Coccia Elvio di Ezio e Petrilli Anna, nato il 9 luglio 1906 a Roma. Ingegnere, socialista. Di famiglia borghese, tenente di artiglieria di complemento, è perseguitato dal fascismo, e nel 1933 radiato dall'elenco dei vincitori del concorso per iscrizione all'albo degli ingegneri perchè non iscritto al Partito Fascista. Nel 1936 espatria legalmente in Francia, e il 20 novembre dello stesso anno è in Spagna. Arruolato come capitano di artiglieria della Batteria Antonio Gramsci dell’Artiglieria Internazionale. Nominato comandante del 4, Gruppo di Artiglieria Skoda. il 4 maggio 1937 pubblica sulla edizione italiana dell’organo della Brigate Internazionali “Le Volontaire de la Libertè “ una lettera a Randolfo Pacciardi comandante della Brigata Garibaldi : “La batteria di artiglieria Antonio Gramsci, approssimandosi al fronte di Madrid, con la speranza di prendere contatto al più presto possibile con le forze repubblicane che combattono su questo fronte, sente il dovere di inviare un saluto a tutti i valorosi compagni del già glorioso Battaglione Garibaldi, che tante dure battaglie ha combattuto e tante belle vittorie ha riportato sulle forze fasciste. Necessità di ordine militare ci hanno finora imposto di combattere su altri fronti, ma noi italiani della batteria Antonio Gramsci abbiamo sempre accarezzato il sogno di sostenervi nella guerra che tutti uniti combattiamo contro il fascismo internazionale. Questo sogno è divenuto oggi una realtà e potremo aiutarvi proprio con quei cannoni che voi stessi avete tolto alle truppe fasciste inviate a Guadalajara dal governo di Mussolini. Fraternamente vi salutiamo con la speranza di salutarvi al più presto possibile. Viva l’unione del popolo italiano, unico mezzo per abbattere il fascismo in Italia e aiutare la causa del popolo spagnolo. Il Comandante Elvio Coccia”, combatte a Madrid, Teruel, Huesca, Zaragoza, Estremadura e Levante. Dopo il ritiro dei volontari internazionali, deciso dal governo repubblicano nel settembre 1938, dal fronte del Levante è avviato al campo di smobilitazione di Puebla Larga (Valencia). Da qui raggiunge per nave gli altri volontari italiani che si trovano nel campo di Torellò in Catalogna. Secondo le carte nel CPC, il 6 febbraio 1939 è nuovamente in Francia, ma viene internato nei campi di Saint Cyprien e Gurs dove resta fino al 4 aprile 1940. Dal campo scrive a Pietro Nenni segnalando i pesanti dissidi tra i comunisti ed i socialisti, mostrando la grande delusione di chi aveva creduto nella possibilità di cooperazione tra le diverse anime del movimento antifascista, malgrado le divisioni maturate in Spagna. Coccia durante al detenzione era stato segnalato perché si era rifiutato una lettera collettiva di solidarietà ad Andrè Marty. Viene poi assegnato alla 267. Compagnia nelle Compagnie di Lavoro per Stranieri e spostato sui fronti francesi di fortificazione alla frontiera col Belgio. Rilasciato in seguito all'occupazione nazista della Francia, parte per Bruxelles dove giunge in giugno e lavora presso una stazione ferroviaria e per una impresa locale. Successivamente trova lavoro alla posta di Bruxelles, ufficio Censura e ciò gli permette - scrive a un amico - “di continuare a lottare più efficacemente il nemico che con le armi”. Il 13 settembre 1939, intanto, il questore di Roma lo segnala e viene iscritto nel Bollettino delle Ricerche - Supplemento Sovversivi schedina n.0751. Sarebbe poi stato fatto prigioniero dai nazisti il 13 settembre 1943 e, prima imprigionato a Saint-Gilles e poi a Vught, in Olanda. Infine pare sia deportato a Bergen-Belsen e, quindi, fucilato. Una sentenza del Tribunale civile e penale di Roma il 19 maggio 1958 ne stabilisce la morte presunta il 25 luglio 1943.

Annotazioni: Secondo alcune fonti e testimonianze sarebbe stato deportato anche in Norvegia e Olanda, è fucilato il 25 luglio 1943 per rappresaglia, ma è più facile che le informazioni su questi paesi derivino dalla documentazione del CPC secondo la quale egli avrebbe chiesto un primo trasferimento dal campo francese in Finlandia e che poi sia passato dai campi di prigionia nazisti in territorio olandese prima di finire a Bergen-Belsen.