Cerutti Antonio di Giacomo e Martore Anna, nato a Volpiano (Torino) il 19 maggio del 1902, anarchico. Espatriato clandestinamente in Francia nel 1925, vive di lavori precari a Lione (Rhône), poi a Parigi. Viene inseguito da una condanna a un anno di carcere militare per diserzione (sentenza Tribunale Militare di Torino del 18 febbraio 1924) e di conseguenza iscritto in Rubrica di frontiera per l’arresto. Verso la fine del 1933 viene fermato nella capitale francese e arrestato per il possesso di falsi documenti. Il 18 aprile successivo è condannato a tre anni di reclusione per furto e a cinque anni di interdizione di soggiorno. In carcere gli notificano il decreto di espulsione, esecutivo dal momento della sua liberazione (alla fine del 1936). Indirizzato alla Casa dei Sindacati di rue Mathurin Moreau, dove arriva in cerca di assistenza, trova (forse a sua insaputa) il principale centro per il reclutamento di volontari da avviare alla Spagna repubblicana, dove da alcuni mesi era scoppiata la guerra civile. Il 26 dicembre 1936 Cerutti lascia Parigi per Perpignan (Pirenei Orientali): ha un biglietto ferroviario, cinquanta franchi, un libretto militare francese autentico, intestato a Joseph Lessent e le coordinate per un appuntamento a Perpignano (probabilmente con l’anarchico italiano Giuseppe Pasotti, ivi residente). Superata la frontiera franco-catalana, quasi sempre controllata dai miliziani anarco-sindacalisti, si arruola in una delle colonne promosse dalla Cnt–Fai (Confederación general del trabajo-Federación anarquista iberica). Si tratta della Columna de Hierro, una formazione ruvida, consistente e radicale, forte di diverse migliaia di uomini, ben presto inviata nel Levante e utilizzata in prevalenza sul fronte di Teruel. Cerutti è uno dei rari combattenti italiani di questa Colonna (non sono più di 6 o 7) e uno dei tre piemontesi con il torinese Mario Beruti (poi caduto) e il cuneese Sebastiano Viale. Tempo dopo, disabile per il fronte per l’acutizzarsi di una malattia polmonare, è costretto a rientrare in Francia a fine aprile del 1937. Utilizzando il già citato documento francese trova un lavoro ai cantieri dell’Esposizione Universale allora in allestimento. Tuttavia, fermato per un controllo, è arrestato e processato per contravvenzione al vecchio decreto di espulsione. Condannato a 10 mesi di reclusione, é liberato all’inizio del 1939 solo per essere internato nel Campo del Vernet d’Ariège. In Italia intanto è iscritto nel Bollettino dei ricercati – Supplemento sovversivi (Schedina n. 01052 -13 agosto 1939). Rilasciato dall’internamento solo per essere avviato al rimpatrio, l’11 maggio del 1940 viene arrestato dai Regi Carabinieri al posto di confine di Pont St. Louis (tra Mentone e Ventimiglia). Tradotto a Torino viene trattenuto in carcere fino al giugno successivo, quando la Commissione provinciale torinese per il confino di polizia lo assegna a 5 anni di permanenza a Ventotene. Le pessime condizioni di salute dell’anarchico volpianese non sono evidentemente abbastanza gravi per il direttore della colonia confinaria, Marcello Guida. Questi rifiuta ostinatamente ogni cura e il ricovero ospedaliero fino al 22 aprile del 1942, quando l’aggravarsi della situazione ne suggerisce il trasferimento alla colonia confinaria di Ustica considerata di clima più salubre e mite. Il provvedimento si rivela tardivo e inutile e Antonio Cerutti muore di stenti e patimenti al confino di Polizia il 17 maggio del 1943.

Annotazioni: Biografia di Gianpaolo Giordana edita nel volume Sul fronte di Gandesa, realizzata sulle seguenti fonti consultate: Archivio INSMLI – Milano (Fondo Aicvas), Archivio Centrale dello Stato – Roma (Casellario Politico Centrale, Busta 1264, fascicolo 133197) , Archivio Centrale dello Stato – Roma (Confinati Politici, Busta 237),Archivio Tobia Imperato – Torino, Paz, Abel (pseud. di Diego Camacho), Cronaca appassionata della Columna de Hierro, Torino, Autoproduzioni Fenix, 2006.\\\"