Corsinovi Fosca di Antonio e Salvestrini (o Salvestri) Emma, nato il 24 settembre 1897 a Casellina e Torri ora Scandicci (Firenze). Commessa, cuoca, infermiera anarchica. Compagna di Dario Castellani, La Corsinovi è una donna minuta: alta all’incirca un metro e sessanta, «corporatura normale, capelli castani, occhi castani, naso piccolo, bocca media, viso scarno, colorito bruno», difficile immaginarsela come una pericolosa sovversiva; nonostante tutto però, la polizia fascista non la mollerà un attimo negli anni a seguire. Madre di Luce, nata il 26 settembre 1920, espatria in Francia nel 1923, a Marsiglia dove raggiunge insieme alla figlia Castellani che è sfuggito al processo per l’insurrezione di Firenze dele 1921. Qui si impiega come commessa in una panetteria. Politicamente si attiva nel soccorso delle famiglie dei carcerati italiani nel Comitato Pro Figli dei Carcerati. Insieme al suo compagno e, tra gli altri, ad Antonio Cherici e Giulio Bacconi, fa parte del gruppo artistico teatrale internazionale che rappresenta opere per le vittime politiche. Espulso Castellani dalla Francia, Fosca si sposta a Tolone dove abita la numero 3 di Rue Leblond Saint Hilaire e poi a Grenoble con la figlia e poi a Grenoble, dove lavora come commessa presso la libreria di Ettore Carrozzo. Il 14 luglio 1931 viene iscritta nel Bollettino delle Ricerche ed in Rubrica di Frontiera come pericolosa e da fermare. Nel 1932, anche lei viene espulsa dalla Francia ma il provvedimento viene sospeso per le reazioni delle comunità anarchiche locali. Inizia comunque a spostarsi nel paese fino a espatriare in Svizzera a Ginevra con la figlia nel 1934. Dopo aver interrotto la relazione con Dario Castellani, si è infatti legata sentimentalmente a Francesco Barbieri, e ha trovato una sistemazione come cuoca presso la cucina dei rifugiati politici presso la Camera del Lavoro della città al numero 4 di rue des Pavillons, fino alla fine di luglio 1936. Alla fine del 1935 viene espulsa dalla Svizzera insieme a Francesco Barbieri. Allo scoppio della guerra civile, parte per la Spagna con il compagno e raggiunge Barcellona dove nell'agosto si arruola nella Sezione Italiana della Colonna Ascaso della CNT-FAI, con mansioni di infermiera, operando sul fronte di Aragona e poi presso l'ospedale di Vicién. Il 3 maggio 1937 scoppiano a Barcellona sanguinosi scontri, che si protrarranno fino al 7, tra il governo autonomo, inseguito appoggiato dal governo centrale, e gli anarchici spalleggiati dal POUM (Partido Obrero de Unificaciòn Marxista) un gruppo comunista antistalinista. Rientrata a Barcellona il 4 maggio 1937 nella casa di Plaza del Angel al numero 2, che condivide con Camillo Berneri, Francesco Barbieri, Leonida Mastrodicasa, Enzo Fantozzi e Umberto Marzocchi. Il 4 maggio assiste con Tosca Tantini all'arresto di Francesco Barbieri e Camillo Berneri, annotando la matricola del capo degli agenti di polizia che procedono all’arresto dei due anarchici che saranno assassinati nella notte tra il 5 ed il 6 maggio. Il 7 maggio si sparge la voce che i due corpi si trovano all’obitorio dell’ospedale Policlinico. La Corsinovi si reca a controllare con Emilio Canzi, Umberto Marzocchi e l’anarchico siciliano Vincenzo Mazzone. Entrati nell’obitorio la Corsinovi sviene quando riconosce il cadavere di Berneri dai calzini che gli aveva rammendato. Poco più in là riconoscono anche il cadavere di Barbieri. Malgrado la tragedia e la successiva repressione contro gli anarchici ed il POUM, la