Cavallero Guglielmo di Vittorio e di Fenoglio Gioanna nato a Saluzzo il 6 giugno 1905, comunista.
Di professione bracciante agricolo. Nel corso del 1930 espatria clandestinamente in Francia dal valico del Colle dell’Agnello, in Alta Valle Varaita. Rientra legalmente in Italia tre anni dopo, il 29 gennaio, dal posto di confine di Pont St. Louis, tra Mentone e Ventimiglia, grazie ad un passaporto rilasciatogli ad Auch (Gers) dal Regio Vice Console d’Italia. Dopo non più di una quindicina di giorni torna ad espatriare oltralpe: fa ritorno ad Auch, questa volta passando dal posto di confine di San Dalmazzo di Tenda, in Valle Roja. Da Auch (o da località del circondario) parte volontario per la Spagna repubblicana nell’autunno-inverno del 1936. Arriva ad Albacete (Murcia), sede dei Comandi e principale base logistico-organizzativa delle Brigate Internazionali, con l’intento di farsi assegnare al Battaglione italiano Garibaldi, in quel momento duramente impegnato sul fronte di Madrid quasi accerchiata. I volontari arrivati con Cavallero, destinati a rimpiazzare le alte perdite iniziali del battaglione, sono però troppo numerosi: quelli in eccesso sono impiegati per costituire due compagnie italiane di nuova formazione. La prima, di circa 140 uomini è destinata al Battaglione Dimitrov (futura 15. Brigata Internazionale) ed è posta al comando al comando di un ex fascista torinese, Carlo Penchienati. La seconda, forte di circa 160 volontari, é comandata del comunista mantovano Giovanni Bocchi ed ha come commissario politico un altro comunista, il bergamasco Amleto Locatelli. È assegnata all’8. Battaglione Neuf Nations (14. Brigata Internazionale La Marseillaise) insieme ad una compagnia polacca, una balcanica, una tedesca e a piccole aliquote di volontari d’altre nazionalità. Anche questi combattenti dovrebbero raggiungere il fronte madrileno, ma una inattesa offensiva nemica sul fronte meridionale di Cordoba (Andalusia) ne muta il destino. Mal contenuta dalle milizie libertarie andaluse che l’hanno fronteggiata inizial-mente, la penetrazione fascista fa sì che il battaglione Neuf Nations, male armato, privo di preparazione e senza alcuna conoscenza del terreno, venga caricato su autocarri e dirottato con urgenza verso Sud. Il battaglione (comandante il bulgaro Stomatov e commissario jugoslavo Petrovic, ambedue comunisti balcanici) è trasportato fin oltre il Guadalquivir, poi esser lasciato appiedato su una strada oltre la quale davanti, da qualche parte, c’è il fronte. Dotato di tre plotoni di mitraglieri (poche mitragliatrici, poche munizioni), privo di armi pesanti, di copertura aerea e di artiglieria, senza esploratori, senza contatti sulla destra con la 13. Brigata Internazionale e con i contingenti spagnoli sulla sinistra, il Neuf Nations va al massacro. Investiti frontalmente dai tiri dell’artiglieria franchista, da reparti di cavalleria marocchina, e dai requetés andalusi del colonnello Redondo, i volontari iniziano a retrocedere durante la vigilia di Natale del 24 dicembre. Si smarriscono disperdendosi durante la marcia, raggiungono alla meno peggio la riva sinistra del fiume, si frammentano sbandandosi nel tentativo di guadarlo, nel momento in cui constatano che i ponti sul Gualdalquivir son già caduti in mani nemiche. E’una tragedia: il bulgaro Stomatov trova una barca ed attraversa il fiume con l’attendente abbandonando i suoi uomini; tedeschi e polacchi e altri indietreggiano alla cieca guidati da Petrovic, mentre una quarantina di italiani con il commissario Locatelli si sacrificano in retroguardia: circondati e ormai privi di munizioni sono finiti dai coltelli ricurvi dei mercenari marocchini. Proprio su quel fronte, tra fine dicembre e l’inizio di gennaio del 1937, Guglielmo Cavallero, probabilmente ferito, cade prigioniero dei franchisti: verrà fucilato tempo dopo, ad inizio marzo, in circostanze e località rimaste sconosciute. La notizia trova conferma in una fonte fascista: l’8 marzo il Servizio informazioni militari del Corpo truppe volontarie segnala al comando: fatto prigioniero sul fronte di Cordoba e fucilato dai nazionalisti Cavallero Guglielmo del Battaglione Garibaldi. Indosso aveva passaporto n°A1251- 733, n°929 di Registro e un atto di nascita.
Annotazioni: Biografia di Gianpaolo Giordana aggiornata ad aprile 2017, realizzata sulle seguenti fonti consultate: Archivio INSMLI – Milano (Fondo Archivio Aicvas), Archivio di Stato Civile del Comune di Saluzzo, Archivio Centrale dello Stato/Casellario Politico Centrale – Roma (busta 1196), Jacques Delperrie de Bayac, “Les Brigades Internationales”, Paris, Arthème Fayard, 1968
Commenti