Confalonieri Agostino di Attilio e Capra Luigia, nato il 10 gennaio 1909 a Monza (Milano, oggi Monza-Brianza). Valigiaio, anarchico. Abita con la famiglia a Monza in via Lamarmora n.3. Frequenta la scuola fino al conseguimento della licenza elementare. Non si sa da quando, ma è certo che è stato iscritto al Partito Socialista Italiano. Se abile al servizio militare, è probabile che lo abbia assolto tra il 1929 e il 1931. Nel dicembre del 1932, con regolare passaporto, si reca nel Canton Ticino, precisamente a Bellinzona, dove ha occasione di esercitare la sua professione presso un valigiaio locale di nome Luigi Mainetti, anche lui di fede socialista. Non si sa per quanto tempo si fermi in Svizzera, ma è certo che, nell’autunno del 1936, Agostino si trovi in Francia a Perpignano, dove, insieme ad altro antifascista di nome Vittorio Cantrelli, si rivolge all’anarchico ravennate Giuseppe Pasotti per essere accompagnato in territorio spagnolo. La faccenda va a buon fine e, il 23 novembre del 1936, è in Spagna, raggiunta con il sesto scaglione della Sezione Italiana di Carlo Rosselli e Camillo Berneri, aggregata alla Colonna “Francisco Ascaso” della CNT-FAI. Non è certo se abbia partecipato a combattimenti in cui è stata impegnata la sua unità miliziana. Si suppone che, dopo qualche mese (marzo del 1937?), usufruisca di una licenza, che gli permette una puntata in Francia e in Svizzera a Bellinzona. In questo lasso di tempo si munisce di un lasciapassare, rilasciatogli dal Console Repubblicano spagnolo di Ginevra e intestato a Gonzalo Negris, con il quale, il 30 marzo 1937, si avvia di nuovo per raggiungere la Spagna. La supposizione che abbia usufruito di una licenza, è giustificata dal fatto che egli cerca di ritornare nella zona dove infuria la guerra civile. Ma, il 3 aprile del 1937, è fermato, assieme ad altri due miliziani della Colonna “Rosselli” e cioè il vercellese Francesco Prevosto e il forlivese Domenico Girelli, a Bourg-Madame sul confine franco-spagnolo. Dopo essere stato portato a Perpignano, è arrestato e sottoposto a giudizio, in seguito al quale è condannato a tre mesi di carcere, che probabilmente sconta in loco. Intanto in Italia l’OVRA lo inserisce sia in “Rubrica di Frontiera” sia nel “Bollettino delle Ricerche Supplemento-Sovversivi” n.0746, del 3 maggio 1937, su disposizione del Questore di Milano, con la motivazione “Socialista da arrestare”. Rimesso in libertà, non cerca più di tornare in Spagna, resta in Francia per un periodo abbastanza lungo, probabilmente in cerca di una attività lavorativa, affrontando di sicuro sacrifici e privazioni, comuni a tutti gli antifascisti fuorusciti. Probabilmente nel 1939, viene espulso dalla Francia in territorio belga. Nel giugno di quello stesso anno è arrestato a Bruxelles, in casa di un certo Renzo Carrà, e, sottoposto a giudizio, è rimandato in territorio francese. Qui raggiunge la cittadina di Tourcoing (Nord), ma è di nuovo fermato e a Lille sembra ricevere l’invito ad arruolarsi nell’esercito francese (Legione Straniera?). Rifiutatosi, riesce, non si sa come, a raggiungere di nuovo il territorio belga, a Bruxelles, domiciliato al n.101 Boulevard de la Revision. Il 5 luglio del 1939 è di nuovo arrestato e messo in guardina. Nel settembre dello stesso anno Confalonieri si trova munito di un passaporto cubano intestato a Jose Marcos Joaquin, ovviamente falso, proveniente da un certo numero di documenti in bianco cubani, portati in Belgio dal combattente antifranchista di Spagna l’abruzzese Giuseppe Bifolchi. Per la sua scarcerazione interviene il noto anarchico milanese Mario Mantovani, che si attiva presso la polizia locale per il rilascio di Agostino, con l’impegno ad imbarcarlo per la destinazione americana. Mantovani prende contatti con l’agenzia locale della Canadian Pacific, che gli indica la possibilità di imbarcare Agostino e anche il combattente antifranchista bresciano Ernesto Bonomini su di una nave in partenza da Anversa e diretta in Canada, con probabile cambio nel porto di Liverpool (Gran Bretagna). Raggiunge il Canadà e poi la città di Toronto, in cui è arrestato, perché è riscontrata la falsità del passaporto. Sottoposto a giudizio, è incarcerato successivamente nel “Toronto Don Jail”. Nessuna ulteriore notizia.