Cavani Renzo di Sperandio e Jotti Marianna, nato il 30 giugno 1901 a Modena. Muratore, anarchico. All’età di diciassette anni comincia la sua militanza politica mettendosi in evidenza per le sue idee sovversive. Nel 1919 aderisce al movimento anarchico e presto ne diventa l’uomo d’azione. Fa parte di un gruppo anarchico che intende rispondere alla violenza squadrista combattendo armi in pugno il fascismo nascente. Una delle prime azioni è compiuta la sera del 21 gennaio 1921, quando i fascisti Mario e Arrigo Ruini e l’amico Giulio Stradi sono affrontati da tre giovani anarchici, Cavani, Luigi Evangelisti e Aldo Gilioli. Nella sparatoria che ne segue Mario Ruini rimane ferito mortalmente da 5 colpi. Cavani spiegherà anni dopo: “ le ragioni che ci indussero a dare questa lezione fu che avevamo visto Mario ed Arrigo Ruini, alla testa di una squadra fascista, poche ore prima sulla via Emilia bastonare a sangue un uomo inerme che aveva il solo torto di essere un operaio con gli abiti sporchi di calce. Questo era stato sufficiente per far gridare ‘dai al bolscevico”. Mario Ruini è il primo fascista ucciso a Modena e il fatto desta una enorme impressione in città. Al funerale partecipano tutti i fasci e le associazioni combattentistiche dell’Emilia Romagna comprese rappresentanze da Milano e diverse altre città. I nuovi scontri che scoppiano con le guardie rosse, provocano la morte dei fascisti Augusto Baccolini di Bologna e Orlando Antonini di Forlì. Altre 14 persone ferite ricevono le cure della Croce Verde, tra questi Leandro Arpinati, ras di Bologna. Il 17 marzo 1921 Cavani e Aldo Gilioli feriscono lo studente fascista Antonio Gozzi. In seguito a tale fatto, nel giugno 1922 Aldo Gilioli e Vittorio Ascari vengono condannati dalla Corte d’assise di Verona rispettivamente a quindici anni, nove mesi e ventidue giorni ed a ventiquattro anni di reclusione. Cavani e Luigi Evangelisti scrivono più volte al tribunale di Verona per scagionare Vittorio Ascari ingiustamente accusato, ma senza ottenere risultati. Dopo un’ulteriore sparatoria per un agguato squadrista a Cavani e al suo compagno Bucciarelli, in cui rimane ucciso il fascista Gino Tabaroni, per sottrarsi alla cattura, fuggono dall’Italia la notte stessa. Comincia allora un lungo esilio che lo porta tra l’altro in Germania, Turchia, Russia, Francia, Svizzera, Olanda, Spagna e Stati Uniti. Poi nel 1922 va in Unione Sovietica negli Urali lavorando col soccorso americano che porta camion di viveri per fronteggiare la carestia e poi a Mosca, facendo ogni tipo di mestiere. Il 19 gennaio 1923 la Corte d’assise di Modena condanna in contumacia Cavani e Bucciarelli a trent’anni di reclusione e ad un anno di vigilanza della Autorità di Pubblica Sicurezza, per l’uccisione del diciassettenne Gino Tabaroni e per il mancato omicidio di Mario Lasagni. Cavani si trasferisce allora in Francia. Dopo una serie di espulsioni e ritorni tra Belgio, Lussemburgo, Olanda e Francia, sempre con il passaporto falso e grazie al Soccorso rosso internazionale, raggiunge Parigi e si mette in contatto con la famiglia di anarchici modenesi dei Gilioli. Si stabilisce nella loro casa a Fontenay-sous-Bois e qui si fidanza con Siberia Gilioli dalla quale ha un figlio, Jacques. Si guadagna la fiducia di Camillo Berneri, uno dei maggiori esponenti dell’anarchismo italiano, anche lui esule in Francia, affiancandolo nell’intento di smascherare le infiltrazioni di spie fasciste tra i fuoriusciti. Nel 1931 progetta anche un attentato a Mussolini. Grazie a contatti forniti da Camillo Berneri, riesce dalla Svizzera ad entrare in Italia ed a raggiungere Roma. Qui alcuni compagni gli devono fornire 2 bombe e le indicazioni sul tragitto dell’auto di Mussolini, ma uno di loro viene arrestato. Cavani rimane nascosto per 8 giorni nella speranza di poter colpire, ma ormai i contatti sono saltati e rendendosi conto che è impossibile avvicinarsi al Duce, desiste e ritorna a Parigi. Organizza un nuovo attentato a Lugano, ma il progetto viene abbandonato, perché la visita del Duce viene cancellata. Nel 1932, sempre costretto alla clandesti¬nità, si reca in Spagna a Barcellona con Rivoluzio Gilioli sperando di trovare una occupazione ed un rifugio per sé e la sua famiglia. Anche nella città catalana svolge propaganda anarchica, diffon¬dendo manifesti e volantini nel porto tra i marinai e gli operai italiani. Nel 1933 è di nuovo a Parigi e lavora in vari cantieri come muratore. Nell’agosto 1936 è tra i primi a recarsi in Spagna per combattere contro i franchisti. Parte su un camioncino assieme agli anarchici modenesi Equo Gilioli, Luigi Evangelisti ed altri volontari tra cui Bruno Gualandi, Mario Girotti, Michele Centrone e Socrate Franchi. Si arruola nella Sezione italiana di Carlo Rosselli e Camillo Berneri, aggregata alla Colonna ‘Ascaso’ della CNT-FAI, operante sul fronte di Aragona. Rimane ferito ad un braccio nella battaglia di Monte Pelato del 28 agosto 1936. Dopo la convalescenza è inviato al posto di frontiera di Port-Bou come commissario politico della FAI (Federaciòn Anarquista Iberica). Assieme a Ernesto Bonomini, Enzo Fantozzi e Virgilio Gozzoli partecipa ai moti di Barcellona che dal 3 al 7 maggio 1937, contrappongono gli anarchici spalleggiati dal POUM, formazione comunista antistalinista, al governo autonomo catalano (Generalitat). A seguito della vittoria del governo ed alla successiva repressione, nel maggio 1937 ritorna clandestinamente in Francia e nel 1939 insieme all’inseparabile Luigi Evangelisti decide di partire per Cuba nella speranza di trovare un futuro migliore per sé e la famiglia. Da Cuba raggiungono la Florida e infine New York dove trova impiego sotto il falso nome di Sebastiano Poli, prima come scaricatore di porto e poi come fornaio. Si sposa ed ha una figlia a cui dà il nome di Deanna Poli. Espulso dagli Stati Uniti nel 1957, torna in Italia a Modena. Pur non avendo mai fatto un solo giorno di galera, ha comunque trascorso quasi trentasette anni in esilio. Nel 1959, a distanza di vent’anni, è di nuovo in Francia, a Fontenay-sous-Bois, dove trascorre qualche settimana con la famiglia Gilioli. Rientrato a Modena, riprende a svolgere attività politica partecipando alla vita del Gruppo anarchico ‘Rivoluzio Gilioli’, alla costituzione del Collettivo di studi libertari ‘Camillo e Giovanna Berneri’, ed alla pubblicazione della rivista “L’Avvenire libertario”. Muore a Modena il 21 gennaio 1966 e la sua salma viene cremata.

Annotazioni: Biografia integrata con la scheda presente su Modena 900, banca dati Antifascisti modenesi (cit) e con dati del Dizionario biografico on line degli Anarchici Italiani URL consultata il 2 maggio 2022: https://www.bfscollezionidigitali.org/entita/13729-cavani-renzo-detto-bruno?i=13