Mangiola Bruno di Vincenzo e Santoro Maria, nato il 22 novembre 1907 a San Lorenzo (Reggio Calabria). Autista, comunista. Appartenente a famiglia operaia, è l’uomo di punta e segretario provinciale della federazione reggina del Partito Comunista. Espatria clandestinamente nell’agosto del 1936 portandosi in Francia a Marsiglia, dove alloggia dalla zia Margherita Santoro. Nell’ottobre del 1936 scrive al fratello Giuseppe una lettera nella quale in modo molto sereno spiega le ragioni che lo inducono a partire per la Spagna. Ne emerge una scelta consapevole e non priva di riferimenti alle sue idee politiche, probabilmente norte al fratello. Si porta in Spagna con un camion a metà ottobre del 1936. Il 25 ottobre 1936 si arruola nel battaglione Garibaldi 3. Compagnia, operando come autista. Combatte a Cerro de los Angeles, Pozuelo, Majadahonda e Guadalajara. Nel gennaio 1937 scrive al fratello che sta ben e che anche se il lavoro è un po’ duro, farà di tutto per portarlo a termine per quanto “i due compari fanno di tutto per ostacolarlo, ma nulla possono contro la nostra volontà”. I due comapri sono evidentemente Mussolini e Hitler. E’ poi commissario politico di sezione nella Brigata Garibaldi e combatte a Huesca, Brunete e sull'Ebro. Risulta ferito al braccio sinistro, alla mano destra ed alla gamba destra. Alla caduta del fronte catalano nel gennaio 1939 riprende le armi per unirsi alla Agrupaciòn Intercacional della ricostituita XV Brigata Internazionale, per tentare di rallentare l'avanzata dei franchisti e consentire alla popolazione civile di riparare in Francia. Ritorna in Francia il 7 febbraio 1939 ed è internato a St. Cyprien, Gurs e Vernet. Nel 1941 viene tradotto in Italia, è arrestato al confine. Portato nelle carceri di Reggio Calabria. Interrogato ammette di essere stato in Spagna, ma solo come lavoratore. Sostiene infatti di essersi recato prima a Barcellona e poi a Valencia, dove avrebbe lavorato come autista in una azienda agricola del Consorzio del “Sindacato Agricolo”. Sotine di non aver mai combattuto e di essere fuggito in Francia sotto l’avanzata dei franchisti. Non viene creduto e deferito alla Commissione Provinciale è assegnato il 2 luglio 1941 a 5 anni di confino a Ventotene. Liberato nell’agosto 1943. Nessuna ulteriore notizia.