Cardinali Alberto, nato il 14 febbraio 1902 a Jesi (Ancona). Comunista. Di professione commerciante. Presa la licenza elementare, a Jesi trova impiego come caffettiere. Assolve al servizio di leva nella Marina, e nel 1924 ritorna a Jesi dove riprende la precedente attività. Nella primavera del 1927 si reca a Genova dove viene assunto come bigliettaio nelle locali tranvie urbane. Dopo circa un anno ritorna a Jesi. dove assume la reggenza di un negozio della società UNICA di Torino. Resta a Jesi fino all'agosto 1933, viene quindi trasferito a Fabriano sempre come titolare di un negozio della stessa società torinese, Nel maggio 1936 è licenziato per la continua diminuzione di vendite fatta registrare dal suo negozio. Nel frattempo si è sposato con Amelia Belardinelli e ha avuto un figlio, Francesco, Per un anno rimane disoccupato affidandosi alle 15.000 lire di cauzione lasciategli dall'UNlCA all'atto del suo licenziamento. La sua decisione di espatriare è motivata da tre fattori: la crisi economica che investe la sua famiglia. dissapori con la moglie e l'ostilità al regime fascista. L'espatrio avviene clandestinamente insieme all'altro jesino Mario Ponzetti. I due riescono a farsi inserire dalla Questura di Milano nella lista di un passaporto collettivo per un pellegrinaggio a Lourdes. Da Lourdes invece di rientrare in Italia si dirigono a Parigi. Qui il Cardinali lavora prima all'esposizione mondiale, poi il 1° agosto 1937, raccomandato da un certo Giovanni Caporali, sindacalista rappresentante degli operai italiani in Francia, trova lavoro nelle acciaierie di Rombas (Moselle). Qui incontra Feltre Bartocci e Leandro Osio che propagandano per il Partito comunista il reclutamento volontario per la Spagna. Il Cardinali accetta di partire e, a spese del partito, raggiunge Figueras. Viene arruolato nel gennaio 1938 nel 3. Battaglione della Brigata Garibaldi e combatte a Caspe e sull'Ebro. II 20 settembre 1938 viene fatto prigioniero sulla Sierra de Caballs; internato nel campo di concentramento di S. Pedro de Cardeña (Burgos) è interrogato da un funzionario dell'OVRA e poi trasferito a Belchite nel gruppo lavoratori stranieri. Una volta a BeIchite il Cardinali scrive al consolato italiano di Madrid per poter essere rimpatriato e servire la patria. Resta diciassette mesi a Belchite, poi viene trasferito a Valencia addetto a lavorare in una polveriera per sette mesi in condizioni disumane. Continua a scrivere al consolato italiano per poter essere rimpatriato; la moglie arriva a scrivere al duce in persona. ln tutte le lettere il Cardinali dichiara di essere stato costretto con l'inganno ad arruolarsi nelle Brigate Internazionali e di essersi consegnato volontariamente alle truppe del generale Franco. Dopo Valencia altra tappa nel campo di concentramento di Miranda dell'Ebro dove rimane fino al 24 aprile 1942, giorno in cui è accettata la sua richiesta di rimpatrio, può recarsi a Barcellona e di qui imbarcarsi per Genova dove giunge il 25 maggio 1942 Subito viene tratto in arresto e tradotto nelle carceri di Ancona. Proposto per il confino in quanto iscritto in Rubrica di Frontiera e come ex-miliziano di Spagna, dal suo interrogatorio il questore di Ancona lo ritiene innocente e chiede l'annullamento della richiesta di confino. Vengono svolte ancora indagini ma hanno buon gioco i suoi pressanti atti di sottomissione e dopo aver fatto alcuni mesi di carcere il Cardinali viene messo in libertà, nel luglio 1942 fa ritorno a Jesi ma subito viene richiamato alle armi ed assegnato quale fante al 357. battaglione costiero del corpo territoriale di stanza a Fano. Congedato il 4 novembre 1942. Muore a Pesaro il 25 luglio 1986.

Annotazioni: Scheda biografica redatta da Roberto Lucioli per il volume Gli antifascisti marchigiani nella guerra di Spagna (1936-1939) [Ancona]: ANPI Marche/Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nelle Marche, stampa 1992 sulla base delle seguenti fonti: Comune di Jesi; testimonianza personale (Irsmlm); Archivio di Stato di Ancona, Fondo Questura Fascicoli Personali Sovversivi anni 1900-1943; Archivio Associazione Italiana Combattenti Volontari Antifascisti di Spagna, Istituto Parri, Milano; Anpi, La Resistenza nell\\\'anconitano Roma 1963, p.63; Jesi e la Sua valle anno XVI n. 8, 15/4/1977 p. 19