Maglietta Clemente nato a Napoli il 22 febbraio 1910 in una famiglia benestante. Dopo il liceo, si iscrive alla facoltà di giurisprudenza nella sua città per seguire le orme del padre, già avvocato. Proprio nell’ambiente universitario entrerà in contatto con l’organizzazione clandestina del partito comunista, aderendo alla Federazione Giovanile Comunista nel 1927 che è attiva nell’Università di Napoli. Inviato una prima volta a Parigi nel 1930 per stabilire contatti con il centro estero del Partito Comunista d’Italia, torna frequentemente in patria con diversi incarichi tra Campania, Umbria e Abruzzo. Tornato nella capitale francese nel 1931 e l’anno successivo, diviene funzionario dell’apparato clandestino comunista con l’incarico di curare le organizzazioni illegali della Campania e dell’Abruzzo. Schedato nel CPC (Casellario politico centrale), le autorità nel mese di aprile lo segnalano a L’Aquila. Viene arrestato dai fascisti il giorno 12 aprile mentre si trova a Pescara. Deferito al Tribunale speciale per la difesa dello Stato, il 22 maggio del 1933 è condannato a 8 anni di reclusione (di cui però 3 vengono condonati). Richiuso nel penitenziario di Castelfranco Emilia, viene riportato dai suoi carcerieri: “Alle buone esortazioni di un familiare perché si comporti meglio con le autorità risponde con alterigia di non accettare consigli del genere”. Rimane in carcere fino al 12 aprile del 1935, quando beneficia dell’amnistia del decennale della marcia su Roma e di un ulteriore indulto e viene scarcerato. Sottoposto a libertà vigilata, torna a Napoli e vi rimane per oltre un anno. Il 15 settembre 1936 la Prefettura del capoluogo campano comunica alla Direzione generale di PS di Roma di averne perso le tracce. Il 30 settembre il nome di Clemente Maglietta compare nel Bollettino delle ricerche, con la scheda n. 0525. Il 9 ottobre la stessa Prefettura di Napoli lo segnala a Parigi, dove Maglietta è emigrato clandestinamente nel 1936. Da qui, nel 1937 egli parte per la Spagna, per unirsi alla lotta contro le forze franchiste. In una lettera i suoi del 29 maggio 1937 scrive: “I momenti sono duri: o ci si salva o si è sommersi. Guardati intorno, tutto è scosso, tutto precipita. Non c’è che una forza al mondo che possa salvare la baracca e questa forza siamo noi, voi, tutti. E ancora il 16 giugno 1937: “La libertà non è un nome, bisogna per essa saper dare la vita”. Arruolato il 24 giugno nel 1° battaglione della Brigata Garibaldi con lo pseudonimo di “Mario Pagano”, ne diviene Commissario politico aggiunto a settembre. Dopo aver partecipato alle battaglie di Saragozza, Farlete, Fuente d’Ebro, Quinto e Belchite, il 23 novembre subisce un grave incidente che gli pregiudica la mobilità delle gambe. Impossibilitato a combattere, rimane in ospedale fino a quando - il 7 febbraio 1939 - viene espatriato in Francia insieme ai resti delle Brigate internazionali smobilitate. Internato ad Argelès, Agde (dopo una breve permanenza su uno dei battelli sanitari che stazionavano a largo di Port Vendres), Saint Cyprien, Gurs, ancora Argelès, Mont-Louis e Vernet, il 21 settembre 1941, dopo 32 mesi di detenzione, viene consegnato alle autorità italiane, che lo confinano alla Casa del lavoro di Venezia. Viste le precarie condizioni dei suoi arti inferiori, nel marzo del 1943 viene destinato a Summonte, in provincia di Avellino. Riconquistata la libertà nell’agosto del 1943, dopo la caduta del fascismo, a ottobre è a Napoli, nominato membro del comitato federale napoletano del Partito comunista, nonché Segretario della Camera del lavoro provinciale. Nel gennaio del 1945, durante il congresso delle organizzazioni sindacali dell’Italia liberata, entra a far parte del direttivo della CGIL, quindi - in un secondo momento - anche dell’esecutivo. Primo segretario della CGIL di Napoli nel dopoguerra, è eletto deputato nelle prime tre legislature repubblicane nelle liste del Partito comunista, che tuttavia abbandona alla fine degli anni ’50 per dissensi politici. Durante il suo mandato, ricopre il ruolo di segretario della Commissione speciale per l’esame del disegno di legge n 568 (2 marzo 1954-11 giugno 1958) e di vicepresidente della XII Commissione per il lavoro - assistenza e previdenza sociale - cooperazione (9 luglio 1959-15 maggio 1963). Abbandonata la carriera politica ed il Partito Comunista per dissensi, dal 1963 al 1972 è dirigente di un’azienda nel porto di Napoli. Vicepresidente dell’AICVAS e membro del direttivo dell’ANPPIA, oltre che autore di diversi libri, Maglietta muore il 10 ottobre 1993 nella sua città natale.

Revisore: Igor Pizzirusso

Revisore: Igor Pizzirusso

Revisore: Igor Pizzirusso

Annotazioni: Durante il suo mandato di deputato, ricopre il ruolo di segretario della Commissione speciale per l’esame del disegno di legge n 568 (2 marzo 1954-11 giugno 1958) e di vicepresidente della XII Commissione per il lavoro - assistenza e previdenza sociale - cooperazione (9 luglio 1959-15 maggio 1963)

Revisore: Igor Pizzirusso