Cuneo Silvio Francesco di Carlo e Biotto Domenica, nato a Torino il 6 maggio 1900, comunista. Studente nato in famiglia operaia, frequenta l’Istituto Tecnico quando parte, giovanissimo volon-tario, per prender parte alla 1. Guerra mondiale (1914-1918) ed é radiotelegrafista nel Corpo di spe-dizione italiano sul fronte francese. Rimpatriato alla fine della guerra, ritorna a Torino e nel 1922 aderisce al Pc d’I (Partito comunista d’Italia). È attivo nel Soccorso rosso internazionale. Trova lavoro come installatore di termosifoni. L’11 giugno 1925 si sposa a Torino con Maria Barale. Disponendo di documenti regolari espatria legalmente in Francia con la famiglia nel corso del 1931 e viaggia in treno transitando dal valico ferroviario del Frejus, tra Bardonecchia e Modane. Inizialmente vive a Marsiglia (Bouches-du-Rhône), successivamente si trasferisce nei dintorni di Parigi, ed infine nella capitale (ne conosciamo vari indirizzi, l’ultimo noto è quello al 121 di Quai de la Gare. Persona accorta, si presta a fare parecchi mestieri per vivere meglio e la sera per integrare il bilancio familiare suona sovente la chitarra nelle orchestrine dei caffè-concerto. Padre di un bambino di pochi anni, intorno alla metà degli anni ‘30 fa ritorno in Italia. Gli é infatti morta la moglie e con tutta probabilità, torna a Torino per la sepoltura ma anche per affidare il figlioletto alla sorella Orsola, che vive nel capoluogo subalpino. Ritorna in Francia clandestinamente alla fine di settembre del 1936 e pochi giorni dopo, il 9 ottobre, parte volontario da Parigi per la Spagna repubblicana. Inizialmente fa parte della Compagnia trasmissioni della 11. Brigata Internazionale Hans Beimler, a reclutamento prevalentemente tedesco. Nel maggio del 1937 raggiunge la 12. Brigata Internazionale Garibaldi. Oltre all’italiano conosce discretamente il francese e parla abbastanza bene lo spagnolo, tanto da essere prevalentemente impiegato come istruttore nel reparto trasmissioni. In Italia, intanto, la polizia del regime lo iscrive in Rubrica di frontiera per l’arresto. Promosso sergente, nel settembre 1937 viene ferito seriamente in combattimento a Farlete (Aragona) e rischia la perdita dell’occhio destro che, malgrado le cure, rimane seriamente menomato. Durante la convalescenza chiede di poter aderire al Pce (Partido comunista de España). Nella biografia che gli viene richiesta afferma di conoscere Gallo (Luigi Longo). L’asserzione lascia piuttosto dubbiosi gli increduli e severi commissari, che indagano presso Longo e scoprono che Cuneo ha detto il vero. Nel novembre dello stesso anno fruisce di una licenza terapeutica che trascorre in Francia: rientra al reparto il 21 gennaio del 1938. Non si sa se abbia preso parte alla offensiva di metà febbraio in Extremadura nè alla durissima battaglia difensiva che si snoda tra marzo e aprile tra Aragona, Levante, Catalogna, ma è certo che tra luglio e ottobre combatte la battaglia dell’Ebro. Intanto in Italia viene anche iscritto nel Bollettino delle ricerche – Supplemento Sovversivi (schedina n.01592/38). Dopo la caduta senza combattere di Barcellona (26 dicembre 1938) ed il crollo delle difese catalane, malgrado la seria menomazione prende ancora le armi tra fine gennaio ed inizio febbraio del 1939 e combatte fino alla fine con una compagnia mitraglieri della Agrupacion de Fuerzas Internacionales, riarmata per proteggere la retirada e l’esodo dei profughi verso il confine pirenaico. Rientrato in Francia il 7 febbraio 1939 viene internato nel Campo di Saint Cyprièn/ S.Cebriá de Rosselló (Pirenei Orientali), poi a Gurs (Basses Pyrénées), nella sezione di baracche ”E, gruppo italiano. Ne esce precettato in una Cte (Compagnies des travailleurs etrangers) incaricata di attuare lavori di fortificazione lungo le frontiere francesi, nei dipartimenti del Nord e dell’Est. Fatto prigioniero dai tedeschi dopo la disfatta dell’esercito francese nel giugno 1940, é preso in con-segna dai soldati italiani della 4. Armata che occupano e presidiano il Sud-Est della Francia. Rimpatriato nell’agosto del 1941, è messo in carcere a Torino; poi viene sottoposto a giudizio dalla Commissione provinciale per il Confino di polizia. Inizialmente è soltanto diffidato, ma quando a metà del 1943 vengono provate le sue attività sovversive all’estero e la presenza in Spagna é assegnato per 5 anni di confino a Ventotene. Liberato quasi subito nell’agosto del 1943 fa ritorno a Torino per ricongiungersi con il figlio. Sopravvissuto alla guerra, Silvio Cuneo muore a Torino il 3 agosto del 1956.

Annotazioni: Biografia di Gianpaolo Giordana aggiornata a maggio 2017, realizzata sulle seguenti fonti consultate: Archivio INSMLI – Milano (Fondo Archivio Aicvas) , Archivio Istituto Storico Regionale “Parri” - Bologna , Archivio Centrale dello Stato – Roma (Casellario Politico Centrale, busta 1557), Archives BDIC - Nanterre (MFM 880/37, Brigades Internationales, Fonds 545/ 458), Archivio di Stato Civile del Comune di Torino