Colombo Filippo di Giuseppe e Clerici Maria, nato il 22 agosto 1899 a Gallarate (Varese). Ferroviere, anarchico. Frequenta la scuola fino alla terza elementare. Artigliere durante la prima guerra mondiale, è staffetta motociclista del comando supremo dopo Caporetto e viene condannato dal Tribunale di guerra ad un anno di reclusione per furto. Dopo la guerra lavora nelle ferrovie dove tra il 1919 e il 1920 è iscritto al sindacato rosso. Detenuto per 20 giorni a seguito del sanguinoso attentato al Diana di Milano avvenuto il 23 marzo 1921. Alla polizia dichiara di essere un ammiratore di Tolstoi, contrario alla violenza perché fiducioso nella “evoluzione dei popoli solo col progresso naturale” e viene prosciolto. Nell’ottobre si reca in Svizzera, dove lavora per sei giorni, prima di essere fermato e riaccompagnato in Italia, perché privo di permesso di lavoro. Licenziato per attività sovversiva, emigra lo stesso anno in Germania a Colonia. È poi segnalato in Belgio, da cui viene espulso nell'ottobre del 1921. Torna quindi in Germania a Dresda da dove passa in Olanda per imbarcarsi ai primi di gennaio del 1922 per America latina, giungendo in Colombia dopo 28 giorni di navigazione. Trova lavoro come meccanico a Buenaventura. Dopo una breve puntata a Buenos Aires da uno zio materno, torna in Colombia stabilendosi a Bogotà, dove comincia a commerciare in articoli di viaggio ed è anche rappresentante delle macchine da cucire Singer. Arrestato a Tuluà (Colombia) nell’agosto 1927 mentre svolgeva propaganda sovversiva. Dopo due mesi di detenzione nelle carceri di Cali, nell’ottobre viene espulso e si sposta a Panama. Nel dicembre del 1927 è espulso anche da Panama e rimpatriato a Genova dove giunge il 19 gennaio. Nel marzo 1928 riceve una diffida. Il mese successivo è arrestato in connessione all’attentato al re, con la bomba scoppiata alla Fiera di Milano il 12 aprile 1928. Nel gennaio 1929 viene prosciolto per insufficienza di prove dal Tribunale Speciale, ma comunque iscritto nell’elenco delle persone da sorvegliare ed arrestare in determinate circostanze, come ad esempio alle nozze del principe ereditario Umberto l’8 gennaio 1930. In questo periodo per sopravvivere fa il venditore ambulante, anche se privo di licenza che gli viene sempre negata. Il 2 febbraio arriva persino a scrivere a Mussolini, affinchè interceda nell’ottenimento della licenza di ambulante. Arrestato il 2 giugno 1931 per organizzazione comunista, è condannato a cinque anni di confino a Ponza, dove si segnala nel gruppo degli anarchici. Subisce due arresti per proteste collettive e nel 1935 è condannato a otto mesi di carcere, circostanza che gli prolunga la pena fino al 7 marzo 1937. Nell'agosto 1937 da Milano passa in Svizzera, poi in Francia e con l’aiuto delle organizzazioni del Partito comunista, raggiunge la Spagna dove si arruola nella brigata Garibaldi. Dato per disperso nella zona di Caspe, nel gennaio 1939 lo troviamo nel campo di smobilitazione di Torellò. Uscito dalla Spagna, nel marzo 1939 risulta internato ad Argelès-sur-Mer e poi a Vernet d’Ariege, dove si unisce al gruppo anarchico “Libertà o Morte”. Il 28 gennaio 1940 avrebbe lasciato, non si sa in quali circostanze il campo stabilendosi a Perpignano. Muore a Milano il 9 maggio 1969.