Lombardi Giuseppe Luigi di Vincenzo Gerardo e Borghesio Ernesta, nato il 27 novembre 1897 a Voghera (Pavia). Meccanico, comunista. Di famiglia operaia, frequenta gli studi fino alla quinta elementare ed è iscritto al Partito Socialista Italiano dal 1917 e al Partito Comunista d’Italia dalla sua fondazione nel 1921. Presta servizio militare nel 6. Reggimento del Genio ferrovieri dal primo ottobre 1916 al 10 aprile 1920, congedandosi col grado di caporale. Dopo la leva si stabilisce a Tortona (Alessandria). Con altri giovani antifascisti di area anarchica, socialista comunista e repubblicana, contribuisce a formare, agli inizi del 1921, il gruppo dei "Figli di nessuno”, una delle prime organizzazioni armate che si schierano contro la violenza fascista, non solo come autodifesa, ma anche tramite azione diretta contro lo squadrismo. Il gruppo è attivo in provincia di Vercelli ed anche nelle zone confinanti. L’episodio che vede coinvolto Lombardi avviene a Castelnuovo Scrivia, in provincia di Alessandria, durante le elezioni politiche svoltesi ovunque in un clima di violenza e intimidazione da parte fascista. Il 15 maggio del 1921 una decina di squadristi che presidiavano il comitato elettorale nella cittadina. si scontrano con “I Figli di nessuno” giunti in un camion. Nella seguente sparatoria rimangono uccisi due fascisti, Dino Sovico e Giuseppe Torti. Lombardi viene accusato di essere il responsabile dell’assassinio insieme ad altri tre antifascisti (Carlo Codevilla, Felice Roffredo, Guglielmo Pagani). Costretti a nascondersi, subiscono in contumacia una condanna a 16 anni e 8 mesi. Per sottrarsi al mandato di cattura Lombardi, con l’aiuto del Partito Comunista, espatria nel 1921 in Unione Sovietica dove si stabilisce usando lo pseudonimo di Gurov Ivan Gerardovich. Vive a Mosca e lavora all’installazione di un impianto di galvanoplastica e poi come compositore linotipista in una tipografia che stampa opere in lingue estere. Inviato a frequentare l’Accademia Militare “Tolmachev” di Leningrado, raggiunge il grado di colonnello. Presta servizio nell’Armata Rossa in Estremo Oriente, poi in Bielorussia, dove si sposa e ha 4 figli. E’ possibile che sia entrato nei servizi segreti sovietici e abbia anche compiuto missioni clandestine in Italia fingendosi un ingegnere, come segnalato dalla polizia di Alessandria. Allo scoppio della guerra civile spagnola risulta combattente della XIII Brigata Internazionale sul fronte di Teruel, dove alcune fonti lo indicano disperso nel febbraio del 1938. In realtà facendo parte di un gruppo di agenti segreti inviati in Spagna, rientra in Unione Sovietica dove, al pari di molti altri combattenti in Spagna viene arrestato a Borisov (Bielorussia) l’11 luglio 1938 con l’accusa di spionaggio. Condannato a 3 anni di lager il 23 luglio 1939 da un tribunale speciale dell’NKVD, viene inviato in un lager del Nord degli Urali. Liberato il 20 giugno 1941 pochi giorni prima dell’attacco nazista all’Unione Sovietica, ritorna a Borisov (Bielorussia), dove vive la famiglia, ma nell’agosto dello stesso anno è arrestato dagli occupanti tedeschi ed inviato in un campo di concentramento. Rilasciato il 12 dicembre 1942, muore tre giorni dopo. Otterrà la piena riabilitazione il 19 giugno 1956 dopo il XX Congresso del PCUS.