Gadin Isidore César di Martin e Fiou Marie, nato ad Aosta il 19 agosto del 1902, antifascista. Di professione contadino. Vive ad Aosta in Via Ponte di Pietra. Chiamato alle armi per il servizio di leva nel corso del 1922, presta il servizio militare in un reparto del 4. Reggimento Alpini e viene congedato a gennaio del 1923. Richiamato diversi anni dopo, nel 1930, non si presenta poiché è all’estero con regolare passaporto e pertanto non viene considerato renitente alla leva. Coniugato a Parigi il 25 luglio del 1925 con Marie Celerie, Gadin si può appoggiare ad una sorella, sposata Cartey, anch’ella emigrata in Francia e residente a Levallois-Perret. Il 23 febbraio del 1930 nasce la figlioletta Huguette. Anni dopo, nel corso del 1936, Gadin abbandona il tetto coniugale. La moglie con la figlioletta emigrano a Sud, dove si stabiliscono nel Languedoc, prima nei pressi di Montpellier e poi a Beziers. Dopo un brevissimo rimpatrio in data non nota, Gadin ritorna clandestinamente oltralpe nell’ agosto del 1936. Poco tempo dopo, verso la fine dello stesso mese, é volontario nella Spagna repubblicana, dove da poco più di un mese e mezzo è iniziata la guerra civile. Il percorso spagnolo di Gadin rimane a lungo pressoché sconosciuto, benché si ha certezza della sua partecipazione e il suo nome compare nel 1978 nel volume di Elio Riccarand su “Fascismo e antifascismo in Valle d’Aosta” , (edito dall’ Institut d’Histoire de la Résistance et de la société contemporaine en Vallée d’Aoste), elencato fra quelli di alcuni volontari valdostani partecipanti alla guerra civile spagnola e successivamente rilevato in più documenti ed in alcuni elenchi di combattenti della guerra civile emersi da diversi archivi della memoria. Ad ogni buon conto, in quel fine agosto del ’36 Gadin varca clandestinamente la frontiera pirenaica e si dirige senza esitazioni verso Albacete (Murcia), dove si organizzando l’accoglienza e inquadramento dei primi volontari stranieri, in prevalenza comunisti. Stando ad una annotazione, scritta dallo stesso Gadin a tergo di una fotografia, rimarrà ad Albacete fino al novembre successivo, presumibilmente impegnato nella organizzazione della XIV Brigata Internazionale "La Marseillaise", nelle cui file ottiene il grado di tenente. È probabile che abbia preso parte a tutto il primo ciclo operativo della Brigata francese, impegnata soprattutto intorno alla capitale e successivamente poco più a nord, nella zona di Siguenza. Tuttavia continuano ad essere scarse le notizie sui suoi movimenti in terra di Spagna, in particolare da quando, dall’autunno del 1937, viene trasferito nelle file della XII Brigata Internazionale Garibaldi, nelle cui file dovrebbe aver combattuto fino all’autunno del 1938 e alla smobilitazione dei combattenti delle Brigate Internazionali. Ricerche condotte presso alcuni congiunti valdostani non hanno dato esiti per lungo tempo, almeno fin quando, ad oltre dieci anni dalla sua morte, avvenuta nel 2002, un piccolo ma importante fondo documentario è pervenuto all’Institut d’Histoire de la Résistance. Pare comunque che al suo rientro in Francia, avvenuto con la “retirada”, Gadin sia stato ristretto in un campo di internamento, da cui esce verosimilmente nella seconda metà del 1939 cedendo ad un appello dell’amministrazione francese dei campi ed arruolandosi in una Démi-Brigade della Legione Straniera. Si può però supporre che la sua esperienza di legionario non sia durata a lungo, se è vero che prima della fine di quello stesso anno era ad Avignone (Vaucluse), arruolato in un reparto di Sapeurs-Pompiers del 7, Régiment Génie. Del suo soggiorno avignonese ci rimane una seconda fotografia, che lo ritrae in divisa all’interno di un deposito di bombole di gas, accanto ad un bel pastore tedesco e ad un altro cane. Inoltre, risalente allo stesso periodo, abbiamo una cartolina postale indirizzata alla sorella, in cui oltre ad informarla di aver fatto un buon viaggio, le comunica che il paese è bello, il vino è buono che si trova in buona salute. Notizie tuttora in corso di approfondimento, ottenute da una nipote vivente in Francia, lasciano supporre una lunga e non sanata separazione dalla moglie (abbandonata in Francia nel corso del 1936, quand’ella aveva 27 anni). Gadin si rifà vivo con la legittima consorte soltanto undici anni dopo, nel corso del 1947 per richiederle un improbabile consenso alla ripresa della convivenza. Nella medesima circostanza le fa sapere che nel frattempo ed in circostanze non meglio specificate da altra donna gli era nata una bambina (Marina o Martina), nata negli anni della 2. Guerra mondiale. Non sappiamo la reazione e la risposta della donna benché sia lecito immaginarla negativa. Dopo la Liberazione della Francia prende residenza a Chelles (Seine-et-Marne): con lui vive, probabilmente già da anni, l’anziana madre. Lavora come cementiere e dal 1944 é iscritto alla Cgt (Confédération générale du travail - Fédéra-ration de bâtiment (Costruzioni). Sempre dal 1944 è iscritto al PCF (Parti communiste de France). Nel 1946, ammalato da tempo, decide di rimpatriare per stabilirsi prima a Aosta, poi a Issogne ed infine nel corso del 1981a Quart, in frazione Épillod. Alcuni vecchi militanti comunisti, da Angelo Quarello a Jean Chabloz e Florentin Peaquin, che erano iscritti come Gadin alla Sezione Lexert di Aosta (Pont-de-Pierre), frequentano il veterano di Spagna e sembrano tenerlo in una certa considerazione. Altri, al pari di alcuni studiosi, lo conoscevano quale aderente al PCI (di quest’adesione fa fede una tessera PCI del ‘47, a lui intestata), ma anche come personaggio combattivo, polemico (alcuni rammentano battute al vetriolo nei confronti di Giulio Dolchi), scontroso, spesso iracondo, poco comunicativo. Insomma, un militante di quelli passati nel bene e nel male attraverso le grandi tempeste belliche e politiche del 1900. Muore quasi centenario ad Aosta il 17 aprile del 2002. Nella frazione Épillod di Quart visse una donna, Diomira Davisod, che fu probabilmente sua convivente in Francia e che, interpellata epistolarmente dall’Istituto Storico della Resistenza non diede alcuna risposta alle richieste di informazioni. Fra le carte d’archivio conservate all’ Institut d’Histoire de la Résistance et de la société contemporaine en Vallée d’Aoste (Fondo O.Bérard) è stato rinvenuto il testo di una canzone che Gadin scrisse in data non nota: il titolo è “Le Peuple Valdôtain brisa ses cheînes”, da cantare sull’aria di un famosissimo ed orecchiabile canto partigiano russo del 1917.

Annotazioni: Biografia di Gianpaolo Giordana aggiornata a novembre 2016, realizzata sulle seguenti fonti consultate: Archivio INSMLI – Milano (Fondo Archivio Aicvas), Archivio di Stato – Torino, Sezioni Riunite – Ruoli matricolari, Archives de l’Institut d’Histoire de la Résistance et de la société contemporaine en Vallée d’Aoste (Fondo O. Bérard),= Testimonianza di Stéphanie Ferreira da Silva, pronipote di Gadin che vive Beziers (Herault). Ne \\\'La Spagna nel nostro cuore\\\' il luogo di nascita risulta Courmayeur e non Aosta.