Corsinovi rimane comunque a Barcellona dove organizza insieme ad ad Enrico Zambonini ed Armand Schofer o Schoffer detto “Rodriguez”, vecchio militante della FAI originario forse di Trieste, una colonia infantile detta "L’Adunata de los Pequeños " a sostegno bambini rimasti orfani o feriti nei bombardamenti di Barcellona, lanciando una sottoscrizione pubblicata sul giornale “L’Adunata dei Refrattari”, pubblicato a New York negli Stati Uniti. Verranno raccolti oltre 1000 dollari e la colonia per gli orfani sarà aperta a Pins del Vallès (oggi del Cugat nei dintorni di Barcellona) il 7 novembre 1938, accogliendo 30 bambini. L’11 novembre 1938, scrive una lettera a “L’Adunata dei Refrattari” descrivendo i progressi della colonia: “Compagni, siamo in pieno periodo organizzativo. […] Oltre a frequentare la scuola del villaggio, i bambini avranno una occupazione di loro gusto ed a tal scopo pensiamo di organizzare una piccola officina con utensili di meccanico e falegname. Coloro a cui piace la terra si sono già messi la lavoro per coltivare il loro pezzetto. Faremo inoltre un piccolo foglio murale, i compilatori dei quali saranno eletti dei bimbi stessi. Appena avremo una biblioteca porremo in ogni libro un foglio nel quale ogni lettore scriverà le sue riflessioni. […]”. L’inaugurazione ufficiale della colonia avviene pochi giorni prima del crollo del fronte, il 22 gennaio 1939, e vi partecipano il direttore di “Tierra y Libertad”, un redattore di “Solidaridad Obrera” organo della CNT ed il regista cinematografico Eusebio Carbò. La festa verrà così documentata in un breve film di quattro minuti che, dopo infinite peripezie, sarà possibile proiettare solo nel 1946. Al crollo del fronte catalano la Corsinovi deve sciogliere la colonia. Porta i bambini a Barcellona poche ore prima della caduta della città in mano ai franchisti il 26 gennaio 1939 sotto il suono delle cannonate, e affida ai bambini ai parenti. Il tempo di un cambio di vestiti e riparte su un camion verso il confine di Perthus a 180 chilometri. Nelle strade ingombre di centinaia di migliaia di civili che fuggono terrorizzati, impiega quattro giorni ad arrivare al confine. Dopo una notte passata all’aperto il confine viene aperto per le donne ed i bambini e la Corsinovi nei primi giorni di febbraio e giunge a Perpignano. In Francia, assume il nome di Marie-Thérèse Noblino, nata a Mentone il 7 novembre 1896. Viene rinchiusa nei campi di internamento di Récébédou e Brens insieme alla figlia Luce. Tornate in libertà nell'agosto del 1940, sono di nuovo arrestate nell’ottobre 1941 a Saint-Tropez e identificate, insieme ad Armando Schofer alias “Rodriguez” e Simone Murer. La Corsinovi è condannata a Draguignan (Var) a tre anni di carcere, mentre la figlia ed il suo compagno Memo sono condannati ad un anno. Tutti e tre sono trasferiti alla prigione di Aix-en-Provence e poi nel campo di concentramento di Huac. Il 15 ottobre 1942, mentre la figlia riesce a restare in Francia, Fosca è tradotta in Italia e consegnata alla polizia di frontiera di Mentone. Dopo essere stata detenuta ed interrogata a Firenze, viene deferita alla Commissione Provinciale che il 12 gennaio 1943 la assegna 5 anni di confino alle Tremiti. Liberata dopo l'8 settembre 1943, va a Firenze dove ritrova Dario Castellani e viene raggiunta dalla figlia. Dopo la Liberazione partecipa alla riorganizzazione del movimento anarchico fiorentino nel quale rimane attiva per tutto il dopoguerra. Muore a Firenze il 4 gennaio 1972.