Cardenti Ugo di Andrea e Assunta Palmieri, nato l’ 11 febbraio 1910 a Capoliveri (Livorno). Il padre fa il minatore in una cava di ferro, mentre la madre gestisce un negozio di alimentari. Dopo aver frequentato le classi elementari Cardenti trova lavoro come bracciante partecipando a riunioni comuniste clandestine. Dopo due anni di leva in marina emigra in Corsica l’8 marzo 1933 su una barca a remi insieme al fratello Riccardo ed altri comunisti elbani, ed è condannato per espatrio clandestino a 3 mesi di arresto e 2000 lire di multa. In Corsica diventa amico del comunista sardo Paolo Comida che cadrà poi in Spagna. Espulso dalla Corsica, ripara in Algeria a Orano, quindi nel 1935 decide di rientrare in Italia. Arrestato all’arrivo, viene presto liberato e rientra a Capoliveri. Riallacciati i legami con gli oppositori, lavora come manovale edile alle dipendenze della ditta Pagnini che nel novembre 1936 si aggiudica il restauro della caserma De Laugier di Portoferraio all’Elba, Qui alcuni militari di stanza in un battaglione di disciplina, Marino Mezzetti, Giuseppe Boretti ed Eugenio Giovanardi che gli chiedono di aiutarli ad espatriare per andare a combattere in Spagna. Cardenti acquista a Livorno un motore fuoribordo ed il 9 aprile 1937 parte clandestinamente insieme ai compagni con una barca fornitagli dal pescivendolo Francesco Puccini. Approda in Corsica il 10 e secondo la sua dichiarazione alla Questura di Livorno del 22 gennaio 1943, raggiunge Marsiglia l'8 aprile 1937 e da qui la Spagna nel settembre 1937 col piroscafo Ciutad de Barcelona (arriva a Barcellona insieme a Armando Bientinesi, Cornelio Giacomelli, Vittorio Marchi, Giorgio Rossi e Muzio Tosi) e, dopo un periodo di addestramento a Madrigueras, il 22 aprile 1937 si arruola nella Brigata Garibaldi (2° battaglione, 3° compagnia). In Italia il 14 maggio viene colpito da un ordine di arresto del Tribunale militare di Roma per “favoreggiamento in diserzione” ed iscritto in Rubrica di frontiera e nel Bollettino delle Ricerche. Combatte a Huesca, Brunete, Villanueva del Pardillo, Aragona ed è ferito a Fuentes de Ebro l' 11ottobre 1937. Successivamente in Estremadura. Partecipa alla battaglia di Campillo. Dato per disperso si ripresenta in reparto e promosso caporale partecipa all’ultima offensiva delle Repubblica sul fronte dell’Ebro. Dopo il ritiro deciso dal governo repubblicano dei volontari internazionali Cardenti rimane nel campo di smobilitazione di Torellò (Catalogna), fino alla caduta di Barcellona il 26 gennaio 1939 quando è costretto ad avviarsi alla frontiera con gli altri volontari smobilitati e le colonne di profughi. Passa in Francia il 7 febbraio 1939 dal passo di Junquera, internato come estremista e attivista pericoloso a S. Cyprien e poi a Gurs, dove rifiuta di arruolarsi nella Legione Straniera o nella Compagnie di Lavoro straniere. Tradotto il 5 giugno 1940 a Vernet (settore B, anarchici ed estremisti, baracca 7) dove è impiegato nel Genio del Campo. Il 6 maggio 1942 chiede di essere assegnato a una CTE e dal 4 luglio 1942 al 29 settembre 1942 è distaccato come lavoratore in un mattonificio a Saverdun (Ariège). Nonostante l'esplicito rifiuto del rimpatrio espresso per iscritto il 16 novembre 1942 alla Commissione italiana (dichiara di aver disertato dalla Marina mercantile l'8 aprile 1937 e di temere rappresaglie, ma aveva chiesto prima il rimpatrio il 28 aprile 1942 alla Commissione d'armistizio italiana di Tolosa), è tradotto in Italia il 4 gennaio 1943 e arrestato a Mentone. Condannato dal Tribunale Militare a 8 anni di reclusione, liberato nel 1943. Liberato torna all’Elba dove forma a Capoliveri una formazione partigiana che riesce ad armare con moschetti e bombe a mano sottratti ai tedeschi. Dopo la Liberazione è nominato sindaco di Capoliveri dal CLN, poi segretario del PCI locale. Si sposa con Maria Serranò il 22 febbraio 1945, ma nel 1949, spinto dalla crisi del settore minerario, emigra in Australia a Melbourne presso uno zio e l’anno successivo si fa raggiungere dalla moglie e dalla figlia Dina. Negli ultimi anni di vita scrive un volume autobiografico “Memorie storiche” che viene rivisto da Franco Fantacci. Muore a Melbourne il 26 dicembre 2005.

Annotazioni: Scheda biografica che include notizie raccolte da Ilaria Cansella e Francesco Cecchetti per la banca dati ISGREC sui volontari antifascisti toscani in guerra di Spagna: http://gestionale.isgrec.it/sito_spagna/ita/all_ita_details.asp?offset=60&id=2453 (URL consultata il 2 maggio 2021)