Launaro Anna di Giovanni e Lisi Angela, nato il 9 aprile 1890 a Livorno. Nta in una rispettabile famiglia livornese, madre di un bambino si separa dal marito per diventare compagna dell’intellettuale Ettore Quaglieri con il quale resterà sino alla sua morte. Lascia Livorno insieme al compagno alla fine del 1921 e per qualche tempo vive in Piemonte e Val d’Aosta, dove Quagliarini lavora per il Partito Comunista e poi a Cernobbio (Como), quando il compagno diventa segretario della Federazione Como-Varese-Sondrio. Emigra in Germania clandestinamente alla fine del 1922, e svolge attività rivoluzionaria a Berlino, Lipsia e Parigi coi nomi di battaglia di Luigia Mira, Marthe Tesson, Nona Lorenzini Anna Pacinotti ed altri. Nel 1927 risiede a Bruxelles, in contatto con le “centrali comuniste” di Berlino, Vienna, Varsavia e Mosca e collabora con il quotidiano comunista “L’Humanitè” di Parigi, mentre Quaglierini è detenuto in Francia per violazione del decreto d’espulsione. Ricongiuntasi con il compagno, nella primavera 1928 la Launaro fa il “corriere” per il PCd’I, insieme alla compagna di Secondo Tranquilli (il futuro Ignazio Silone), Gabriella Seidenfeld, e al fratello, Romolo Tranquilli. Il 29 aprile 1928 è arrestata a Bruxelles e trovata in possesso di due carte di identità false. Dopo il rilascio, cerca vanamente di ottenere dal Consolato fascista di Bruxelles un attestato di nazionalità, che le è indispensabile per poter chiedere il permesso di soggiorno. Espulsa da Belgio nel 1929 si porta a Parigi, dove si trova Quaglierini e a settembre dà alla luce al secondo figlio che chiama Percyval Arturo Mario. In Germania nel 1930 e poi in Bolivia, torna in Europa nel 1931 e si stabilisce a Barcellona. In una lettera, scritta il 13 novembre 1931, la Launaro invita il figlio a non intraprendere la carriera militare, disapprovando la sua scelta di indossare l’uniforme abbagliato “dalle spalline e dai galloni d’oro”. Lo esorta ad essere un ragazzo “moderno” pronto a partire per il mondo sconosciuto, desideroso di conoscere la vera vita, capace di affrontare la fame pur di essere se stes so. “Il soldato? ....Non è una buona ragione di dover fare il caprone e seguire il gregge..”. In Italia viene iscritta nel Bollettino delle Ricerche e nella Rubrica di Frontiera per la misura dell’arresto. Nel 1933 risiede in una città catalana vicina ai Pirenei e nel 1934 cura a Barcellona la raccolta fondi per i comunisti italiani occupandosi della corrispondenza del giornale del PCd’I “Vita Operaia”. Nell’estate 1936 partecipa alla lotta contro i militari insorti e nel 1937 è segnalata in Spagna tra i repubblicani, dove si interessa di opere assistenziali a Madrid, mentre nel 1938 è la direttrice di una casa infantile nella Spagna repubblicana. Lasciata la Spagna nel marzo 1939 alla fine della guerra civile, la Launaro lavora due mesi a Parigi ad un volume che dovrebbe raccogliere tutti i saggi e glia articoli del compagno Quagliarini, cercando di recuperare dalla biblioteca di Livorno anche gli articoli pubblicati in Italia negli anni precedenti al fascismo. Alla fine dell'anno torna in America Latina in Cile a Valparaiso dove rimane per qualche anno. Rimpatria nel dopoguerra in Sicilia dove svolge intensa attività politica poi a Roma, quando il compagno lavora dapprima all’Istituto Gramsci e poi alla direzione della Libreria Rinascita. Segue Quaglierini a Praga e rientra in Italia solo dopo la morte del compagno. Muore a Vimodrone (Milano) il 7 gennaio 1973.