Lenti Vincenzo di Felice e Rava Maddalena, nato ad Alessandria il 23 aprile del 1895, comunista. Di famiglia operaia, calzolaio e cappellaio, in gioventù è attivo nelle file socialiste e poi nel Pcd’I, di cui fu uno dei fondatori in provincia di Alessandria. Prende parte alla guerra mondiale 1914-18, come soldato telefonista addetto ai collegamenti. Nel Sindacato dal 1919, nel biennio rosso è membro dei Consigli operai. Ricercato dall’Ovra per la attività antifascista, il 24 settembre del 1924 tenta l’espatrio clandestino con la moglie Santina Roveda: la coppia cerca prima di passare il confine con la Svizzera, ma viene respinta; prova allora al confine con la Francia e riesce infine a passare. Vivono dapprima a Perpignano (Pirenei Orientali), poi emigrano a Ferney Voltaire (Ain), dove rimangono per circa 9 anni. L’espatrio clandestino aveva intanto procurato a Lenti la inevitabile iscrizione in Rubrica di frontiera per l’arresto. Espulso dopo gli accordi Mussolini-Laval, Lenti si rifugia in Svizzera per poi rientrare illegalmente in Francia e stabilirsi a Lione (Rhône), probabilmente su indicazioni del Partito. E’molto attivo e si occupa del Soccorso Rosso Internazionale e di aspetti organizzativi per il Partito. Nel corso del 1935, su proposta della Prefettura dell’Ain, viene espulso dalla Francia con l’accusa di attività comunista e torna a rifugiarsi nella Confederazione elvetica. Il 26 ottobre del 1936 parte volontario dalla Svizzera per la Spagna repubblicana: arruolato nell’Artiglieria Internazionale con sede ad Almansa (Murcia) non lontano da Albacete, fa parte della Batteria Anna Pauker con cui combatte sulla Sierra de Guadarrama, a Las Rosas, nella vittoriosa battaglia di Guadalajara e poi, nel mese di luglio, a Brunete. Nel dicembre del 1937 viene destinato con compiti politico–militari alla base delle Brigate Interna-zionali ad Albacete (Murcia). Quando l’offensiva franchista del marzo 1938 taglia in due il territorio della Repubblica per arrivare al Mediterraneo in prossimità di Vinaroz (Levante), Lenti a riesce a porsi in salvo a Barcellona. Durante la fase di riorganizzazione della Brigata, vede esaudita (luglio del 1938) la sua richiesta di adesione, tessera n. 303517, al PcE (Partido Comunista de España. Il 22 agosto del 1938, nel pieno della Battaglia dell’Ebro, viene ferito alla tibia nel corso di un bombardamento terroristico dell’Aviazione Legionaria italiana sulla città. Nuovamente ferito il 17 novembre, sempre nella capitale catalana, dopo circa tre giorni é ricoverato nella Clinica delle Brigate Internazionali de Vich. Il 20 dicembre é trasferito a Matarò, alla Clinica Militare n.7 delle Brigate Internazionali. Esce dalla Spagna con gli ultimi, combattendo, l’11 febbraio del 1939, mentre i tanti rivoli della retirada e dell’esodo si vanno lentamente esaurendo. Internato ad Argelès-sur-Mer (Pyrénées Orientales), é arrestato per l’infrazione al vecchio decreto di espulsione del 1935. Detenuto per 30 giorni nel carcere di Perpignano, é prosciolto dall’accusa di ingresso illegale con la sua Brigata (l’Agrupación de Fuerzas Internacionales). Dopo 3 mesi di detenzione nel Forte di Collioure, il durissimo campo di disciplina per gli anarchici, i comunisti ed i soggetti altrimenti giudicati pericolosi, viene poi internato nei campi di Barcarés e di San Cebriá de Rosselló/St.Cyprièn. Nel settembre del 1940 è inviato alla Cittadella Militare di Perpignano per fare il calzolaio. Le vicende di Lenti negli anni della guerra e dell’occupazione nazista della Francia sono lunghe, variamente articolate e talvolta tormentare. Svolge un’oscura attività di propaganda, trasferimenti notturni e fughe, clandestinità, collaborazione con la rete del “maquis” che in tutto il sud-ovest è costituita da stranieri e da migliaia di guerriglieri spagnoli e combattenti della MOI (Main d’Oeuvre Immigré). Dopo la Liberazione di Perpignano si trasferisce nell’Isère dove è membro del Comitato Italiano di Liberazione e si occupa in particolare degli aiuti ai Garibaldini valsusini della Divisione Rinaldo Baratta che, costretta a espatriare nell’Isère sotto la spinta di pesantissimi rastrellamenti nazifascisti, viene accolta con durezza dai militari dell’esercito francese. Incorporato nella suddetta unità garibaldina, riarmata dopo l’intervento conciliatore degli americani, nel maggio 1945 può finalmente ritornare in Italia. Smobilitato a Rivoli, rientra con la famiglia ad Alessandria, dove riprende a vivere, a lavorare ed a fare attività politica. E’ deceduto ad Alessandria il 16 dicembre del 1970. *

(*) All’Archivio dell’Istituto Storico della Resistenza di Alessandria é consultabile il piccolo“Fondo Lenti”: pochi ma preziosi documenti, alcune fotografie di Vincenzo Lenti, in Spagna e in Francia e il suo fazzoletto rosso di partigiano garibaldino.

Annotazioni: Biografia di Gianpaolo Giordana aggiornata a amggio 2017, realizzata sulle seguenti fonti consultate: Archivio ISR.AL (Fondo Lenti), Archivio INSMLI – Milano (Fondo Archivio Aicvas), Archivio Istituto Storico Regionale Parri – Bologna, Archivio Centrale dello Stato – Roma (Casellario Politico Centrale, busta 2760, fascicolo 17861), Archives BDI – Nanterre (MFM 880/37, Brigades Internationales, Fonds 545/ 472), Archivio di Stato Civile del Comune di Alessandria.