Lipszyc Szyfra di Faiwel e Sura, nata il 14 maggio 1915 a Varsavia (Polonia). Studentessa universitaria. Di famiglia ebrea polacca, si sposta dal suo Paese in Francia per eludere il numero chiuso delle università . Arriva prima a Caen e poi a Tolosa nel 1932 con regolare passaporto rilasciatole a Varsavia il 24 gennaio dello stesso anno. Iscritta all'università  di Tolosa, incontra l'antifascista italiano Nino Nannetti con il quale intraprende una relazione. Sarebbe rimpatriata in Polonia nel 1934 per qualche mese, da cui poi sarebbe rientrata definitivamente in Francia, a Tolosa dove arriva ai primi di ottobre con regolare passaporto. Da questo momento vive assieme a Nino Nannetti e lavora come cameriera, essendo attiva nella propaganda comunista e nei gruppi sindacali universitari. Si porta in Spagna come il compagno e qui durante la guerra civile si impiega presso il Commissariato delle Brigate Internazionali ad Albacete. In seguito alla morte del compagno, se ne perdono per un breve periodo le tracce. La si ritrova prima in Polonia, poi di nuovo in Russia nel 1940 e qui sottoposta ad arresto a Lubianka per alcuni mesi. Nel 1941 rientra in Francia per conto del Komintern, con lo pseudonimo di Jeanne o Jeannette Dupont, come agente segreto per le comunicazioni con l'Unione sovietica, insieme a Robert Beck, André Leclerc e Hittel Gruskiewicz. Viene incaricata di una missione in Gran Bretagna da cui, con l'aiuto dei servizi inglesi del SOE rientra in Francia l'11 gennaio 1942, e qui continua ad essere attiva nei servizi di comunicazione sotto copertura (risultano ulteriori pseudonimi tra cui Sabine e Anna Ouspenskaya). Viene arrestata il 2 luglio 1942 dalla Gestapo in Francia mentre sta procedendo con un compagno a un'operazione di sabotaggio nei dintorni della cittadina di Pithiviers (Loira). Le autorità  naziste riescono a individuare tutti i membri della rete dei servizi di informazione e ad arrestarli. Il 5 ottobre ha inizio il processo contro i 13 militanti, che si conclude con la condanna ai lavori forzati per alcuni e la condanna a morte della gran parte di loro, tra cui lo stesso Beck e di Szyfra che il 30 novembre viene deportata e rinchiusa prima nel carcere nazista di Karlsruhe e poi in quello di Lubecca. L'esecuzione della sua condanna a morte avviene il 5 febbraio 1943, secondo alcune fonti per fucilazione, secondo altre per decapitazione.