Carisio Guseppe Vitale Mario di Giovanni e Firmina Ansaldo, nato a Brozolo (Torino) il 28 aprile 1901, socilista e poi comunista. Di famiglia contadina, frequenta la scuola elementare e consegue la Licenza. Chiamato a prestare il servizio militare in Artiglieria, poco dopo il congedo é arrestato e condannato a 2 mesi di detenzio-ne per fatti attinenti l’attività antifascista. Espatria in Francia nel corso del 1924 (modalità non note). Si stabilisce in una località del Département des Pyrénées Orientales, non lontano da Perpignano. Dopo aver fatto il muratore qua e là, lavorando per svariate imprese, trova un lavoro stabile in agricoltura: gli viene così rilasciata una Carte de Identité pour Travailleurs Agricoles, autorizzata dalla Prefettura de Perpignano. Iscritto ad un Sindacato (probabilmente la CGT) dal 1928, nello stesso anno aderisce anche al Partito comunista francese, ed in Italia viene iscritto in Rubrica di Frontiera per il provvedimento dell’arresto, cosa che suggerisce un suo espatrio clandestino. Parte volontario per la Spagna repubblicana il 21 novembre del 1936 (altra fonte lo vuole invece arruolato presumibilmente nel gennaio del 1937). Dopo una tappa ad Albacete (Murcia), dove hanno sede Comandi, Commissariato e principale base logistico-organizzativa delle Brigate Internazionali, Carisio si arruola nella Compagnia italiana del Battaglione Dimitrov (15. Brigata Internazionale Lincoln), comandata da un italiano sospetto di essere un infiltrato, l’ex tenente degli Alpini Carlo Penchienati, torinese, fondatore dei fasci di combattimento nel Pinerolese e Valli. Il 12 febbraio 1937, nel corso della battaglia del Jarama (7-22 febbraio), Carisio è ferito in combattimento alla testa nei sanguinosi scontri di Morata de Tajuña: dopo aver avuto le primissime cure in un posto di medicazione nelle retrovie, viene trasportato in Francia con un convoglio sanitario della Croce Rossa Internazionale. Appena ristabilito, fa ritorno in Spagna dove trova la situazione piuttosto cambiata: i pochi superstiti della Compagnia italiana sono confluiti nel Battaglione italiano Garibaldi, inquadrato dalla fine di aprile nella 12. Brigata Internazionale Garibaldi. Carisio però non ne farà parte: poco tempo dopo viene infatti destinato ad una batteria della 45. Divisione di artiglieria. Il 24 novembre del 1937, dopo una lunga convalescenza, è infatti segnalato ad Albacete, in transito per Almansa (Murcia), base dell’artiglieria repubblicana. Ferito una seconda volta (ancora alla testa) forse nel corso della battaglia dell’Ebro (luglio-ottobre del 1938), riceve le prime cure in un ospedale delle retrovie e il 3 novembre del 1938 é ricoverato in una clinica delle Brigate Internazionali a Matarò (Catalogna). Ne esce ristabilito proprio nei giorni in cui tutto inizia a precipitare: il 4 gennaio del ’39 lo vede nel campo di smobilitazione di Torellò (Catalogna). All’atto della smobilitazione Carisio è in grado di esprimersi abbastanza correttamente in tre lingue, italiano, francese e spagnolo. Lascia la Spagna tra la fine gennaio e l’inizio di febbraio del 1939, presumibilmente poco dopo che Barcellona è caduta senza quasi combattere. Evitato inizialmente l’internamento, nel settembre del 1939, iniziata la 2. guerra mondiale, viene internato come straniero indesiderabile nel campo francese di Gurs (Basses Pyrénées). Il nome di Giuseppe Carisio figura tra le carte della polizia francese, sia per la sua attività nella Unione popolare italiana, sia in quanto veterano nelle milizie repubblicane spagnole. Nessun’altra notizia successiva all’internamento .

Annotazioni: Biografia di Gianpaolo Giordana aggiornata a aprile 2017, realizzata sulle seguenti fonti consultate: Archivio INSMLI – Milano (Fondo Archivio Aicvas), Archivio Centrale dello Stato – Roma (Casellario Politico Centrale, busta 1084), Archivio Istituto Storico Regionale “Parri” – Bologna, Archives BDIC – Nanterre (MF 880/44, Brigades Internationales, Fonds 545.b. 450/ 713), Archivio del Comune di Brozolo