diretto a Gibilterra, da dove si sposta a Cadice. In Spagna si iscrive al Partito Comunista spagnolo. Arrestato a Malaga in seguito ad uno sciopero di contadini, viene condannato a 6 mesi di prigione, che trascorre a Saragozza e Barcellona, e successivamente espulso come indesiderabile. Successivamente torna in Francia a Marsiglia nei primi mesi del 1934 e dopo essere stato espulso dal Partito Comunista, forma un gruppo trotskista e si sposta a Tolosa dove chiede l’iscrizione con tutto il suo gruppo politico al Partito Socialista italiano. A fine giugno viene arrestato per contravvenzione ad un decreto di espulsione. Liberato tenta di raggiungere la Spagna con l’amico Bernardino Fienga, ma non ottiene il visto dal consolato spagnolo di Narbona. Riesce ad entrare in Spagna proveniente da Marsiglia il 26 luglio 1936 ed è arruolato nella Colonna Lenin organizzata dal POUM (Partido Obrero e Unificaciòn Marxista), un piccolo partito comunista antistalinista. Da qui passa alla 129. Brigata Mista dell’esercito repubblicano che lo smobilita il 4 settembre 1937, probabilmente a seguito delle epurazioni che colpiscono il POUM dopo i moti di maggio a Barcellona. Si stabilisce comunque a Barcellona, dove risulta il 23 ottobre 1937, e collabora con la LIDU (Lega Internazionale per i Diritti dell’Uomo). Arrestato nell’aprile del 1938 nella repressione contro gli elementi legati al POUM, dopo l’interrogatorio viene rinchiuso nel Carcel Modelo di Barcellona e poi trasferito nel campo di lavoro di Onells de Na Gaia (Lèrida). Dopo la fucilazione di dodici detenuti come rappresaglia all’evasione di due prigionieri, Mangraviti firma con altri una denuncia protestando contro le esecuzioni e le condizioni del campo, dove agli antifascisti non viene data la possibilità di combattere al fronte, sono costretti a lavorare 11 ore al giorno senza ricevere alcun trattamento medico se malati e sono alla mercè delle brutalità dei guardiani. Liberato poco prima della caduta di Barcellona nelle mani dei franchisti riesce a raggiungere la frontiera. Esce dalla Spagna nel febbraio 1939 e viene internato ad Argelès-sur-Mer, dove aderisce al gruppo libertario "Libertà o Morte", e poi a Gurs. Nel 1940 sbarca nel porto di Anversa, proveniente dalla Francia. Nel 1942 viene fermato dalla polizia e invitato dal Consolato a rimpatriare. Il giorno della partenza non si presenta, rendendosi irreperibile. Nel marzo del 1943 si trova a Colonia impiegato come fuochista su una nave impiegata nella navigazione fluviale. Poi se ne perdono le tracce.