Quaglierini Ettore (Manlio Giuseppe) di Arturo e Benesperi Adelaide, nato il 28 aprile 1893 a Livorno, compagno di Anna Launaro. Pubblicista, comunista. Studente universitario a Firenze difende il 2 maggio 1912 su “Il Telegrafo” di Livorno Giosuè Carducci dalla critica di Benedetto Croce. Iscritto al PSI dal 1913 e collaboratore dell’ “Avanti!” è chiamato alle armi nel 1915 in marina ma viene ferito gravemente a Goustorion (Corfù). Congedato per invalidità permanente, zoppicherà tutta la vita si stabilisce a Firenze nel 1920e si laurea in Scienze Sociali. Forse partecipa alla fondazione del Partito Comunista d’Italia, ma non sono stati trovati documenti al riguardo. Alla fine del 1921 si trasferisce a Torino pubblicando qualche articolo su “Ordine Nuovo” e lavorando per Federazione Comunista di Aosta. Nel 1922 è nominato segretario della Federazione comunista di Como-Varese-Sondrio e fonda e dirige il settimanale del PCd’I “La Comune”. In quegli anni è attivo nel movimento di occupazione delle fabbriche. Dopo aver subito una aggressione fascista ripara clandestinamente in Svizzera, dall’aprile 1923 è a Berlino e a Parigi, redattore di "Vie Ouvrière", scrivendo per “L’Humanitè” e “L’Unità”. Inviato in Belgio nel marzo 1924 per riorganizzarvi i comunisti italiani, costituisce gruppi a Charleroi ed a Mons. Rientrato a Parigi ne viene espulso alla fine del 1924. Rientrato in Belgio fonda una federazione nel Brabante e 3 gruppi a Seraing, Retinne e Verviers, ottenendo uno spazio permanente in italiano sul giornale del Partito comunista belga “Drapeu Rouge” con l’obiettivo di comunicare con i connazionali. Rientrato in Francia viene arrestato per qualche settimana e poi espulso. Arrestato all’inizio del 1928 per non aver ottemperato al decreto di espulsione, è condannato a 3 mesi di carcere. Ritorna in Belgio e riorganizza il Partito in Belgio decimato dalle massicce espulsioni di italiani, poi nel 1929 vive a Parigi con la compagna Anna Launaro. Alla fine degli anni ’30 è in Unione Sovietica, poi a Berlino. Successivamente è inviato in America Latina, come funzionario del Comintern e come giornalista, risiedendo in Uruguay e Argentina e dove conosce Vittorio Codovilla, segretario del Partito Comunista argentino. Dal 1931 è residente in Spagna dove è direttore delle edizioni "Europa-America". Di nuovo in Unione Sovietica è iscritto in Rubrica di frontiera nel gruppo dei potenziali attentatori. Arrestato nel 1934 a Barcellona, dove si cela sotto il falso nome di “Pedro Bono”, dopo l’insurrezione delle Asturie. Rilasciato rientra clandestinamente in Francia dove vive con la moglie ed il figlio Percyval Arturo Mario. Tornato a Barcellona con la famiglia partecipa a Mosca al VII congresso dell’Internazionale Comunista che sancisce l’abbandono del “socialfascismo” a favore dei fronti popolari. A Mosca ritrova Vittorio Codovilla che ora dirige il Partito Comunista spagnolo. Rientrato in Spagna alla sollevazione franchista nel luglio 1936 costituisce i primi gruppi di agitatori combattenti. A Madrid fa pubblicare centinaia di migliaia di opuscoli delle serie “Per il popolo in armi”. E’ al fronte con Francisco Galàn e Vicente Rojo, capo dello Stato Maggiore, a Robregordo (Somosierra) e organizza la resistenza a Buitrago, minacciata dall’avanzata del nemico e dallo sbandamento delle improvvisate formazioni di miliziani. Successivamente coordina la difesa sul fronte del fiume Tago organizzando le forze disperse che contrattaccano vittoriosamente ad Alijares. E’ tra gli organizzatori del 5. Reggimento struttura portante dell’azione militare dei comunisti in difesa della Repubblica, un vero e proprio reparto modello dell’esercito regolare, con gradi e rigida disciplina fra i soldati, un elemento fondamentale nell’opera di formazione dell’Esercito Popolare repubblicano. In particolare si occupa dei migliori battaglioni “Acero” e “Victoria”, con il grado di tenente colonnello e commissario alle fortificazioni a Madrid. Organizza squadre di zappatori ad Aravaca, Pozuelo, Griñon e Cerro de los Angeles. Istituisce una scuola per commissari politici a Navalcarnero , avendo intuito la necessità di galvanizzare i combattenti. Quando il governo repubblicano si sposta a Valencia, è nello Stato maggiore della Giunta di Difesa presieduta dal Generale Miaja e si occupa di riorganizzare le milizie sbandate dopo la caduta di Toledo. Mentre Madrid sembra sul punto di cadere organizza squadre di zappatori, mobilitando la popolazione. Al peggioramento della situazione in Estremadura si porta in zona partecipando ai combattimenti di Navalmoral de la Mata e Oropesa. Commissario con la colonna Burillo che conta di 3000 miliziani, prende parte all'azione di attacco dell’aerodromo di Talavera con due batterie piazzate a due chilometri dall’aeroporto e a gennaio 1937 è nominato sul fronte del Jarama Commissario Ispettore del 3. Corpo dell’esercito che riunisce la Divisione Lister a tre Brigate Internazionali. Nell'aprile 1937 fa bombardare la fabbrica d’armi di Toledo che viene gravemente danneggiata. Nella primavera del 1937 parla una o più volte alla settimana alla radio repubblicana. Commissario politico dell’Esercito di manovra alle dipendenze del generale Vicente Rojo, fonda alla fine del 1837 la rivista “Comisario”. Rimasto in Spagna fino al 1939, è arrestato a Elda per ordine del colonnello Segismundo Casado, che si è ammutinato contro il governo filo-comunista di Negrin, con l’intento frustrato di concordare una resa onorevole con Franco. Quaglierini nel caos di quelle giornate riesce a fuggire da Valenza ad Alicante, dove riesce a ricongiungersi con la sua compagna Anna Launaro. Il 28 marzo 1939, alla vigilia dell’ingresso di Franco in Madrid, si imbarcano sull’ African Trader diretti ad Orano. In ottobre è di nuovo illegalmente in Francia e prima dell’occupazione dei tedeschi nella primavera del 1940 si imbarca sul piroscafo Alsina, con la compagna Anna Launaro per recarsi in Argentina poi in Uruguay. Rimpatria con lei in Sicilia nel 1945 o nel 1946 in Italia. Segretario nel 1947 della Federazione comunista di Catania, nel 1948 si sposta a Roma, dove opera all’Istituto Gramsci, pubblica articoli sul periodico comunista “Vie Nuove” ed è direttore della libreria Rinascita. Dopo un primo infarto, nel 1951 viene chiamato dal Cominform a Praga, dove si è trasferito in piena guerra fredda il Comitato mondiale della pace, dopo il bando delle sue sedi dalla Francia e dalla Gran Bretagna. Funzionario del Comitato, è fra gli organizzatori del Congresso mondiale della pace, che si tiene a Vienna nel dicembre 1952. Vive a Praga con Anna Launaro fino alla morte avvenuta per un secondo infarto il 27 gennaio 1953.