Longo Giuseppe Ferdinando di Pietro e Abrardo Adele, nato a Fubine Monferrato (AL) il 15 maggio del 1901, in Cascina Casalina, comunista. Di professione tracciatore meccanico. Emigra a Torino con la famiglia nel 1906, a cinque anni d’età. Fin dal 1918 milita nelle file della Gioventù Socialista (Circolo Giovanile Spartaco, che ha sede nella Casa del Popolo di Borgo Vittoria. Acceso antimilitarista, è attivo nel primo dopoguerra e nel periodo dell’occupazione delle fabbriche. Con Gramsci nel gruppo dell’Ordine Nuovo, nel gennaio del 1921 è fra i primi ad aderire al Partito Comunista d’Italia. Il suo attivismo attira l’attenzione dei fascisti, che tentano d’ucciderlo: non trovandolo, uccidono per rappresaglia il padre Pietro Longo (che aveva una mescita di vini astigiani in Borgo Vittoria), accanendosi poi con i compagni che partecipano al funerale. Giuseppe Longo, costretto all’espatrio clandestino in Francia a fine novembre del 1922, è poi fra i delegati al Congresso comunista di Lione del 1926. Poco dopo rientra illegalmente in Italia per lavorare nell’apparato clandestino del Partito. La missione tuttavia non dura a lungo: fermato alla fine del 1926 viene assegnato al confino di polizia a Lipari. Posto agli arresti nel dicembre del 1927 per complotto contro lo Stato, rimane in detenzione per circa 10 mesi nelle carceri di Siracusa, in attesa di processo. Prosciolto in istruttoria ma inviato al confino di Ponza per 5 anni, ritorna in libertà solo nel 1932. Deferito poco dopo un’altra volta al Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato, é ancora prosciolto in occasione del “decennale del regime”. All’inizio del 1933 espatria clandestinamente in Svizzera e raggiunge la Francia, giusto in tempo per partire alla volta dell’Unione Sovietica, dove è ammesso a frequentare per quasi tre anni la Scuola Leninista di Mosca (ufficialmente Corsi Leninisti Internazionali). Ritorna in Francia all’ inizio del 1937, poco prima della partenza per la Spagna repubblicana (data non nota, così come non sono noti l’unità di cui fece parte ed i suoi incarichi specifici). Qualcuno ipotizza che tanta discrezione si possa spiegare solto con la natura delicata di certi suoi incarichi, forse al controspionaggio delle Brigate Internazionali (o per il Komintern) ma siamo su un terreno di mere benché plausibili ipotesi. * Rientrato in Francia nel febbraio 1939 dopo il ritiro dai fronti dei volontari internazionali, la smo-bilitazione e la retirada, vive clandestinamente a Marsiglia (Bouches-du-Rhône), dove assume un incarico di copertura nella Film (Federazione italiana lavoratori del mare). Dopo la caduta del fascismo a fine luglio del 1943 rientra clandestinamente in Italia e riesce perfino a passare un breve periodo in famiglia. Successivamente, dopo l’8 settembre, lavora all’organizzazione ed al consolidamento dei Distaccamenti e delle Brigate Garibaldi. E’ ispettore per il Comando Generale garibaldino in Lombardia e Piemonte, in stretta collaborazione con il cugino Luigi Longo “Gallo” (il Comandante generale di tutte le unità garibaldine e Vice-comandante del CLNAI (Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia). E’ in veste di presidente del Comitato di Liberazione Nazionale di Alessandria, che Giuseppe Longo riceve e controfirma l’atto di resa delle truppe nazifasciste della provincia e di quelle in ritirata dalla Liguria, siglato il 28 aprile 1945 dal Colonnello tedesco Becker e dal comandante della Divisione fascista San Marco, Generale Amilcare Farina. A guerra finita, dopo un breve periodo di lavoro per la redazione torinese dell’Unità in Corso Valdocco, viene nominato vice-sindaco di Alessandria. Dirigente provinciale del Partito Comunista, un tragico incidente automobilistico in cui muore sua moglie lo costringe ad interrompere l’attività politica. Dirigente torinese dell’ANPPIA (Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti), nel 1967 è insignito di una onorificenza sovietica. E’ deceduto a Torino il 29 giugno del 1974.
* Alcuni preziosi dettagli relativi agli incarichi sotto copertura assolti in Spagna, sono legati ad una testimonianza del 2006 del fratello Libero (classe 1919), che all’ epoca viveva in Via San Damiano 12, a Rivoli, frazione Tetti Neirotti.

Annotazioni: Biografia di Gianpaolo Giordana aggiornata ad aprile 2017 realizzata sulle seguenti fonti consultate: Archivio INSMLI – Milano (Fondo Archivio Aicvas), Archivio INSMLI – Milano (Fondo Aicvas, busta 35, fascicolo 142), Archivio Centrale dello Stato/Casellario Politico Cesntrale – Roma (busta 2869, fascicolo 84395), Archivio Istituto Storico Regionale “Parri” – Bologna , Archivio del Comune di Fubine Monferrato, Enciclopedia dell’ Antifascismo e della Resistenza – Vol. 3 (H-M). Milano, La Pietra Editore, senza data, Archivio privato Libero Longo – Rivoli (TO) . Si parla di Giuseppe Longo in: Castelli, Franco – Grezzi, Maria Luisa“Fubine 1880-1945. Una comunità contadina fra tradizione e innovazione” – Alessandria, Edizioni dell’Orso, 1986