Croci Remigio di Stefano e Noblin Matilde, nato a Mótze/Mocchie (Torino) il 26 ottobre del 1900, comunista in borgata Colombatti. Di professione contadino, sarà anche carpentiere e cementista nella emigrazione. Viene chiamato alle armi nella fase finale della prima guerra mondiale cui partecipa, sebbene con molta riluttanza, come soldato di fanteria. Prima del congedo diserta ed espatria clandestinamente in Francia. In seguito a questo evento viene processato in contumacia davanti a un Tribunale Militare che il 18 giugno del 1921 lo condanna a 3 anni di carcere militare per diserzione. Successivamente e per ragioni non note (probabilmente grazie ad una amnistia) ha l’opportunità di rientrare in Italia, dove rimane fin quando, nel 1930 non espatria in Francia legalmente e definitivamente, avvalendosi del passaporto n. A – 298820 (rilasciato dalla Regia Questura di Torino l’8 gennaio dello stesso anno. Ad ottobre del 1927 viene approvata in Francia una legge per facilitare l’integrazione dei numerosissimi immigrati, giunti da ogni dove per surrogare nelle fabbriche e nelle campagne le elevatissime perdite francesi in vite umane nel corso della Grande Guerra. Una volta regolarizzato, si sposa oltralpe (non conosciamo il nome e la nazionalità della sposa) e diventa ben presto padre di due figli. E’attivo nell’Upi (Unione popolare italiana), una organizzazione di massa voluta e diretta dal centro estero del Partito comunista, che arriverà a contare su oltre cinquantamila aderenti. Proprio per quest’attività militante, segnalata dagli spioni di un Regio consolato d’Italia, non tarda ad essere iscritto in Rubrica di frontiera per l’arresto. Non conosciamo la località francese in cui vive con i suoi familiari ma sappiamo che lascia la Francia continentale nel 1934 per trasferirsi a Orano (Algeria) con un contratto di lavoro come cementista in un’impresa di costruzioni. Nell’autunno 1936, poco dopo l’inizio della guerra civile in Spagna lascia Orano, l’Algeria ed il lavoro da cementista e il 28 ottobre del 1936 é già volontario nella Spagna repubblicana. Ad Albacete (Murcia), base logistica ed organizzativa delle Brigate Internazionali e sede di comandi e del Commissariato, si arruola in un reparto della 14. Brigata Internazionale La Marseillaise con cui si batte in molti dei combattimenti per la difesa di Madrid. Dal giugno del 1937, in seguito ad una riorganizzazione delle Brigate su base parzialmente nazionale e linguistica, viene trasferito alla 12. Brigata “Garibaldi, 1. Compagnia, 1. Battaglione. Presumibilmente impegnato a metà luglio nella battaglia di Brunete (o del Guadarrama) in autunno torna a combattere in Aragona (Farlete, Belchite e Fuentes de Ebro). Non abbiamo altre notizie sul suo percorso spagnolo nell’anno successivo, il 1938, che vede le dure battaglie in Extremadura (metà febbraio), Aragona (marzo-aprile) e sull’Ebro (estate-autunno). É probabile che sia stato ferito durante della battaglia dell’Ebro poiché nell’autunno del 1938 risulta ricoverato alla Clinica Militar n.7 di Mataró (Catalogna). Da allora nessun’altra notizia per cui non si può escludere l’ipotesi che Croci possa non essere sopravvissuto alle ferite.

Annotazioni: Biografia di Gianpaolo Giordana aggiornata ad aprile 2017, realizzata sulle seguenti fonti consultate: Archivio INSMLI – Milano (Fondo Archivio Aicvas – Serie I, Documenti personali, Archivo General de la Guerra Civil Española – Salamanca (Spagna), Archivo Historico Militar – Avila (E), Legajo 276, Carpeta 007, Armario 005, Archivio Istituto Storico Regionale “Parri” – Bologna. Archivio del Comune di Condove.Archivio Centrale dello Stato – Roma (Casellario Politico Centrale, busta 1543), Archives BDIC – Nanterre, (MFM 880/37, Brigades Internationales, Fonds 545/ 472)