Maggioni Davide di Giovanni e Meda Maria nato il 22 gennaio 1903 a Oreno (Vimercate). Tipografo, comunista. La famiglia si completa con sette figli, solo di tre dei quali si conosce il nome: Luigi, Giuseppe e Davide. L’educazione scolastica di quest’ultimo di completa con la licenza elementare; abita a Milano in via Verziere, n°4. Nel 1918 è un lavoratore della Tipografia Fassinetti e Antonimi, ubicata in Milano in via Varese al n°23. Contemporaneamente frequenta ambienti giovanili vicini al PSI, legge la stampa di partito e corrisponde con compagni. Nel 1919 è denunciato dalla Questura di Milano per affissione non autorizzata di manifesti, che incitano i soldati alla rivoluzione proletaria. Nel 1921 si iscrive alla neonata federazione giovanile comunista d’Italia e a Milano fa parte del gruppo dirigente; Davide s’impegna e si espone nella battaglia politica e, svolge un’intensa attività soprattutto organizzativa. Subisce diversi arresti e nel febbraio del 1923 è trattenuto per quindici giorni nelle carceri milanesi senza mai subire condanne. Nel luglio del 1923 è delegato al Congresso dell’Internazionale Giovanile Comunista (KIM) che si tiene a Mosca. Il 28 giugno parte da Milano, attraverso Austria, Germania, Polonia, Lituania, Estonia, e, passando per Riga, capitale della Lettonia, raggiunge Mosca il 12 Luglio In questa città rimane un paio di settimane per espletare l’incarico di Delegato al Congresso del KIM: nel suo intervento sostiene la necessità di elevare culturalmente le masse attraverso la lettura di valide opere letterarie. In questo periodo si muove senza documenti validi, sostenuto dall’organizzazione con un contributo spese di lire 800. Per il ritorno le autorità sovietiche lo muniscono di un passaporto intestato “Ero Gini”, necessario per raggiungere la città di Leningrado. Qui s’imbarca sul piroscafo “Oremburg”, raggiunge la città di Stettino, in Polonia, il 29 luglio. Da Stettino va a Berlino, dove incontra il compagno Francesco Zanardi, referente locale del Partito Comunista d’Italia. Si ferma in città fino al 3 agosto quando munito di biglietto ferroviario si porta in Svizzera con destinazione Zurigo. Il 5 agosto è fermato a Basilea dalla polizia elvetiche che lo arresta, lo rinchiude nelle carceri cittadine, perquisito e interrogato il 9 agosto è consegnato alla frontiera italiana di Chiasso. Tradotto alla Questura di Como è arrestato, interrogato e il 16 agosto accompagnato a Milano e rinchiuso nelle Carceri di S. Vittore. Pende su di lui un mandato di cattura, spiccato nel maggio a carico della cellula giovanile comunista di cui fa parte, a cui è sfuggito per la concomitanza dell’impegno politico. Rimane in prigione fino al 23 febbraio del 1924, liberato per decorrenza dei termini carcerazione preventiva. Nel 1926 Davide, quale segretario dei giovani comunisti di Milano coadiuva Teresa Noce nell’organizzazione della Federazione Giovanile Comunista d’Italia. Sul finire del 1926 dopo l’introduzione delle “leggi fascistissime”, numerosi dirigenti del PCd’I riescono a rifugiarsi a Lugano in Svizzera. Tra di loro sono anche Teresa Noce e Luigi Longo, che ospitano Maggioni al suo arrivo da Milano. Nel 1927 secondo una fonte dell’OVRA che ha intercettato una sua cartolina, è a Parigi. Nel 1927-1928 Davide è a Mosca e frequenta la Scuola Leninista; resta in URSS fino al 1936. Durante questo periodo incontra e s’innamora di Elena Kostantinova Lebedeva, e nell’ottobre 1936 e i due, con i coniugi Longo, accorrono in “Lydia Mokretsova” “Bini Andrea”: entrano a far parte delle Brigate Internazionali con compiti diversi. Dal 6 novembre del 1936 lei svolge l’incarico di interprete-traduttrice a fianco di Jan Berzin capo dei consiglieri militari sovietici in Spagna, lui invece è soldato semplice del Gruppo d’Assalto del Battaglione “Garibaldi”. Con questa formazione partecipa a tutti i combattimenti da essa sostenuti fino al 4 aprile del 1937 quando resta ferito in modo serio nello scontro di Morata de Tajuña. Curato in ospedale, per ristabilirsi è inviato al Centro di recupero e rieducazione di Benicassim. Sul seguito si cita la testimonianza di Teresa Noce: “A Mosca si era sposato con una cittadina sovietica che lo aveva seguito in Spagna, i due non andavano molto d’accordo… sua moglie... a un certo punto decise di lasciarlo…disgraziatamente in quel periodo non mi trovavo a Madrid….quando Longo riuscì a raggiungermi per telefono ero a letto… con la febbre alta, lo rassicurai...ma Davide, forse non credendo alla mia malattia telefonava a Longo tutti i giorni… Una sera gli disse: ‘Estella non è arrivata e mia moglie se n’è andata’. Longo non ebbe il tempo di dire una parola che sentì un colpo: Maggioni si era sparato”. È il 28 giugno del 1937. Il giornale di Barcellona "El Diluvio" riporta in data 6 agosto 1937 la notizia della sua morte, che sarebbe avvenuta, secondo fonti del Comintern, il 28 giugno precedente presso l'ospedale di Benicassim per complicazioni polmonari. Il giornale della Brigata Garibaldi “Il Garibaldino” del 7 agosto 1937 riporta un necrologio di Maggioni con nome di battaglia di Marcucci scritto in spagnolo da Luigi Longo: “ Ieri mercoledì 4 è mancato inaspettatamente di morte violenta il compagno Aristide Maggioni (Marcucci) membro del Comitato centrale del Partito Comunista d’Italia. Malgrado la sua giovane età, 34 anni, il compagno Marcucci aveva un lungo passato di militante rivoluzionario. Giovanissimo operaio tipografo, militava nella Gioventù socialista durante la guerra mondiale. Partecipò come dirigente alla lotta contro le squadre fasciste, dove di conquistò la stima e la fiducia degli organi dirigenti. Quando il fascismo giunse la poter si dedicò la lavoro illegale nella Gioventù Comunista. Presto si dimostrò uno dei dirigenti di maggior valore. Arrestato nel 1923 trascorse un anno in carcere per poi riprender la lotta contro il fascismo. Rappresentante della Gioventù Comunista fu per molti anni membro del Comitato Direttivo del KIM, operando in diversi paesi dell’America Latina. Negli ultimi anni aveva partecipato attivamente al lavoro del Partito Comunista di cui era diventato membro. Allo scoppio della ribellione fascista in Spagna, venne immediatamente a porre a disposizione della repubblica le sue grandi doti di organizzatore e combattente antifascista. La sua morte è una grande perdita per il Partito, per il proletariato italiano e per tutti i combattenti antifascisti. Pieghiamo come ultimo omaggio la bandiera della lotta davanti al nostro amato compagno che ci ha lasciato per sempre.” E’ doveroso aggiungere che il volume “Gli antifascisti lombardi alla guerra di Spagna”, op. cit. pubblicato dalla regione Lombardia in occasione del 40° anniversario della Guerra Civile Spagnola, si è dimenticato di Davide Maggioni non riconoscendogli la Medaglia d’Oro alla memoria.

Annotazioni: Scheda biografica che include notizie raccolte da Augusto Cantaluppi per il suo libro La Ringhera in Spagna, antifascisti milanesi nella guerra civile spagnola (1926-1939)