Ricciulli Temistocle di Gennaro e Giromino Maria, nato il 29 maggio 1903 a Castelnuovo di Conza (Salerno). Medico chirurgo, socialista. Perseguitato in Italia, nel 1928 si rifugia in Francia e partecipa all'attività dell'emigrazione antifascista, entrando in contatto con la Concentrazione Antifascista e avvicinandosi agli anarchici ed a “Giustizia e Libertà”, pubblicando articoli nel giornale. Nella sua casa si svolgono riunioni con Berneri, Consani e Fornasari, dove si discute l’utilità oi meno degli attentati terroristici. Il suo studio medico è frequentato dall’anarchica Emilia Buonacosa, che a sua volta vive con il comunista dissidente Piero Corradi. Non è difficile ipotizzare che gli incontri celino la diffusione di volantini, giornali ed informazioni a carattere antifascista. Allo scoppio della guerra civile in Spagna, Giustizia e Libertà recluta subito i primi volontari e Ricciulli parte per raggiungere la Spagna via Perpignano il 5 agosto del 1936 con Filippo Matonti, un altro aviatore, ed tutti di G.L, tutti munito di salvacondotto dei sindacati spagnoli. Traversata la frontiera con la complicità dei doganieri francesi, si arruola nella Sezione ltaliana di Carlo Rosselli e Camillo Berneri, aggregata alla Colonna Ascaso della CNT-FAI, dove combatte sul fronte di Huesca alla testa di un reparto sanitario. Direttore dell'ospedale militare di Grañen, il 25 agosto rimane seriamente ferito durante un bombardamento aereo mentre si trova in macchina fratturandosi il braccio e deve essere ricoverato a Lèrida. Trasferito poi a Barcellona, rientra infine a Parigi alla fine del 1936, essendo necessari ulteriori interventi per i postumi delle ferite. Durante la II Guerra mondiale partecipa in Francia alla Resistenza collaborando con i partigiani francesi e italiani di Lione e Villeurbanne, fra i quali Giudo Checchi, Elmo Simoncini “Dino Mariani”, Giuseppe Bogoni “Martini”, Duilio Balduini e pare Martinet e Godard. Dopo la Liberazione lavora in un clima difficile presso il Consolato d’Italia a Nancy, ma viene allontanato bruscamente nel 1949 nell’ambito di un provvedimento contro gli antifascisti che 5 anni prima avevano sostituito nelle sedi diplomatiche i rappresentanti fascisti della repubblica di Salò. Rientrato definitivamente in Italia, è attivo nel Partito Socialista e nel movimento di solidarietà con il popolo spagnolo. Muore a Roma il 5 aprile 1973.